La quasi totalità dei vocabolari che abbiamo consultato riportano abbaco come variante di abaco. Sullo stesso piano l'etimologo Ottorino Pianigiani. Le cose non stanno proprio cosí, e volendo sottilizzare potremmo fare un distinguo (anche se saremo contestati - certamente - da qualche “grande linguista”). Scriveremo ‘abaco’ (con una “b”) per designare la parte superiore del capitello di una colonna su cui poggia l’arco o l’architrave; con due “b” (abbaco), invece, per indicare il libro con le prime nozioni di aritmetica e anche una sorta di pallottoliere. Nel plurale entrambi i termini mutano la desinenza “-co” in “-chi”: abachi e abbachi. Sulla stessa “lunghezza d’onda”, ci sembra, il DOP, Dizionario di Ortografia e di Pronunzia.
venerdì 25 febbraio 2011
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1 commento:
Da Lei si impara sempre qualcosa. Il suo sito me lo tengo ben stretto.
Grazie
Costanzo
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