I vocabolari che abbiamo consultato attestano il lemma "studiante", lo stesso che studente, di uso prettamente letterario. Chi scrive, invece, farebbe un distinguo sull'uso "corretto" dei due lessemi. Adopereremo "studente", dal latino "studente(m)", participio presente del verbo "studere", studiare, quando il termine indica "chi frequenta un corso di studi medi o è iscritto a una facoltà universitaria" (Sabatini Coletti): studente di seconda media; studente di quinta ginnasiale; studente di architettura. Useremo "studiante", participio presente di studiare, allorché il sintagma sta per "studioso", cultore di una determinata scienza o personaggio: Giovanni è uno studiante del Manzoni. Potremmo dire, insomma, che gli studenti non sempre sono "studianti" (che si applicano con zelo, soprattutto verso una determinata disciplina). E se non cadiamo in errore, il Tommaseo-Bellini è di questo avviso. Studiante si trova in numerose pubblicazioni. E sempre a proposito di studente, consigliamo di seguire le indicazioni del Palazzi: «È errore dire uno studente in lettere, in medicina, ecc.; dirai correttamente uno studente di lettere, di medicina».
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La lingua "biforcuta" della stampa
Pd, Debora Serracchiani eletta nuovo capogruppo alla Camera. La dem: "Passo avanti non per le donne, per il partito", Letta: "Con lei e Malpezzi ottima squadra".
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Correttamente: nuova capogruppo (la capogruppo, come la caposala).
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