È un vero peccato che i vocabolari abbiano relegato nella soffitta della lingua il termine pulcelloni, uno degli avverbi in -oni che la storia della lingua ha condannato come desueti. I sopravvissuti sono bocconi, carponi, tentoni, cavalcioni, ginocchioni, penzoloni e pochissimi altri adoperati, però, in modo errato facendoli precedere dalla preposizione a: a cavalcioni. Gli avverbi, sarà utile ricordarlo, non hanno alcun bisogno di essere sorretti dalle preposizioni; nessuno dice, infatti, a lentamente. Perché, dunque, dobbiamo sentire una bestemmia linguistica come a tentoni, a cavalcioni e via dicendo? Ma non divaghiamo e torniamo a pulcelloni, che anticamente si
riferiva all'amaro tempo del nubilato: quella donna ha vissuto tutta
la vita pulcelloni, vale a dire senza marito. Si dirà: la lingua, come tutte le cose, invecchia e occorre dare spazio a
vocaboli nuovi. Giustissimo, ben vengano i nuovi termini, purché siano
italiani, non barbari. Che bisogno c'è, infatti, di dire che quella donna
vive single quando avevamo un avverbio o, se preferite, un
vocabolo tutto italiano che rendeva perfettamente l'idea
della donna non sposata, pulcelloni, appunto? Ma tant'è. Arrendiamoci pure al progresso linguistico ma condanniamo il barbarismo
dilagante. È assurdo il dover constatare il fatto che molti giovani di oggi
(ma non solo essi) conoscano perfettamente la lingua di Albione e restino
atterriti davanti a parole (italianissime) come sdraioni, gironi,
brancoloni, sdondoloni, tutti avverbi — come il citato pulcelloni —
che un tempo esprimevano magnificamente il concetto ritenuto sorpassato dai
compilatori dei vocabolari, che privilegiano — lo ripetiamo — il linguaggio
barbaro alla madre lingua. Non crediamo di bestemmiare se sosteniamo che
anche essi — per la parte che loro compete — sono responsabili
dell'impoverimento della nostra lingua. E a proposito di pulcelloni — che etimologicamente viene
da pulcella (fanciulla) — sentite quanto scrive il
trecentista Donato Velluti (Cronica domestica): «...Le dette Cilia
e Gherardina non si maritarono; stettono un gran tempo pulcelloni, con
isperanza di marito...». (Le immagini sono riprese
dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore
scrivetemi: saranno prontamente rimosse)
|
2 commenti:
Dottor, Raso, è chiaro che la parola italiana pulcelloni è molto, molto più precisa della parola "single". Tuttavia nei dizionari in rete che cosa troviamo? Troviamo "single" e troviamo anche espressioni come "single sky". Dunque c'è "single", che vuol dire niente e tutto, e non c'è pulcelloni.
Già da tempo a me pare evidente che si vuole sostituire il lessico italiano con altro di significato vago, meno preciso e di pronuncia incerta. Bel guadagno!
Io continuerò ad usare parole genuine: celibe, scapolo, nubile, zitella, pulcelloni, pinzonchero, unico, singolo, solo, ecc.
Renato P.
La chiamano neolingua. Non si sa che cosa significhi di preciso, né come si pronunci né come si scriva. E pensare che neolingua nacque proprio nello stesso luogo onde proviene single.
Messaggio per l'aldilà: Ripensando a single, ad altre parole simili, e a neolingua, caro Orwel, la lingua batte dove il dente duole.
Posta un commento