I "teutonicismi" - ci sia consentito questo neologismo (1) - presenti nel nostro linguaggio corrente si possono dividere in due gruppi: 1) germanismi antichi (quelli entrati nel nostro idioma durante le invasioni barbariche); 2) germanismi moderni (quelli entrati nella nostra lingua in seguito ai rapporti politico-culturali intercorsi fra le regioni germaniche e il nostro Paese, dal secolo XIV al XX). Fra i germanismi antichi: termini militari (elmo, guardia, guerra, bando, albergo, strale, sgherro, sguattero); termini di parti del corpo umano (guancia, anca, milza, stinco, schiena, nocca); nomi di colori (grigio, bianco, bruno, biondo); vocaboli vari (guercio, schermo, sghembo, palla, melma, schietto, zolla, zazzera, snello, spaccare, bara, arraffare, grinta, strofinare, spruzzare, stormire, recare); termini dell'arredamento, di utensili domestici, della casa (sapone, scaffale, sala, stalla, panca, nastro, spola, scranna, stamberga, vanga, stecca, lesina, roba, rocca). Fra i germanismi moderni fanno la parte del leone quelli entrati nel secolo XX: voci culturali (psicanalisi, hinterland, plusvalore); termini gastronomici (crauti, strudel, gulasch, wurstel); voci politico-militari (lager, panzer, fuhrer). Nei secoli precedenti si possono "contare" solo voci isolate, come piffero, alabarda, borgomastro, brindisi, cobalto, feldspato*, valzer).
(1) Senza saperlo abbiamo coniato un termine già esistente, anche se non in uso.
* Qui
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La parola, anzi un verbo proposto da questo portale e non a lemma nei vocabolari consultati: confarrare. Verbo transitivo che vale: unire in matrimonio.
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La lingua "biforcuta" della stampa
Da un quotidiano in rete:
La Camera approva la
mini naja
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In buona lingua italiana: mininaia
I prefissi si scrivono "attaccati" alla parola che
segue. Naia si scrive con la "i" normale. Si veda qui.
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