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Questo titolo - di un quotidiano in rete - che riteniamo
maledettamente errato ("si autosospende") ci ha richiamato alla mente
un nostro vecchio intervento sull'argomento. Lo riproponiamo e attendiamo di
essere "sbugiardati" da qualche linguista "d'assalto" se,
per caso, si dovesse imbattere in questo sito.
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Sostantivi ambigeneri
veri e... falsi (o apparenti)
In linguistica si chiamano "nomi (o aggettivi)
ambigeneri" quelli che hanno il medesimo "significato" tanto per
quanto riguarda il genere maschile quanto per quello femminile; hanno la medesima desinenza e nel maschile e
nel femminile. Non mutano nelle forme flesse, insomma, e si distinguono per
mezzo dell'articolo. Sono ambigeneri, per esempio, il custode e la custode; il
nipote e la nipote; il cantante e la cantante; il giornalista e la giornalista;
il ciclista e la ciclista; il podista e la podista; il preside e la preside; il
consorte e la consorte; il testimone e la testimone; il pianista e la pianista.
Per quanto attiene alla forma plurale si presti molta attenzione, però, perché
al femminile alcuni di questi prendono la desinenza "e" tipica del
femminile plurale: la giornalista, le giornaliste; la ciclista, le cicliste; la
pianista, le pianiste. Sono detti
"ambigeneri apparenti" (o "falsi ambigeneri") i sostantivi
che si presentano con una forma identica ma di genere diverso. La vera
differenza, dunque, sta nel significato non nel genere. Vediamone qualcuno: il
pianeta (corpo celeste), la pianeta (paramento liturgico); il boa (rettile), la
boa (galleggiante); il fronte (linea di guerra), la fronte (parte del viso); il
lama (monaco), la lama (di un coltello).
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