venerdì 25 febbraio 2011

Abaco e... abbaco


La quasi totalità dei vocabolari che abbiamo consultato riportano abbaco come variante di abaco. Sullo stesso piano l'etimologo Ottorino Pianigiani. Le cose non stanno proprio cosí, e volendo sottilizzare potremmo fare un distinguo (anche se saremo contestati - certamente - da qualche “grande linguista”). Scriveremo ‘abaco’ (con una “b”) per designare la parte superiore del capitello di una colonna su cui poggia l’arco o l’architrave; con due “b” (abbaco), invece, per indicare il libro con le prime nozioni di aritmetica e anche una sorta di pallottoliere. Nel plurale entrambi i termini mutano la desinenza “-co” in “-chi”: abachi e abbachi. Sulla stessa “lunghezza d’onda”, ci sembra, il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Da Lei si impara sempre qualcosa. Il suo sito me lo tengo ben stretto.
Grazie
Costanzo