lunedì 20 dicembre 2021

Un "abuso linguistico" (declinare)

 


Probabilmente non tutti saranno d’accordo su quanto stiamo per scrivere (ogni giudizio, ovviamente, è soggettivo). Nel nostro lessico c’è un verbo che  “sa” troppo di burocrazia e andrebbe,  a nostro modo di vedere, sostituito con altri piú  “consoni”. Il verbo incriminato è  “declinare”. Non dimentichiamo che l’accezione primaria del suddetto verbo è  “volgere, tendere gradatamente al basso” derivando dal latino “chinare” (inclinare): la montagna ‘declina’ verso la pianura. Adoperarlo nel senso di  “rendere noto” o di “respingere” ci sembra, per l’appunto, un  “abuso linguistico”. Spesso, anzi sempre, si sente dire o si legge “declinò le generalità” (le rese note); la direzione “declina ogni responsabilità”; Mario “ha declinato l’invito”. Non è meglio dire “respinge” ogni responsabilità; “dette” (o riferí) le generalità e “ha rifiutato, non ha accettato” l’invito? Declinare, insomma, è un verbo che, a nostro avviso, meno si usa nelle accezioni “incriminate” meglio è per il  “bene” della lingua di Dante.

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La parola proposta da questo portale: baculometria. Sostantivo femminile di formazione ibrida essendo composto con la voce latina "baculus" (bastone) e con quella greca "metreo" (misurare). È la scienza che tratta delle misurazioni delle altezze (accessibili e inaccessibili) tramite bastoni.


(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)



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