Nonostante le varie raccomandazioni delle... varie istituzioni i "massinforma" (operatori dell'informazione) continuano a scrivere "vigilessa" in luogo della forma corretta vigile (maschile e femminile) preceduto dall'articolo "la": la vigile Susanna Riccardini. Vigile, insomma, come preside e presidente, nella forma femminile resta invariato e la "femminilità" è data dall'articolo che lo precede: la vigile, la preside, la presidente. Il suffisso "-essa", fanno notare i sacri testi grammaticali, ha una connotazione ironica, scherzosa o, peggio, spregiativa. Garzanti: «Il nome vigile, secondo le normali regole della lingua italiana, è maschile o femminile secondo se si riferisce a uomo o a donna: il vigile, la vigile. È in uso anche vigilessa, che però può avere anche tono scherzoso o valore spregiativo, come tradizionalmente hanno avuto diversi femminili in -essa».
Ecco un titolo di un autorevole e prestigioso quotidiano in rete:
La vigilessa sulla
pedana di Sordi: "Amo i Led Zeppelin ma qui non si dirige a ritmo
rock"
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La lingua "biforcuta" della stampa
ARTE
A Parma rinasce la Pilotta, uno dei musei più grandi del mondo
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Correttamente: al mondo. Non secondo la grammatica, in questo caso, ma secondo la logica: ci può essere qualcosa piú grande del mondo?
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