giovedì 4 marzo 2021

Il tabulato (telefonico)


 Dal dr Claudio Antonelli riceviamo e pubblichiamo

Il sostantivo "tabulato", sottintendente l'aggettivo "telefonico", è usatissimo in Italia. Il suono "tecnologicamente avanzato" di "tabulato" sembrerebbe relegare il termine in un lessico da addetti ai lavori. In realtà "tabulato" è termine molto diffuso nel parlare comune proprio perché in fatto di telefonate e di telefonini gli italiani si considerano tutti, a giusta ragione, degli addetti ai lavori.  


All'inizio del suo folgorante successo linguistico "tabulato" poteva far pensare a un tipo di cioccolato, che so un cioccolato "Toblerone" nuovo formato... Ma subito il "tabulato" superò il dubbio culinario espresso da "che se magna?" per assumere tranquillamente la propria identità tecnico-scientifica che può essere resa in "l’elenco di tutte le chiamate effettuate da un certo telefono in un certo arco di tempo". Assieme al tabulato e accanto all'"utenza" si sono affermati nel parlare comune dell'italiano anche i termini "cella" e "traffico".  


Con orgoglio noi italiani possiamo dire che né i francesi, né gli angloamericani possono vantare di avere nel loro vocabolario un termine altrettanto incisivo ed espressivo del nostro "tabulato". Giudicate voi. Gli anglofoni ricorrono a "printout", "spreadsheet", "call record", "phone record", "CDR", "phone calls", I francofoni a "sortie imprimée" e "relevés téléphoniques", "factures téléphoniques", "listing d'appel", "liste des appels", "relevé d'appels"... Un marasma dispersivo che non può che umilmente inchinarsi di fronte ai nostri tabulati tutti d'un pezzo. 


"Tabulato" non rischia di essere soppiantato dal solito americanismo, proprio perché già possiede un'aura d'efficientismo americano.  È termine sonoro, icastico, ben accetto a tutti e soprattutto agli inquirenti. In Italia, senza intercettazioni e senza tabulati - tutti noi lo sappiamo - moltissime indagini si risolverebbero in un nulla di fatto.  


L'italiano è forse il popolo al mondo che parla di più al telefono. Fortunatamente per le mamme, destinatarie di molte di queste telefonate. E fortunatamente anche per magistrati e poliziotti. Infatti, se nella penisola si parla per parlare, ossia per non dire granché a parte i ricorrenti sfoghi d'umore o il necessario "Butta la pasta!", in altri casi ciò che gli italiani dicono, chi chiamano, e da dove chiamano, possono costituire prove incriminanti. E gli inquirenti rendono note con generosità ai giornalisti, ben prima del processo (che forse non avrà mai luogo perché in molti casi non esiste reato) le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche fatte al personaggio di spicco i cui maneggi interessano grandemente il pubblico, i giornalisti, e i talk show. 


 

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante articolo. Complimenti al dottor Antonelli.

A volte si trova in una lingua una parola sintetica e concisa dove in un'altra si ricorre a quello che c'è di disponibile. Cito la prima che mi viene a mente: trisnonno, che gli anglofoni e i francofoni devono, in apnea, dire great-great-grandfather, arrière-arrière-grand-père.

Ora, se in italiano abbiamo nipote del nonno, e in inglese great-great-grandfather, espressioni che farebbero fatica ad entrare nelle caselle delle parole crociate, poco ne cale. L'importante è capirsi.

Renato P.

Claudio Antonelli ha detto...


Sono contento che il mio scritto le sia piaciuto.
Sì, noi abbiamo “trisnonno” (o “trisavolo”); non solo, ma abbiamo “quadrisnonno” (o “quadrisavolo”).
Di che far mordere la polvere agli anglofoni che devono gargarizzarsi con quel « great...», che gratta un po’ l’ugola, tante di quelle volte che rischiano di perdere il conto. Noi invece abbiamo questi saettanti termini.
Incoraggio quindi tutti a usarli più spesso...

Anonimo ha detto...

A onor del vero bisogna dire che a volte le parole ci sono ma non le usiamo. Per nipote del nonno c'è il termine abiatico.
Faccio mie le Sue parole: Incoraggio quindi tutti a usarli più spesso.

Renato P.

Claudio Antonelli ha detto...

Abiatico, tra l’altro, tanto per complicare inutilmente le cose, è ammesso anche con due b: abbiatico. Ma, in ogni modo, chi si è mai servito di questo termine? Immaginate una conversazione del tipo. X dice: “Allora mio nipote...” E Y di rincalzo: “Abbia pazienza… Di quale nipote sta parlando? di suo nipote abbiatico o di suo nipote non abbiatico?”

Anonimo ha detto...

L'oscillazione tra le due forme grafiche, nello specifico, abbiatico e abiatico, a mio parere non è ragione d'intralcio al suo uso corretto. Analogamente abbiamo familiare e famigliare, e questo non ne preclude assolutamente l'uso.

Nel mio modo di ragionare, le parole, dottor Antonelli, se ci sono e sono più specifiche di altre, dovrebbero essere usate. Se non le conosciamo (la qual cosa è plausibile giacché di parole autologiche c'è penuria) si consulta il dizionario come faccio io.

Delle parole, più che dirne bene o male, bisognerebbe farci l'orecchio e usarle in maniera appropriata e in un dato contesto.

Renato P.




Claudio Antonelli ha detto...

Non è l'oscillazione di "abiatico-abbiatico" a scoraggiare l'uso di tale sostantivo, ma il fatto che nessuno lo conosce, nessuno lo usa, né in settentrione, né al centro, né nel meridione, né nelle isole. Stando ai dizionari il termine “abiatico/abbiatico”, che è un sostantivo e non un aggettivo, significa “nipote di nonno”. Ma avete mai udito qualcuno usare tale termine invece di “nipote”? L’avete mai trovato, per iscritto, in una frase ad esempio del genere “Adoro i miei due abiatici”, o anche “adoro i miei abiaticini (o abiatichini)” o anche “La mia abiatica preferita è Luisa”?
Ma sono d’accordo: bisognerebbe cominciare ad usarlo.
Dia lei il buon esempio…

Anonimo ha detto...

Nel 2004 in un intervento in un sito linguistico rimisi in circolazione questo termine.

Dottor Antonelli, giudichi Lei come siamo messi dalle impressioni e i commenti. Così dobbiamo constatare che la parola tronista, tanto per citarne una, attecchisce e trionfa, mentre abiatico viene respinto. Mah, io continuo per il mio cammino.

Intervento n.3 https://forum.wordreference.com/threads/nipote.2934775/

Renato P.