giovedì 11 febbraio 2016
Passare il quarto d'ora di Rabelais
Vi è mai capitato, cortesi lettori, di provare sulla vostra "pelle" il quarto d'ora di Rabelais? Di trovarvi, cioè, in un momento difficile, in una situazione critica? In particolare, gentili amici, di dover pagare senza avere i soldi o di dover rendere conto di qualcosa senza averne i mezzi? P. M. Quitard cosí spiega questo modo di dire: si racconta che Rabelais si trovava a Lione e non aveva i soldi per pagare la stanza presso la quale aveva preso alloggio. Aguzzato l'ingegno, dispone sul tavolo, in bella mostra, alcuni pacchetti con sopra scritto: "polvere per il re", "polvere per la regina", "polvere per il delfino". L'oste, credendo di trovarsi di fronte a un avvelenatore, non ci pensò due volte e lo denunciò. Il curato di Meudon (Rabelais) fu immediatamente arrestato e condotto, sotto buona scorta, a Parigi. Dopo tante peripezie fu ammesso al cospetto del re Francesco I. Questi, che ben conosceva l'indole "mattoide" del suo suddito, comprese tutto, ringraziò i gendarmi di Lione per avere svolto in modo encomiabile il loro dovere e invitò a pranzo... l'avvelenatore.
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Purchessia, anche purcheffosse, sebbene quest'ultimo aggettivo non sia attestato nei vocabolari dell'uso. È "immortalato" nel DOP.
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