giovedì 14 marzo 2019

Sgroi - 17 - "Frammistione": etimo diacronico?

di Salvatore Claudio Sgroi *

Premessa
Stimolato dai rilievi di alcuni amici-linguisti sull'ipotesi dell'etimo diacronico di frammistione, documentata a partire almeno dall'800 a tutt'oggi, ripropongo l'intervento dell'11 marzo con un supplemento di dati e di argomentazioni pro etimo diacronico (dal lat. intermixtio, onis).

1. Vitalità di frammistione
Sulla vitalità del termine frammistione, oltre l'es. già indicato, del 1803, presente in un testo tradotto dall'inglese:

  Erasmo Darwin 1803: "Linneo, nella Introduzione a' suoi ordini naturali, suppone che pochissimi fossero i vegetabili dapprima creati, e che il loro numero sia andato crescendo in ragione della frammistione e'  loro sponsali" (Zoonomia ovvero leggi della vita organica, Milano, Pirotta e Maspero, p. 234; Napoli, Trani 1808 p. 247, ecc.),

ne segnalo, sempre sulla scorta di Google libri ricerca avanzata, altri due del 1815 e del 1830 in ambito giuridico e in ambito storico

 1815: "§ 28  [...] e niente più comune diventa il formento in tali casi di quello che un gregge che risultasse dalla frammistione di due, uno tuo , l'altro di Tizio" (Corpus iuris civilis romani, Corpo del diritto civile romano. Le instituzioni del diritto civile romano dell'imperatore Giustiniano, volgarizzate con il testo latino a fronte, Milano, Baret, p. 91).

 H. Ellis 1830: "La frammistione confusa dei due sessi nei tempii, il dispregio, l'avversione e la trascuranza di quelle pubbliche solennità che formavano una parte delle abitudini giornaliere del popolo, sono cose particolarmente riferite nei rapporti dei mandarini" (Viaggio di lord Amherst alla China, Torino, Stamperia alliana, p. 127).

 Particolarmente interessante anche l'es. seguente:

 Giuseppe Onofrio Marzuttini 1830: "Laonde quando tu odi nomare Iddio, intendi una sostanza senza principio, senza fine, semplice, senz'alcuna frammistione, invisibile, incorporea, ineffabile, inestimabile, in cui niente v'ha di aggiunto, niente di creato" (Collezione delle opere dei padri e di altri autori ecclesiastici della chiesa aquilejese, tradotte illustrate e impresse.col testo a fronte dall'abate G.O. Marzuttini, Udine, Fratelli Mattiuzzi, p. 23).

 Il cui testo latino così recita:

 "Deum cum audis, substantiam intellige sine initiom, sine finem, simplicem, sine ulla admistione, invisibilem, incorpoream, ineffabilem, inestimabilem, in qua nihil adjunctumm, nihil creatum sit" (p. 22).

 Il sost. admistio, admixtio, sinonimo di intermixtio, è termine ciceroniano (Calonghi Dizionario latino italiano).


Nel '900 in ambito linguistico si possono segnalare, prima del già citato Berruto 2005:


Gaetano Berruto 1985: l'enunciazione mistilingue, è «la frammistione di costituenti appartenenti a due sistemi linguistici diversi in uno stesso enunciato senza che ai segmenti inseriti sia possibile attribuire un qualunque valore (micro)funzionale»" (“'l pulman l'è nen ch-a cammina tanto forte'. Su commutazione di codice e mescolanza dialetto-italiano”, in "Vox Romanica" 44 (1985), pp. 59-76, a. p. 67, giusto la precisazione dello stesso Berruto; citato anche in Il caso Camilleri: letteratura e storia, Palermo, Sellerio 2004, p. 90; cfr. anche pp. 92, 93).

 Bruno Moretti, ‎Dario Petrini, ‎Sandro Bianconi 1992: "Ciò potrebbe a sua volta favorire la frammistione in italiano di tali termini anche quando vengono usati con valore referenziale. Fattori pragmatico-interazionali e socioculturali in senso lato legati al ruolo e alle connotazioni dei due codici" (Linee di tendenza dell'italiano contemporaneo. Atti del XXV Congresso internazionale di studi della Società di linguistica italiana (Lugano, 19-21 settembre 1991, Roma, Bulzoni, p. 361).

E poi:

 Gianna Marcato, a cura di, 2005: "Quanto alle abbanniate caratterizzate dalla frammistione del codice lingua e del codice dialetto, sono presenti produzioni del tipo un èuro na bbella vaschìetta. un èuro. bbelli chivi. un èuro. bbelli nìespuli. [...]" (Dialetti in città. Atti del convegno, Sappada-Plodn (Belluno), 30 giugno-4 luglio 2004, Padova, Unipress, p. 101; e p. 93).

 Alberto A. Sobrero, ‎Annarita Miglietta, a cura di, 2006: "Da un punto di vista segmentale, costituiscono singoli episodi di frammistione tutte le sequenze continue di dialetto, a partire dal singolo elemento (es. l'articolo) fino ad arrivare a gruppi di parole e di frasi" (Lingua e dialetto nell'Italia del Duemila, Lecce, Congedo, p. 248, anche pp. 249-50).

 Paola Como 2007: "[...] l'individuazione dei confini della frammistione. In linea generale, per l'attribuzione dell'elemento omofono ad uno dei due codici, sono stati adottati criteri di costituenza sintattica.” (La variabilità del dialetto. Uno studio su Monte di Procida, Napoli, Liguori, p. 208).

  2. Etimo sincronico o diacronico?
In attesa che i dizionari accolgano il termine, c'è da chiedersi quale ne sia l'etimo.

 2.1 Frammist-ione neoformazione suffissata?
L'analisi di frammistione è invero trasparente al parlante comune che può analizzarlo come suffissato formato dal part. pass. "frammisto + suffisso -ione". Apparentemente quindi frammist-ione sembrerebbe una neoformazione, una voce cioè creata in italiano, un neologismo almeno dell'800.
Sennonché i suffissati in -ione non sono neoformazioni ma, come è stato dimostrato, prestiti da altre lingue, cfr. eros-ione dal lat. erosiōne(m), confus-ione dal lat. confusiōne(m), trasmiss-ione dal lat. transmissiōne(m), ecc.

2.2. Frammistione latinismo
La base Frammisto, databile av. 1765, è a sua volta latinismo, dal lat. intermixtus, part. pass. di intermiscere. Il sost. femm. frammistione è quindi riconducibile al s.f. latino intermixtione(m). Il lat. intermixtio, -onis è documentato nel IV sec. d.C. con C. Marius Victorinus grammatico e retore (cfr. Calonghi Dizionario latino italiano). E la forma intermixtione è adoperata anche nel latino moderno, "Recentior Latinitas", almeno a partire dal 1500, stando al Thesaurus formarum totius latinitatis a Plauto usque ad saeculum XXum a cura di P. Tombeur (1998). E grazie a Google è documentabile in vari testi latini a partire dal '700.

2.2.1. Latinismi analoghi
Casi analoghi al lat. inter-mixtione > it. fra-mmistione, in cui cioè l'inter lat. è tradotto con fra-,  ma reso anche con inter-, sono costituiti dalle seguenti due coppie di lessemi:


lat. inter-pōnĕre > 1)   it. fra-pporre sec. XIV, Livio volgar.

                           > 2)  it. inter-porre 1304-08, Dante.

                              
lat. intermĭttĕre > 1)  it. fra-mmettere 2ª metà XIII sec., Fatti di Cesare

                          > 2) it. inter-mettere 1354.


 2.3. Fra-mmistione: neoformazione prefissata?
Si potrebbe anche ipotizzare un'analisi di frammistione come neoformazione prefissata: "fra- + mistione", ma il prefisso fra- si combina con verbi e non con nomi (cfr. M. Grossmann - F. Rainer, a cura di, La formazione delle parole in italiano, Niemeyer, 2004, pp. 131-32).

 2.4. Conclusione
Alla fine, l'ipotesi di frammistione come neoformazione, prefissata o suffissata che sia, non sembra strutturalmente sostenibile, ed è quindi decisamente preferibile propendere per l'etimologia diacronica, dal lat. intermixtione(m).

* Docente di linguistica generale presso l'Università di Catania


















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