Due parole, due, sull'uso dell'articolo (determinativo e indeterminativo) perché alcune volte è superfluo e appesantisce i nostri scritti.
La norma generale impone l’articolo davanti a tutti i nomi comuni; si omette, però, e l’omissione è obbligatoria, in numerose locuzioni o espressioni particolari come, per esempio, “aver sonno”, “far paura”, “andare a cavallo”, “camicia da notte”, “sopportare con pazienza” ecc. Dei nomi propri richiedono l’articolo determinativo, solo quello, si badi bene, i nomi dei monti: il Cervino, il Bianco; i nomi dei fiumi: il Po, il Tevere; i nomi di regione, di nazione, di continente: il Lazio, la Grecia, l’Asia. È altresí necessario l’uso dell’articolo davanti ai cognomi: il Bianchi, il Rossi, il Ferrari. Davanti ai cognomi di personaggi illustri e conosciuti l’articolo si può porre o omettere, dipende dal gusto di chi scrive o parla: Manzoni o il Manzoni, Leopardi o il Leopardi.
Rifiutano categoricamente l’articolo i nomi di città, salvo quelli in cui l’articolo – per “consuetudine popolare” – è diventato parte integrante del nome: La Spezia, L’Aquila, La Valletta ecc. È consigliabile, anzi, “obbligatorio” l’articolo davanti ai nomi di città se sono preceduti da un aggettivo o accompagnati con una specificazione: la Roma umbertina, la Firenze medievale, la dotta Bologna.
Fatta questa lunga e doverosa "precisazione" vediamo alcuni casi ─ piluccando qua e là ─ in cui l'articolo è decisamente superfluo incidendo sulla "scorrevolezza" del testo. In corsivo l'articolo superfluo. Il giudice dei minorenni rivolse una speciale attenzione alle parole del ragazzo; la mamma baciò il figlioletto con una tenerezza infinita; il docente aveva il suo daffare con degli allievi incorreggibili; nel nostro Paese la caccia è praticata allo (a) scopo di diporto; dopo la commemorazione tutti i presenti vollero rendere un omaggio ai Caduti; l'oratore ebbe molti applausi perché parlò in un modo appassionato; il nobile Giulio non fu piú ammesso alla (a) Corte avendo offeso l'erede al trono; l'imputato raccontò delle cose da far rabbrividire; tutto ciò fu una mera illusione.
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La lingua "biforcuta" della stampa
Il Natale non
preoccupa il Governo. Sileri: “La situazione è sotto controllo”. Figliuolo
conferma che ci dosi per tutti. Anche in vista di una terza somministrazione di
massa
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I "massinformisti" (operatori dell'informazione) sono talmente sicuri di sé (sotto il profilo ortografico, grammaticale, sintattico e concettuale) che non ritengono necessario rileggere ciò che scrivono (e i risultati si vedono...).
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BOLOGNA
Il neo-rettore Molari: “Agli studenti meno tasse, più diritti e aiuto psicologico post pandemia”
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Non c'è nulla da fare, ma non ci arrendiamo; prima o poi gli
operatori dell'informazione "capiranno" che il prefissoide
"neo-" e il prefisso "post-" si scrivono attaccati alla parola che segue: neorettore, postpandemia. Dizionario italiano Sabatini
Coletti: neo-
[nèo]
- Primo elemento di composti, che nel l. contemporaneo costituiscono una lista aperta, molto produttiva, col sign. di “nuovo, recente” (neonato, neoeletto); in riferimento a movimenti culturali e politici indica ripresa di presupposti teorici e ideologici variamente modificati (neopositivismo, neofascismo); in geol. indica la parte più recente di un periodo geologico (neogene).
Vocabolario Gabrielli: post-
(pos in posizione preconsonantica)
pref.
1 Si usa per formare parole composte di origine latina o moderne con il sign. di “poi, dopo”: postbellico, postdatare.
2 Si usa per formare parole composte della terminologia scientifica con il sign. di “dietro, posteriore”: postconsonantico, postdentale.
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