lunedì 22 novembre 2021

Dal mondo contadino una lezione di stile

 


La storia delle parole nasconde sempre delle sorprese, a volte impensabili. Chi avrebbe immaginato, infatti, che la giacca, vale a dire quell’indumento, maschile e femminile, che copre la parte superiore del corpo e divenuto simbolo di una forma di rispetto per l’ambiente in cui ci si trova – ancora oggi togliersi la giacca a tavola o per la strada, nonostante la permissività dei costumi, è considerato da taluni segno di scarsa educazione – ha origini tutt’altro che… raffinate.

Il nome, intanto, è il francese jaque derivato di Jacques, Giacomo, che con il trascorrere del tempo ha assunto il significato di contadino. Questi uomini di campagna, un tempo considerati rozzi, ci hanno dato, invece, una lezione di… civiltà. Ma per una migliore comprensione dell’evoluzione semantica della giacca, ci affidiamo a ciò che dicono in proposito Erminio Bellini e Andrea Di Stefano.

«Nelle sue Croniques il francese Jean Froissart narra la storia della prima jacqueries (sollevazione, rivolta dei contadini, NdR) scoppiata in Francia durante la guerra dei Cent’anni: una rivolta di contadini contro i proprietari di terre che li succhiavano fino all’osso e contro gli uomini d’arme che scorrazzavano per le campagne francesi dandosi al saccheggio. Questa fu la più clamorosa di una serie di rivolte sconsiderate e cruente degli eterni umiliati e offesi della terra, coloro che scherzosamente venivano chiamati in Francia Jacques Bonhomme, sempre piegati sotto il tallone dei potenti, pronti a esplodere nel momento più caotico e inconsulto, qualora trovassero un capo; rivolte tutte destinate a spegnersi nel sangue e negli orrori così come nel sangue erano prosperate.

Jacques (Giacomo) dunque era un nome comunissimo nelle campagne francesi, diffuso del resto ancora oggi in una terra che tiene alle proprie tradizioni e che non si è lasciata americanizzare come invece spesso è successo in Italia. Il nome Jacques fioriva fra i contadini, ma anche in genere tra i fanti, uomini della bassa forza, a servizio dei grandi signori feudali. Questi soldati (ma anche i contadini, NdR) solevano portare una sorta di maglia: il giaco il cui nome risale all’arabo shakk. In Francia però si attuò una fusione fra la parola originaria e il nome Jacques; la maglia di ferro portata dai fanti e indossata anche dalla gran parte dei partecipanti alla prima rivolta si disse jaque: da cui venne jaquette, la nostra giacca, la cui forma e il cui uso subirono successive trasformazioni nel tempo».

C’è da dire, per la cronaca, che in Italia il diminutivo giacchetta prevalse su giacca, che entrò in uso nell’Ottocento, tanto che – se non cadiamo in errore – il vocabolario del Tommaseo non registra la voce, al contrario del Boerio, nel 1829, che recita «giacheta, giacchetta. Voce ora fattasi comune all’Italia, dal francese jaquette».

 

(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)

 

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