di
Salvatore Claudio Sgroi *
1.
L'evento
Il leader dem, Nicola Zingaretti,
neo-vincitore delle primarie del PD, parlando del(la) Tav a Torino dinanzi a
una folla ha detto:
"il
blocco della Tav lo sta pagando tutto il Paese,
quindi
quello che chiediamo è che i bandi non si interrompino,
che [la Tav] vada avanti"
Manco a dirlo i quotidiani on line e i social non si sono lasciati
sfuggire l'occasione per stigmatizzare il congiuntivo popolare "si interrompino", pur seguito
paradossalmente da un altro congiuntivo ortodosso "vada", con soggetto implicito, ricavabile dal contesto:
(i)
"Zingaretti sbaglia congiuntivo parlando di Tav: 'I bandi non si
interrompino' " (L'Espresso).
(ii)
"Nicola Zingaretti 'studia' da vicepremier: alla prima uscita da
segretario Pd sbaglia il congiuntivo" (L'HuffPost).
(iii)
"Zingaretti sbaglia il congiuntivo. Ironia dei social: 'Tenta questa carta
per conquistare i 5 stelle' " (Globalist.it).
(iv)
"Torino, Zingaretti sostiene la Tav e inciampa sul congiuntivo: 'I bandi
...' " (MSN.com) "
1.1.
Congiuntivo analogico
Il congiuntivo interromp-ino, al posto di interromp-ano,
proprio dei verbi di II coniugazione (in -ere)
come interromp-ere, o di III come ven-ire, veng-ano, entrambe classi
chiuse, non più produttive dell'italiano, si spiega, come abbiamo più volte
chiarito, in quanto estensione analogica della desinenza del cong. dei verbi di
I coniug. in -are (am-are/am-ino), che costituiscono la
classe più numerosa e produttiva, aperta ai neologismi.
Una 'caduta' quindi di stampo popolare,
un "lapsus", "l'interromp-ino",
che peraltro contrasta paradossalmente con il congiuntivo ortodosso "vada avanti" nello stesso periodo.
2.
"Regola di adiacenza"
E tuttavia la frase incriminata al primo
ascolto non sembra proprio errata e anzi se si prova a sostituire la forma
stigmatizzata con quella corretta, si sarebbe tentati di dire che la prima
formulazione (interromp-ino) suona
meglio della forma ortodossa:
"quello
che chiediamo è che i bandi non si interrompano,
che [la Tav] vada avanti"
Come mai? Dopo aver spiegato a) perché il cong. interromp-ino sia normativamente errato, bisogna ancora dar conto
di altri due fatti: b) l'impressione
che tale congiuntivo non sia errato, e
c) come mai lo stesso parlante
utilizzi prima il cong. incriminato e subito dopo la forma canonica ("vada").
Ci sembra che in quest'enunciato abbia
agito, come in altri casi, la "regola di adiacenza", "di contiguità",
"di prossimità", "di vicinanza", qui delle quattro i (i, bandi, si, interromp-) delle parole che
precedono il cong. di "interromp-ere", trasformando così il canonico interromp-ano in "interromp-ino".
I rapporti in presentia, sintagmatici
(avrebbe detto qualcuno) hanno cioè avuto la
prevalenza su quelli in absentia, associativi, paradigmatici (cong. II coniug.
in -ano).
Seguendo Lorenzo Renzi (Come cambia la lingua, il Mulino 2012)
si tratta saussurianamente, nel caso del congiuntivo analogico, di un errore
"di parole", mentre il
potenziale vadi del suppletivo andare, scartato da Zingaretti, sarebbe
stato un "errore di langue"
(p. 93).
2.1.
Analogo es. di M. Landini
L'analogo es. di Maurizio Landini, anch'egli neo-segretario,
della Cgil, rientra nella stessa "regola di adiacenza", come avevamo
indicato nel precedente "Il
congiuntivo e la "regola di adiacenza" (9 febbraio 2019), con il
cong. Guard-i della I coniug. che ha
attirato a sé i 5 successivi vad-i
(per vad-a) dell'irregolare andare:
"Guardi, vadi in qualsiasi luogo di
lavoro, vadi in un centro
commerciale, vadi in un ospedale, vadi in un’azienda, vadi in una logistica: sa cosa
succede?"
Ma nel caso di vad-i si tratta di
un "errore di langue", presentando il verbo andare un
suppletivismo forte, cioè con radici diverse (vado, vai, va, andiamo, andate,
vanno).
3.
Promozione sociale di "interrompino"?
Considerando il ruolo sociale del
parlante (nel caso specifico il ruolo del neo-segretario, qual'è Nicola
Zingaretti, di un partito non secondario come il PD) si potrebbe, come per il
congiuntivo di M. Landini, anche prevedere con la diffusione potenziale di tale
forma una sua promozione sociale e un possibile passaggio dall'italiano
sub-standard all'italiano parlato, neostandard, pan-italiano.
* Docente di linguistica generale presso
l'Università di Catania
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