Gentilissimo dott. Raso,
a proposito del suo intervento di ieri, anche per “dietro” valgono le stesse norme di “sotto” e “sopra”? La ringrazio anticipatamente e le porgo i miei piú cordiali saluti.
Tina F.
Isernia
---------------
Sí, cortese Tina, anche per “dietro” si applicano, press’a poco, le medesime norme di “sotto” e “sopra”. L’argomento, piú particolareggiato, è stato trattato sul “Cannocchiale”. Clicchi QUI.
* * *
Da “Domande e Risposte” del Treccani in rete:
Ho letto, in una recente pubblicazione a stampa, il termine “usmare”. Ne ho ricercato il significato anche sul vostro sito, ma inutilmente. Dal contesto in cui è stato usato, ho dedotto che il senso del verbo possa essere ricondotto al significato di “annusare in modo rumoroso”, tipico degli animali che, con foga e/o eccitazione, si concentrano su un oggetto o su un altro animale che ne abbia attirato l’attenzione. È corretta tale mia interpretazione?
a proposito del suo intervento di ieri, anche per “dietro” valgono le stesse norme di “sotto” e “sopra”? La ringrazio anticipatamente e le porgo i miei piú cordiali saluti.
Tina F.
Isernia
---------------
Sí, cortese Tina, anche per “dietro” si applicano, press’a poco, le medesime norme di “sotto” e “sopra”. L’argomento, piú particolareggiato, è stato trattato sul “Cannocchiale”. Clicchi QUI.
* * *
Da “Domande e Risposte” del Treccani in rete:
Ho letto, in una recente pubblicazione a stampa, il termine “usmare”. Ne ho ricercato il significato anche sul vostro sito, ma inutilmente. Dal contesto in cui è stato usato, ho dedotto che il senso del verbo possa essere ricondotto al significato di “annusare in modo rumoroso”, tipico degli animali che, con foga e/o eccitazione, si concentrano su un oggetto o su un altro animale che ne abbia attirato l’attenzione. È corretta tale mia interpretazione?
L’interpretazione è corretta. La parola, che ha corrispettivi in molte parlate dialettali qui e là per l’Italia (si va dal calabrese settentrionale osimare al lombardo usmà), è di diffusione regionale, ma va detto che nella letteratura ha i suoi estimatori senza declinazioni localistiche. Leggendo la voce usmare nel Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia, scopriamo che il verbo è stato usato da Carlo Emilio Gadda (nel romanzo La cognizione del dolore) e, più di recente, da Stefano Benni, nel significato per l’appunto di ‘odorare, fiutare’.
Certo, l’usmare è tipico degli animali – si pensa subito ai cani da caccia che seguono l’usta lasciata dalla preda –, ma Gadda ne fa, come ci si poteva aspettare, un uso espressionisticamente figurato: «E poi scoppia fuori in un verso che è buono solo lui di farlo, come fosse il diavolo a ridere, ai piedi d’un morto, che lo ha appena usmato e sta per beccarselo via».
Usmare ha corrispondenze anche in altre lingue d’area romanza, dice il Battaglia, citando lo spagnolo antico osmar e il portoghese usmar. Proviene da una voce latina non attestata per iscritto, *osmare, a sua volta dal verbo greco osmáomai (che deriva dal sostantivo osmé ‘fiuto’).
COMMENTI
Usmare
Il verbo si trova anche nel GDU del De Mauro. Fausto Raso da fauras- 09/03/2011 23:21:29
--------------
Il verbo in questione è “immortalato” in numerosi libri.
--------------
Il verbo in questione è “immortalato” in numerosi libri.
Nessun commento:
Posta un commento