L'uso dell'aggettivo bello è causa di dubbi anche in persone di media cultura: bei occhi o begli occhi? Diciamo subito che la forma corretta è begli occhi. Vediamo, succintamente, come "funziona". Bello, dunque, si può elidere o troncare. Si elide, cioè si apostrofa, davanti a parole che cominciano con una vocale: è veramente un bell'animale; si tronca davanti a una consonante (purché non sia una "s" impura, chiamata anche 'complicata' o 'preconsonantica', una z, o la parola cominci con i gruppi ps e gn): un bel dipinto, un bel costume; avremo, invece, un bello scopo, un bello gnomo, un bello zero. Si userà sempre bello se detto aggettivo è posposto al sostantivo: un libro bello (un bel libro). Per quanto attiene al plurale avremo begli davanti a vocale, s impura, z e con i gruppi gn e ps; bei davanti a tutte le altre consonanti: begli angeli, begli scherzi, bei capelli. Sempre belli quando, come nel singolare, è posposto al sostantivo o è adoperato in funzione di predicato nominale: uomini belli, tutti i bimbi sono belli. Il femminile non presenta particolari problemi: bella (singolare) e belle (plurale). L'aggettivo in oggetto concorre anche alla formazione di alcune locuzioni. Vediamone qualcuna: bell'e fatto, bell'e morto, bell'e buono.
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