Gentilissimo dott. Raso,
ho molto apprezzato il suo libro
"Un tesoro di lingua" (consultabile gratuitamente in rete grazie alla
generosità dell'editore) dove, oltre alla grammatica, tratta anche alcuni modi
di dire. Se ho visto bene non c'è la locuzione "prendere in
castagna", cioè in errore. Mi piacerebbe sapere - se possibile - che cosa
ha a che fare la castagna con l'errore. Grata se avrò una risposta, e
complimenti per il suo meraviglioso blog sulla lingua italiana.
Con viva
cordialità.
Laura P.
Lucca
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Gentile amica, troverà la risposta cliccando qui.
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Dito – oltre al plurale femminile dita, c’è anche un plurale maschile diti che si adopera per indicare le dita singolarmente: i diti alluci.
Mica
– sostantivo femminile adoperato come particella
rafforzativa di una negazione, deve essere sempre accompagnato con il non, altrimenti non nega nulla. Non
diremo, pertanto, mica l’ho chiamato
ma, correttamente, non l’ho mica chiamato.
Verso
– non si costruisce mai con la preposizione di, tranne che, a seconda del gusto di
chi scrive, con i pronomi personali: corse verso
casa; venne verso (di) noi.
4 commenti:
Gent. Dott. Raso,
ho scoperto recentemente, con mia sorpresa, che la parola “cateratta” indica sia una serie di cascatelle, sia, in oculistica, un difetto del cristallino. “Essere operati di cataratta”, dunque, come si suol dire, non sarebbe un modo corretto di esprimersi. Lei conferma?
Grazie dell’attenzione.
Otto
Sí, a mio parere sarebbe "piú corretto" operato DI cataratta che ALLA cataratta.
Cordialmente
FR
Forse non ci siamo intesi. Il mio dubbio riguardava l'uso di cateratta/cataratta che i vocabolari da me consultati considerano sinonimi. Anzi, alla voce "cataratta" rimandano a "cateratta".
Cordiali saluti.
Otto
Sí, i due termini sono sinonimi. Sotto il profilo prettamente etimologico è preferibile - a mio avviso - "cataratta", dal latino "cataracta".
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