Due parole sulla... parola. In grammatica, si intende per parola una sillaba (o l’insieme di piú sillabe) che abbia un significato nell’ambito di una lingua. La parola può essere orale o scritta, e si suole dividerla in due classi: parole “piene” e parole “vuote”. Appartengono alla prima classe quelle che hanno un preciso significato e sono dette, appunto, “piene” (di significato); fanno parte della seconda classe, invece, le parole che sono “vuote” (di significato). Appartengono alla prima categoria, insomma, gli aggettivi (bello, mio, questo), i verbi (lavorare, giocare), gli avverbi (ora, sempre, domani), i numerali (primo, terzo), i nomi di persona, di cose, di animali, i nomi che indicano uno stato d’animo, un avvenimento, una sensazione ecc. Si classificano tra le parole vuote, invece, quelle che servono a sostituire o a collegare tra loro le parole piene di una proposizione come: gli articoli, le congiunzioni, le preposizioni e le interiezioni. La preposizione “da”, per esempio, o il pronome “quale” da soli non hanno alcun significato, sono, quindi, parole vuote. Attenzione, però, a non confondere le parole vuote con quelle “astratte”. Queste ultime, anche se non si “toccano”, come la bellezza o la bontà, hanno un significato ben preciso, sono, per tanto, parole piene.
giovedì 17 febbraio 2011
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