di Salvatore Claudio Sgroi
Se il termine coronavirus è spesso adoperato nell'uso comune, non tecnico, come sinonimo di covid, indicante sia il virus patogeno che la malattia determinata da tale virus, è di un certo interesse notare come il coronavirus è stato percepito dalla comunità dei segnanti sordi, ovvero dei sordi profondi.
Sabina Fontana, occupandosi in un contributo
assai intrigante su "Come
la pandemia ha cambiato la percezione della lingua dei segni" della
comunità dei sordi, segnanti nativi in Sicilia (in
Filosofi in ciabatte. Divagazioni
filosofiche ai tempi del Coronavirus a
cura di Mario Graziano, Corisco
Edizioni, Roma-Messina 2020), ha tra l'altro rilevato l'esistenza di due
diversi segni gestuali per indicare il coronavirus.
Un segno della Lingua Italiana dei Segni (LIS) e un segno invece diverso della Lingua Americana dei Segni (ASL "American Sign Language"), adottato da giovani segnanti italiani, che si sono rivelati così "esterofili", non sempre graditi ad altri segnanti italiani meno giovani, in quanto "non rispettano" la "tradizione" e quindi il segno è stato "corretto" poiché giudicato "scomodo".
Come
nel caso del prestigio culturale dell'anglo-americano esercitato sulla lingua
italiana (con conseguente adozione di anglicismi e calchi), anche l'ASL sembra godere di un particolare
prestigio che influenza la LIS, con
reazioni di "contestazioni" neo-puristiche o di micro-fedeltà
linguistica per l'uso di "giovani" che "non rispettano" la
"tradizione".
1.1. Variazione sociolinguistica del coronavirus nella LIS
Come mi avverte la stessa S. Fontana, il gesto del coronavirus presenta una variabilità geografica nella LIS, perché accanto alla variante siciliana-ragusana, c'è da considerare "quello standard usato dagli interpreti in TV". E "Tutti usano le labializzazioni".
Come
se non bastasse, lo stesso segno ragusano va soggetto a variazioni individuali
presso lo stesso segnante. Come dire, il coronavirus
saussurianamente, presenta una notevole variazione sociolinguistica: dalla Langue (uso standard) alla parole geografica (variazione diatopica)
alla parole generazionale (variazione
diafasica), alla parole idiolettale,
individuale (variazione ancora diafasica).
1.2. Il coronavirus zoologicamente una
"medusa"
Non meno
intrigante è semanticamente l'immagine del coronavirus
quale appare nella frase della segnante riportata nel titolo del contributo
della Fontana: “Può vola coronavirus,
trasparente come medusa”.
Il coronavirus si configura cioè "diafano",
trasparente e richiama zoologicamente una "medusa", ovvero
lessicograficamente (Diz. di De
Mauro) un "invertebrato marino con il corpo gelatinoso, diafano e a forma
di ombrello, dotato di una frangia di sottili filamenti prensili, spesso
fortemente urticanti".
Etimologicamente
un greco-latinismo: "dal lat. scient. Medusa, da Medusa 'Medusa',
per i filamenti che ricordano i serpenti che costituivano la capigliatura della
Medusa, dal gr. Médusa".
1.3. (Inter)lingua
italiana dei sordi: tipologicamente VSO
La
definizione del "coronavirus-medusa" fa peraltro parte di un
"messaggio watsapp" che si
configura sintatticamente e tipologicamente assai istruttivo.
L'enunciato in
questione “Può vola coronavirus, trasparente come medusa” è infatti parafrasabile
con "Il coronavirus,
trasparente come una medusa,
può volare" e sembra un
tipico es. della (inter)lingua italiana dei sordi. Infatti comporta l'omissione
degli articoli (il, una) e il verbo vola ha valore di infinito ('volare').
Il soggetto coronavirus, con l'espansione (trasparente come medusa), è inoltre
post-verbale. Sicché l'es. sembra rinviare tipologicamente, a non essere
marcato, a una (inter)lingua "V(erbo) + S(oggetto) + O(oggetto)",
diversa dalla lingua italiana standard che segue l'ordine "S(ogg.) + V(erbo) + O(ggetto)".
L'ordine VSO,
comune anche all'arabo e all'ebraico classico, è il terzo ordine sintatticamente più frequente nelle lingue del mondo
(circa il 15%).
L'ordine SVO (dell'it. standard, delle lingue
germaniche, dell'ebraico moderno ecc.) è invece al 2° posto, condiviso da circa
il 50% delle lingue del mondo.
Al 1° posto si
colloca per contro l'ordine SOV,
proprio per es. del latino, turco, giapponese, ungherese, ecc., ed è comune a
circa il 66% delle lingue del mondo.
L'ordine VOS, proprio del malgascio, occupa il 4°
posto (circa il 10% delle lingue del mondo). Invece rarissimi, infine, gli
altri due ordini sintattici (OSV, OVS) sui sei possibili.
2. Un augurio
Ma la lingua dei
segni italiana (e non solo) arricchita lessicalmente dinanzi alla pandemia
coronavirale e/o covidica è ancora da conoscere e da studiare da parte dei
linguisti esperti della (complessa) lingua dei segnanti sordi. Si resta in
attesa.
Sommario
1. Il coronavirus italiano e angloamericano nella lingua dei sordi (LIS e ASL)
1.1.
Variazione sociolinguistica del coronavirus
nella LIS
1.2.
Il coronavirus zoologicamente una
"medusa"
1.3.
(Inter)lingua italiana dei sordi: tipologicamente VSO
2. Un augurio
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