sabato 6 marzo 2021

Il “passo carraio” e altre piacevolezze burocratico-linguistiche.


Dal dr Claudio Antonelli riceviamo e pubblichiamo

 Dai giornali: “Scoppia il caso dei passi carrabili abusivi. Dopo una verifica delle concessioni nella prima Municipalità, su 300 passi carrabili circa il 70 per cento risulta non in regola. Due sono i casi che si sono presentati ai tecnici del parlamentino di Chiaia-Posillipo-San Ferdinando: i passi risultano o scaduti, o totalmente falsificati.” 

Il "passo carraio" o "passo carrabile" permette il passaggio, l'accesso degli autoveicoli alla proprietà. Il "carrabile" di "passo carrabile" è già un passo avanti rispetto al "carraio" di "passo carraio" che ancora esiste linguisticamente e che fa ancora più “carro con cavalli”: carri antichi, con le ruote di legno cerchiate, trainati da cavalli veri e non da "cavalli motore". 


    Il varco d'accesso è una "concessione", un tempo forse fatta dal sovrano e che oggi viene rilasciata molto democraticamente dall'ufficio "passi carrabili" (quando non è invece, in certi casi, l'"ufficio Traffico del Comando di Polizia Municipale") previo però il compimento di un iter burocratico, ossia riempiendo i prescritti moduli, pagando le marche da bollo, i diritti d'istruttoria e che so altro, e non dimenticando le dovute planimetrie e una serie di certificazioni. 


     L'equivalente canadese del "passo carrabile" italiano, ossia il varco di accesso dalla strada pubblica al nostro garage, non è considerato degno di una qualifica così pomposa. È un varco anonimo, non identificato, ossia senza un cartello ad hoc. È un semplice “driveway”, che in genere non ha neanche bisogno di un cartello che lo indichi: sono i fatti a proclamarlo tale, poiché esso si deduce, pragmaticamente, dal contesto. Quindi non esiste né l'Ufficio "passi carrabili" né la speciale procedura per ottenerlo burocraticamente.  Esiste, ed è tutto. Sta a noi identificarlo e rispettarlo. E vi assicuro che nessuno si sbaglia, perché se parcheggiamo l'auto lungo il marciapiede, nel punto in cui il marciapiede si abbassa, e ostruiamo l'accesso veicolare che conduce a un garage, a una casa, a una proprietà privata, il proprietario chiamerà immediatamente la polizia. Che subito interviene e fa una multa.


     Ma nessuno paga per questo privilegio del passo carraio alla canadese? Certamente, anche qui si paga: sono le tasse che gravano sulla proprietà della casa, dalle quali in Canada nessuno si salva, a conferire questo "privilegio". E qui in Canada non distinguono né prima, né seconda, né ennesima casa… L’imposta un tempo detta “fondiara” è la stessa per tutte, ma varia secondo il valore di mercato della casa; che è tenuto continuamente aggiornato.


Sempre in questo linguaggio da burocrazia e da stanze dei poteri, "secretare" vuol dire, "segretare", rendere segreto, inaccessibile, sottrarre alla consultazione, sottoporre al segreto d'ufficio, un verbale o un altro documento.


I "titoli di viaggio", alias i comuni biglietti del treno o dell'autobus, devono essere obliterati, altrimenti si rischia di incorrere in una multa (poco probabile sugli autobus, vista la quasi inesistenza di controlli in Italia). Ma accanto al termine "obliterare", di per sé piuttosto ermetico, abbiamo "timbrare", "vidimare", "validare", "convalidare", "annullare".   

 

All'incertezza dei termini si aggiunge la poco efficace e veramente ridicola macchinetta atta alla bisogna: la striminzita obliteratrice situata sugli autobus, la cui minuscola fessura richiede vista acuta e grande destrezza manuale. Per poi ritirare, quando l'operazione riesce, un biglietto "obliterato", ossia recante una linea di microscopici caratteri di stampa, in cui teoricamente il controllore, che non passa mai, dovrebbe essere in grado di leggere l'ora e la data fatidiche dell'avvenuta timbratura.

 

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Chiedo lumi. Nell'interessante articolo del dottor Antonelli si parla di Passo carrabile o di Strada privata? Leggo infatti:
“L'equivalente canadese del "passo carrabile" italiano, ossia il varco di accesso dalla strada pubblica al nostro garage, (...). È un varco anonimo, non identificato, ossia senza un cartello ad hoc. È un semplice “driveway” ...”

Se non ho travisato, in Canada l'espressione driveway traduce sia “Passo carrabile” sia “Strada ad accesso privato”, che in italiano sono espressioni a sé stanti. Ci può essere infatti un cartello di passo carrabile di fronte a una saracinesca, in città, come ci può essere una strada di campagna ad accesso privato annessa ad una strada provinciale.
È così?

Qui alcune traduzioni secondo Il Collins Giunti:
carrabile, suitable for vehicles; passo carrabile, keep clear. carraio; agg, carriage, attr. Passo carraio, driveway. carreggiabile, strada, road open to light trafic.

Renato P.

V.Ppnr ha detto...

Quale è l'argomento principale di questo intervento?
Con maggiore pertinenza e una punta di impertinenza, chiedo all'autore se ritenga opportuno/adeguato/lecito trattare tale argomento, che di linguistico ha una lievissima sfumatura, in un blog che affronta unicamente temi linguistici.
Vittorio Pepe

Claudio Antonelli ha detto...

Per Renato P.

Nell’articolo in questione, io equiparo il passo carraio al driveway nordamericano. Il driveway cittadino è la stradina, il breve tratto, il percorso, il cammino, il passaggio, il vialetto, l’apertura - percorribile con un veicolo - che da una strada pubblica conduce a un garage, a una casa, o ad altri immobili.

Claudio Antonelli ha detto...

per V.Ppnr

L’aggettivo “linguistico”, stando ai dizionari, puo’ voler dire: “relativo alla lingua” / “relativo alla linguistica”.

Il mio scritto è indubbiamente “relativo alla lingua”. Contiene inoltre un accenno all’etimologia di “carraio” e “carrabile”, temi anch'essi linguistici.
Io ritengo che rientrino nei temi linguistici non solo il “si dice?” “non si dice?” la “sincronia” e la “diacronia” ma anche la lingua come fatto sociale, e i particolari aspetti, caratteri e manifestazioni della lingua.

Treccani; “linguistico” = Che riguarda la lingua, il linguaggio, come fatto sociale, o particolari aspetti, caratteri e manifestazioni della lingua.

A voler essere troppo severi neppure il volumetto “Nella foresta del vocabolario” del linguista Aldo Gabrielli tratta temi di “vera” linguistica. Ecco alcuni temi da lui trattati: “Dalla diligenza alla jeep”, “La nascita guerriera della cravatta”, “Gli uccelletti scappati”, “il coperto e la credenza”, “Dalla maionese alla maiolica”, “La storia del carosello”…
Lo stesso “Dizionario moderno” del Panzini esprimente, secondo le parole dell’autore, “una visione di vita”, sarebbe allora molto poco “dizionario”. Invece Francesco Flora giudico’ molto positivamente quest’opera, osservando che Panzini “raccolse parole e frasi con l’attenzione non del puro e indifferenziato vocabolarista, ma con quella di un artista che fa del dizionario una sua occasione al piacere d’immaginare e talora di comporre poeticamente un suo motivo o capriccio.”
Quanto le dico non è per paragonarmi a Gabrielli o a Panzini, ma semplicemente per far valere un punto di vista di cui io certo non ho l’esclusiva.

Anonimo ha detto...

Ho capito. La confusione in me era ingenerata dall'uso nel Suo scritto dell'espressione "driveway" (di cui Lei spiega in un secondo tempo a che cosa lo equipara).

Ad ogni modo, mi sembra che nell'articolo in italiano si parli più di cartelli di Passo carrabile (in città), che in inglese tradurrei con "keep clean".

Ricordiamolo, "keep clean" vuol dire un po' di tutto: tenersi alla larga, lasciare libero il passo, lasciare libero l'accesso, non ostruire, non ingombrare, ecc.

Se ci inframmezziamo un complemento qualsiasi il senso della frase cambia (keep your office clean), la qual cosa non succede in italiano ("Passo carrabile il tuo ufficio" è frase incomprensibile).

Il nostro "Passo carrabile" è molto più conciso e, secondo il mio parere, affatto pomposo.
E, ci tengo a ricordarlo, una parola sintetica inglese per carrabile non c'è.

Poi, volendo continuare, in "Driveway" c'è un "drive" che vuol dire tutto e niente (sul Wordreference alla parola "drive" possiamo trovare oltre una cinquantina di definizioni.

Sì, forse in altri frangenti un termine cinese, giapponese, spagnolo, russo, inglese, persiano, ecc. sarà meglio di uno italiano, ma non in questo caso.

Renato P.

Claudio Antonelli ha detto...

Lei scrive : “mi sembra che nell'articolo in italiano si parli più di cartelli di Passo carrabile (in città), che in inglese tradurrei con ‘keep clean’”.

"‘Keep clean’ – lei scrive – vuol dire un po' di tutto: tenersi alla larga, lasciare libero il passo, lasciare libero l'accesso, non ostruire, non ingombrare, ecc.”

Al posto della "enne" finale di "clean" andrebbe messa una "erre". “Keep clear” e non "keep clean" è, infatti, l’espressione che “vuol dire un po' di tutto: tenersi alla larga, lasciare libero il passo, lasciare libero l'accesso, non ostruire, non ingombrare, ecc.”

Anonimo ha detto...

Ha proprio ragione Lei, dottor Antonelli. "Keep clear", e non "Keep clean". Pago ammenda.

A parte la svista, "keep clear" per passo carrabile (è sott'inteso di lasciare libero l'accesso), e " Driveway" per Strada ad accesso privato. La trovo d'accordo su questa distinzione?

Renato P.

Claudio Antonelli ha detto...

per Renato P.
Il sito “context-reverso” (https://context.reverso.net/translation/english-italian/driveway) ci dà la traduzione italiana di una serie di frasi inglesi contenenti la parola “driveway”.

In tali frasi, “driveway” è reso con: “vialetto”, “vialetto privato”, “vialetto d’accesso”…

Sempre nel sito “context-reverso”, ma nelle traduzioni dall’italiano in inglese che ci vengono fornite, “passo carraio” è tradotto quasi sempre con “driveway”. In pochi casi, pero’, con “vehicle entrance”.

Non penso sia utile aggiungere altro a quanto ho già detto nel mio scritto originario in merito all’incongruenza di questo “passo carraio”, cosi’ caro allo spirito bizantino-burocratico italiano; bizantinismo di cui la stragrande maggioranza degli abitanti della penisola non si rende conto. E privarli del cartello e della tassa sul “passo carraio”, secondo me, sarebbe come privarli delle marche da bollo: li renderemmo orfani.

Mi sono deliziato a leggere i commenti sul “driveway” all’italiana espressi da espatriati anglofoni che vivono in Italia, ma che hanno conservato, tutti, una logica pragmatica. Visiti anche lei questo sito: https://farfalle1.wordpress.com/2010/05/05/passo-carrabile/

Ecco qualche giudizio (mia traduzione):
“Stento a capire la logica della tassa sul ‘Passo carrabile’. È un concetto italiano, attuato come solo gli Italiani sono capaci di fare. Secondo l’‘Oxford web translator’ passo carrabile significa ‘driveway’, ma in realtà significa qualunque tipo di vialetto, entrata macchine, o portone che deve essere lasciato sgombro per i proprietari. In altre parole: Ehi tizio, non parcheggiare qui!
(‘Passo Carrabile’, according to the Oxford web translator means ‘driveway,’ but it actually means any alley, drive or portal that must left accessible for the owners. In other words, don’t park here, buster.)

“Negli Stati Uniti quasi sempre funziona il buon senso: se c’è un driveway, tu capisci che non devi parcheggiare in maniera da ostruire l’accesso.”

“La tassa sul passo carrabile? Un mucchio di m… lasciamo perdere.” (“Passo Carrabile tax? What a pile of…nevermind.”)

Tutti queste persone, cosi’ critiche della mentalità burocratica e dell’indisciplina italiane, dicono invece meraviglie del clima e del cibo. Che anch’io dal Canada rimpiango, cercando di consolarmi – ma senza riuscire – con il fatto che tutti rigorosamente rispettano il mio "passo carrabile" ossia il varco di accesso dalla strada pubblica al mio garage, senza che ci sia neppure bisogno di un cartello. Il solo segno distintivo è l’abbassamento del marciapiede in corrispondenza dell’inizio del vialetto che posseggo in comune col proprietario della casa affiancata alla mia. E di passi carrabili come il mio ve ne sono a decine di migliaia attraverso la città.

Fausto Raso ha detto...

Do il collegamento diretto al sito indicato dal dr Antonelli: passo carrabile

Fausto Raso ha detto...

Dimenticavo: anche questo collegamento

Anonimo ha detto...

Le traduzioni da una lingua all'altra (non solo italiano e inglese) non riescono quasi mai perfette. Il Canada, parlo di quello colonizzato dagli Europei, è un paese relativamente recente. L'urbanistica in generale delle città del Nuovo Mondo si è evoluta in maniera molto diversa da quella delle città europee in particolare di quelle del bacino mediterraneo che spesso oltrepassano due millenni di storia.

La burocrazia e le leggi che regolano il buon convivere dei cittadini che abitano queste città italiane comprendono uno scenario di situazioni abitative ben più complesso di quello delle favelas o di Toronto.

Sicché abbiamo anche noi espressioni ostiche a tradursi correttamente in altre lingue; servitù di passaggio, servitù coattiva di passaggio, diritto di usucapione, utilitas, ecc., è solo un assaggio del panorama linguistico relativo appunto alla nostra società e alla nostra burocrazia e il linguaggio ad essa appartenente.

Un "driveway" che vuol dire un po' di tutto non è sufficiente in Italia né ad un Italiano quale sono io, perché non si capisce se si parla delle caratteristiche di un tratto di strada o di un particolare punto di questa.

Tra "Driveway" e "Keep clear" ci passa la differenza come tra un verbo durativo e un verbo puntuale, o tra un periodo di tempo e un punto preciso nella linea temporale.

Il nostro passo carrabile, segnalato da un cartello con univoca immagine e rilasciato dalle Autorità competenti segnala di lasciare libero il passaggio davanti a un cancello, a una saracinesca, e consimili. Lo troviamo prevalentemente in città.

Vialetti privati, strade ad accesso privato e cose simili sono altra cosa.

Poi, dottor Antonelli, se Lei si è adattato alla vita in Canada e degli abitanti di questo Paese e ne riconosce pregi e buon senso sconosciuti in Italia, questo Le fa onore e me ne compiaccio.

Le scrivo dal Giappone, dove mi sono trasferito, e prima ancora lavoravo all'estero, per anni, (India, Tailandia, Medio Oriente, ...) e da quello che capisco la burocrazia e le leggi sono indigeste e mal comprese un po' dappertutto.

La burocrazia c'è e ha la sua ragione di esserci. Il suo linguaggio mira ad essere più preciso rispetto al linguaggio popolare. Spesso si avvale di espressioni cristallizzate. Che tutto ciò possa ingenerare patemi o perplessità è umanamente comprensibile.

Renato P.

Anonimo ha detto...

Oltre a rinnovarle i miei elogi, dottor Antonelli per i Suoi articoli ben fatti, a mio parere, ma questo esula dall'argomento prima trattato, sarebbe forse meglio se trattasse un tema linguistico o sociale per volta. Avrei voluto risponderle anche in merito a "obliteratrice" ma, per evitare messaggi e risposte incrociate, ci ho rinunciato.

Insomma, un tema per volta e ben centrato su una particolare questione linguistica e/o sociale sarebbe molto gradito.

Renato P.