lunedì 21 settembre 2020

Sgroi - 76 - Il Coronavirus? Una medusa per i sordi profondi

 


di Salvatore Claudio Sgroi

  1. Il coronavirus italiano e angloamericano nella lingua dei sordi (LIS e ASL)

Se il termine coronavirus è spesso adoperato nell'uso comune, non tecnico, come sinonimo di covid, indicante sia il virus patogeno che la malattia determinata da tale virus, è di un certo interesse notare come il coronavirus è stato percepito dalla comunità dei segnanti sordi, ovvero dei sordi profondi.

Sabina Fontana, occupandosi in un contributo assai intrigante su "Come la pandemia ha cambiato la percezione della lingua dei segni" della comunità dei sordi, segnanti nativi in Sicilia (in Filosofi in ciabatte. Divagazioni filosofiche ai tempi del Coronavirus a cura di Mario Graziano,  Corisco Edizioni, Roma-Messina 2020), ha tra l'altro rilevato l'esistenza di due diversi segni gestuali per indicare il coronavirus.

 Un segno della Lingua Italiana dei Segni (LIS) e un segno invece diverso della Lingua Americana dei Segni (ASL "American Sign Language"), adottato da giovani segnanti italiani, che si sono rivelati così "esterofili", non sempre graditi ad altri segnanti italiani meno giovani, in quanto "non rispettano" la "tradizione" e quindi il segno è stato "corretto" poiché giudicato "scomodo".

Come nel caso del prestigio culturale dell'anglo-americano esercitato sulla lingua italiana (con conseguente adozione di anglicismi e calchi), anche l'ASL sembra godere di un particolare prestigio che influenza la LIS, con reazioni di "contestazioni" neo-puristiche o di micro-fedeltà linguistica per l'uso di "giovani" che "non rispettano" la "tradizione".

 

1.1. Variazione sociolinguistica del coronavirus nella LIS 

Come mi avverte la stessa S. Fontana, il gesto del coronavirus presenta una variabilità geografica nella LIS, perché accanto alla variante siciliana-ragusana, c'è da considerare "quello standard usato dagli interpreti in TV". E "Tutti usano le labializzazioni".

Come se non bastasse, lo stesso segno ragusano va soggetto a variazioni individuali presso lo stesso segnante. Come dire, il coronavirus saussurianamente, presenta una notevole variazione sociolinguistica: dalla Langue (uso standard) alla parole geografica (variazione diatopica) alla parole generazionale (variazione diafasica), alla parole idiolettale, individuale (variazione ancora   diafasica).

 

1.2. Il coronavirus zoologicamente una "medusa"

Non meno intrigante è semanticamente l'immagine del coronavirus quale appare nella frase della segnante riportata nel titolo del contributo della Fontana: “Può vola coronavirus, trasparente come medusa”.

Il coronavirus si configura cioè "diafano", trasparente e richiama zoologicamente una "medusa", ovvero lessicograficamente (Diz. di De Mauro) un "invertebrato marino con il corpo gelatinoso, diafano e a forma di ombrello, dotato di una frangia di sottili filamenti prensili, spesso fortemente urticanti".

Etimologicamente un greco-latinismo: "dal lat. scient. Medusa, da Medusa 'Medusa', per i filamenti che ricordano i serpenti che costituivano la capigliatura della Medusa, dal gr. Médusa".

 

1.3. (Inter)lingua italiana dei sordi: tipologicamente VSO

La definizione del "coronavirus-medusa" fa peraltro parte di un "messaggio watsapp" che si configura sintatticamente e tipologicamente assai istruttivo.

L'enunciato in questione Può vola coronavirus, trasparente come medusaè infatti parafrasabile con "Il coronavirus, trasparente come una medusa, può volare" e sembra un tipico es. della (inter)lingua italiana dei sordi. Infatti comporta l'omissione degli articoli (il, una) e il verbo vola ha valore di infinito ('volare').

Il soggetto coronavirus, con l'espansione (trasparente come medusa), è inoltre post-verbale. Sicché l'es. sembra rinviare tipologicamente, a non essere marcato, a una (inter)lingua "V(erbo) + S(oggetto) + O(oggetto)", diversa dalla lingua italiana standard che segue l'ordine "S(ogg.) + V(erbo) + O(ggetto)".

L'ordine VSO, comune anche all'arabo e all'ebraico classico, è il terzo ordine sintatticamente più frequente nelle lingue del mondo (circa il 15%).

L'ordine SVO (dell'it. standard, delle lingue germaniche, dell'ebraico moderno ecc.) è invece al 2° posto, condiviso da circa il 50% delle lingue del mondo.

Al 1° posto si colloca per contro l'ordine SOV, proprio per es. del latino, turco, giapponese, ungherese, ecc., ed è comune a circa il 66% delle lingue del mondo.

L'ordine VOS, proprio del malgascio, occupa il 4° posto (circa il 10% delle lingue del mondo). Invece rarissimi, infine, gli altri due ordini sintattici (OSV, OVS) sui sei possibili.

 

2. Un augurio

Ma la lingua dei segni italiana (e non solo) arricchita lessicalmente dinanzi alla pandemia coronavirale e/o covidica è ancora da conoscere e da studiare da parte dei linguisti esperti della (complessa) lingua dei segnanti sordi. Si resta in attesa.

 

Sommario

1. Il coronavirus italiano e angloamericano nella lingua dei sordi (LIS e ASL)

1.1. Variazione sociolinguistica del coronavirus nella LIS

1.2. Il coronavirus zoologicamente una "medusa"

1.3. (Inter)lingua italiana dei sordi: tipologicamente VSO

2. Un augurio




 

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