Viveva una volta, in un lontanissimo regno, Verbalia, un giovane principe, sua altezza reale Tempore. Questi era affascinato dal tempo e dalla sua capacità di intrecciarsi nel linguaggio, rendendo le storie fluide e comprensibili. In quel magico regno il linguaggio era governato da una regola chiamata “consecutio temporum”, che garantiva che ogni parola e ogni frase trovassero il loro giusto posto nel flusso del tempo. Un bel giorno, mentre passeggiava, attorniato dalle sue fedeli guardie, Tempore si imbatté in una giovane e misteriosa maga, Verba. Costei aveva il potere di manipolare le parole e i tempi verbali, ma molto spesso si trovava in difficoltà nel mantenere l'ordine temporale nei suoi incantesimi. Curiosa della magia della “consecutio temporum”, ebbe l’ardire di fermare il principe perché le spiegasse il “funzionamento” di quella regola.
Sua altezza Tempore, per nulla infastidito, con
un sorriso gentile, iniziò a spiegare. "Nel nostro regno,"
disse, "ogni frase ha un tempo e un luogo. Quando parliamo del
presente usiamo tempi come il presente o il futuro: so che tu studi
ogni giorno l’arte della magia. Se, invece, vogliamo parlare del
passato dobbiamo adattare i nostri verbi."
"Come si
fa?", domandò Verba, affascinata dalle parole del principe.
"È
semplicissimo," rispose Tempore. "Se la nostra frase
principale è al passato, dobbiamo cambiare il tempo del verbo nella
frase subordinata. Per esempio, 'sapevo che tu studiavi ogni giorno.'
"
Verba annuì, sforzandosi di comprendere la magia. "E
se volessi parlare di qualcosa che è già accaduto prima della mia
frase principale, come dovrei regolarmi?”
"In quel caso,
la legge linguistica del nostro regno impone l’uso del passato
prossimo o del trapassato prossimo," spiegò Tempore. "Per
esempio, 'so che hai già studiato' o 'sapevo che avevi già
studiato'."
La giovane maga era sempre più affascinata. "E
se voglio parlare di qualcosa che accadrà in futuro?"
Sua
altezza sorrise. "Se la frase principale è al presente diciamo
'so che studierai domani.' Se, invece, è al passato dobbiamo dire
'sapevo che avresti studiato il giorno dopo.' I linguisti del regno
chiamano questa costruzione ‘futuro nel passato” e si costruisce,
appunto, con il condizionale passato”.
Dopo queste
spiegazioni, Verba cominciò ad adoperare la magia della “consecutio
temporum” con grande professionalità e abilità, incantando i
sudditi del regno con i suoi verbi perfettamente “sincronizzati”.
E così, grazie al principe Tempore e alla maga Verba, il regno di
Verbalia prosperò, con storie e incantesimi che fluivano
armoniosamente e cronologicamente nel tempo.
*
"Il tempo
giusto fa il discorso armonioso"
"Senza la
giusta sequenza, il verbo perde essenza"
"Nella
danza dei verbi, il tempo è il maestro"
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La lingua “biforcuta” della stampa
AAA Mercatini di Natale cercasi
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Correttamente: cercansi (o si cercano). Non è un “si impersonale”, ma “passivante”. I mercatini vengono (sono) cercati.
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