sabato 5 febbraio 2011

RastreLLiera o rastreGLIera?


Da “Domande e Risposte” del vocabolario Treccani in rete:

C’è differenza tra “rastrelliera” e “rastregliera”?

Rastrelliera, vale a dire l’attrezzo che consente agli animali di cibarsi nelle stalle o, per estensione, mutando le fogge e dimensioni, agli umani di depositare piatti e pentole lavati, parcheggiare in fila biciclette, riporre bagagli sul treno o poggiare il bilanciere per sollevare i pesi in palestra, deriva palesemente da rastrello.

La presenza del suono laterale palatale (-gl- di figlio) e della relativa grafia è, perciò già esclusa dall’etimo. I dizionari della lingua italiana non danno conto, perdipiù, dell’esistenza di una forma rastregliera, la quale va dunque considerata non corretta.
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Sí, è vero, “rastregliera” (con il digramma ‘gl’) non è piú in uso e non si trova, quindi, nei vocabolari. Lo era, però, fino alla fine dell’Ottocento. Il termine è attestato, infatti, nel
Dizionario della lingua italiana di
Francesco Cardinali, Pasquale Borelli - 1846
... rastregliera , il tasselle, il ma- glio, il mirtellj , le seghe, la pialla, Il piallotto, la harlotla, la sponderuola, la squadra, la sijiiadra zoppie o pifferello , il grafficito , lo scalpello , il badile , le scorbie , i 1 i V ...


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Gentile dr Raso,
vorrei sapere perché il verbo “uscire” muta la “u” in “e” nel corso della coniugazione in alcune persone, tempi e modi. Insomma: perché io “esco” e noi “usciamo”?
Grazie.
Giovanni S.
Macerata
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Cortese Giovanni, la questione è un po’ complessa. Le forme in “e” (esco) sono un retaggio dell’antico verbo “escire” (ancora esistente, veda
qui). Con il trascorrere del tempo, inoltre, per influsso di “uscio” e per una questione - diciamo - di suono, la “e” del tema si è mutata in “u” in posizione protonica mentre è rimasta in posizione tonica: noi “usciàmo” (posizione protonica); io “èsco” (posizione tonica). Protonico, in linguistica, è un aggettivo che indica una lettera (o un gruppo di lettere) che precede la sillaba o la vocale tonica, la vocale o la sillaba, cioè, sulla quale cade l’accento. Per farla breve: nel corso della coniugazione, insomma, la vocale tematica (la vocale che fa parte della radice del verbo) è “e” se su questa cade l’accento (io èsco); è, invece, “u” se questa non è accentata (voi uscíte).

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Tra le parole da salvare della nostra lingua metteremmo l’aggettivo “esizioso”, sinonimo di esiziale. A nostro avviso è preferibile a esiziale in quanto il suffisso “-oso” (‘portatore di’) rende meglio l’idea: il fumo è esizioso (‘portatore di danni’) per la salute.






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