Insistiamo: la prognosi non è un reparto ospedaliero, come lo
sono, per esempio, "cardiologia", "ortopedia" ecc., ma la "previsione" circa la durata e
l'esito di una malattia o di un trauma. Leggiamo dal Treccani:
prògnoṡi s.
f. [dal gr. πρόγνωσις «previsione», poi «prognosi», der. del tema
di προγιγνώσικω «conoscere prima, prevedere»; lat. tardo prognōsis]. – 1. In medicina, previsione sull’ulteriore
decorso e soprattutto sull’esito di un determinato quadro morboso in esame: fare, formulare una p.; p. esatta, errata; indovinare, sbagliare la p.; p. immediata, quella che si riferisce all’evoluzione
prossima del quadro morboso in atto; p. lontana, quella riguardante l’esito
finale (con terminologia latina, prognosi
quoad vitam, relativa alla vita del paziente, che comprende
la p. immediata e la p. lontana; e p. quoad valetudinem, che riguarda la
capacità di recupero funzionale dell’organismo); p. benigna (o fausta), riservata (cioè sospesa, che
non si pronuncia), infausta,
non benigna.
Da un quotidiano in rete:
Il titolo in oggetto, dunque, è errato e grida vendetta. La
bimba è stata ricoverata (in ospedale) con prognosi riservata.
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