Il
collega (anzi l'ex-collega, o "past-collega", in quanto giubilato)
Ernesto Galli Della Loggia sul "Corriere della Sera" di martedì 7 ha
pubblicato un articolo intitolato "Le ragioni della disfatta della lingua
italiana", e in occhiello "Il nuovo analfabetismo". In cui
attribuisce, senza mezzi termini, la responsabilità scientifica e politica di
tale fallimento a Tullio De Mauro, fautore (e colpevole per il Galli Della
Loggia) di "un ribaltamento in senso democratico della pedagogia
linguistica tradizionale".
Il
"past-collega" trova "un'iniziativa involontariamente
paradossale" che "la
ministra" dell'Istruzione Valeria Fedeli abbia ricordato la
"lezione di De Mauro" per poter "accrescere la padronanza
linguistica di studentesse e studenti", di cui da più parti si sono lamentate
le deficienze.
La
ministra "non sa [...] forse [...] -- continua l'ex-collega -- che se da
due, tre decenni le competenze linguistiche dei giovani italiani si stanno
avviando verso la balbuzie twittesca
qualche responsabilità, e non
proprio minima, ce l'ha avuta proprio
anche Tullio De Mauro. Il quale
è stato senz'altro una 'figura illustre' [...], ma [...] a partire dalla metà
degli anni Sessanta e per almeno tre o quattro lustri fu travolto dal
radicalismo politico-ideologico dell'epoca".
Ma
mi chiedo se il Galli Della Loggia ha/abbia mai letto le "Dieci tesi per
l'educazione linguistica democratica" del 1975 (ci sono anche in rete!). Lui
non si rende affatto conto che, ritornando alla vecchia impostazione
grammaticale, il suo articolo sarebbe stato in più punti bollato perché pieno di
erroracci (morfo)sintattici e lessicali. Il lettore abbia ora la pazienza di
seguire questa pur rapida esemplificazione:
La
frase "qualche responsabilità,
e non proprio minima, ce l'ha avuta proprio
anche Tullio De Mauro".-- è un concentrato di infrazioni (per la
grammatica scolastica tradizionale), il trionfo dell'"informale"
criticato dal Galli della Loggia (ma dagli anni Ottanta battezzato come
"neo-standard"/"italiano dell'uso medio", pan-italiano, dalla
grammatica moderna ma aborrito dalla grammatica tradizionale!): a) il complemento oggetto "qualche
responsabilità" è ridondantemente ripetuto con "l'(ha)", ed è b) ridondante anche "averci"
in "ce l'ha" per "ha". Il costrutto corretto avrebbe dovuto
essere: "De Mauro ha avuto qualche responsabilità". Assai difficile
invero da ristabilire nel contesto frasale del Galli Della Loggia.
E
ancora l'A. inizia un periodo (vedi sopra) con "Il quale è stato...", che è una relativa, cioè una dipendente!
E manca la principale.
Ma
tutto il paragrafo finale dell'art. è (per la vecchia grammatica) sgrammaticato.
I quattro periodi finali sono tutti decapitati della frase principale:
"Anche se a quel tempo mi consta non
trovò mai il modo di tornare su quanto scritto e sostenuto in precedenza".
"Che nel frattempo, però, era diventato
[...] suggestione potente per generazioni d'insegnanti [...]".
"Producendo alla fine l'auspicato 'ribaltamento
in senso democratico della pedagogia linguistica tradizionale' che è sotto i
nostri occhi".
E
neanche la frase in chiusura finale è certamente ortodossa per la tradizionale
pedagogia che il Galli Della Loggia vorrebbe restaurare: "Per porre rimedio al quale non si vede
proprio a che possa giovare evocarne uno dei lontani artefici".
E
non è finita. Sul piano lessicale il femminile "la ministra" non era ammesso dalla grammatica tradizionale,
essendoci già "il ministro" indicante la funzione, indipendentemente
dal sesso (maschio/femmina).
Il
neologismo "twittesca" è
invero "un pò osé" (sic!)
per via dell'anglicismo, per di più ibridizzato; e la lingua non va invece
contaminata (per la vecchia grammatica) con le parole straniere, per di più
anglicismi.
(En passant, ricordo anche che Papa
Francesco "twitta" (o "cinguetta") senza alcun timore, e
con anglicismi, l'ultimo dei quali il "Super Bowl").
Direi
quindi che proprio il ribaltamento della pedagogia grammaticale tradizionale teorizzato
dal lungimirante (e compianto) Tullio De Mauro ha permesso al Galli Della
Loggia di esprimere la sua "inventività" e non essere clamorosamente bocciato.
(Con nove errori avrebbe meritato un bell'1!).
Se
poi la Scuola con la Classe insegnante oggi ha tanti problemi, si potrebbe ragionevolmente
avanzare il dubbio che è forse anche perché non è stata nell'insieme abbastanza
demaur-iana.
E
sarà anche che i programmi ministeriali a suo tempo ispirati da T. De Mauro
furono successivamente sostituiti da altri, privi di ogni serio fondamento
scientifico-pedagogico.
*
Docente di linguistica generale presso l'Università di Catania
----------------
Qui
l'articolo di Ernesto Galli Della Loggia
Qui un articolo di Claudio Antonelli "in difesa" di Ernesto Galli Della Loggia
Qui un articolo di Claudio Antonelli "in difesa" di Ernesto Galli Della Loggia
Nessun commento:
Posta un commento