Il verbo “condensare” è pari pari il latino ‘condensare’, derivato di ‘densus’ (denso) e in buona lingua italiana ha un solo significato, “far denso”, “rendere denso”: condensare il latte. I vocabolari lo attestano anche con uso figurato con il significato di “compendiare”, “riassumere”, “sintetizzare” e simili: condensare la trama di un racconto. In questa accezione è modellato sull’inglese “to condense”. Chi ama il bel parlare e il bello scrivere aborrisca dall’uso del verbo in questione secondo... l'uso inglese. Dal Pianigiani (anche se, come specificato altre volte, non gode della "stima linguistica" di numerosi glottologi):
***
La parola proposta da questo portale: alogista. Si dice di una persona priva di raziocinio, che non ragiona. È un termine aulico essendo composto con le voci greche "alfa privativo" e "logos", ragione.
(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico,
quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)
2 commenti:
Gentile dottor Raso, non vorrei sembrare sempre polemico e "antipurista", ma ancora una volta mi sento indotto ad avere dubbi sulla sua "censura" dell'uso figurato del verbo "condensare", che si fonda (così mi sembra, come altre volte) su quanto scrisse Aldo Gabrielli nel suo Dizionario dello stile corretto ("oggi, per le solite traduzioni a orecchio fatte dall'ingl. to condense, si usa invece di riassumere, compendiare"). Probabilmente qui Gabrielli si richiama al Vocabolario della lingua italiana parlata, di Fanfani e Rigutini (1875), i quali scrivevano: "Condensare molte idee in poche parole, dicesi, ma non bene, per raccogliere, ecc."). Ma Gabrielli era appunto un erede del purismo nazional-sentimentale (come lo definì Devoto) di Puoti, Fanfani e Arlia, a cui si contrappose il più moderato neopurismo di Migliorini. E se invece di fidarsi degli anatemi di Gabrielli, si consultasse il ben più scientifico Grande dizionario storico della lingua italiana di Battaglia & Barberi Squarotti, si troverebbero esempi dell'uso figurato di condensare in scrittori molto più autorevoli di Gabrielli o di Fanfani, che di per sé bastano e avanzano a legittimarne l'uso, che sia o no un anglicismo (e tra costoro figurano anche Francesco De Sanctis, allievo del Puoti, e perfino Niccolò Tommaseo, che era purista pure lui! E penso che qui Gabrielli abbia proprio preso una cantonata: difficilmente Tommaseo si sarà fatto influenzare dall'inglese, lingua che probabilmente non conosceva o conosceva in modo superficiale. E infatti nel suo Dizionario della Lingua Italiana, compilato insieme Bernardo Bellini, del 1861, il lemma viene registrato senza censure). Ecco l'esemplificazione:
6. Tr. Figur. Compendiare, esprimere concisamente, riassumere, ridurre all’essenziale; concentrare. - Anche intr. (con la particella pronominale): concentrarsi in un unico punto, prendere consistenza (un’idea, un pensiero, un desiderio, un sospetto, ecc.). Pallavicino, 5-64: La nostra lingua... s’è argomentata di dar gravità e fermezza col condensar due sillabe in una: e però di audio fe’ odo, di seni io, sento, ecc. Beccaria, 1-371: Lo spirito regolatore delle repubbliche, padrone dei principii generali, vede i fatti, e li condensa nelle classi principali ed importanti al bene della maggior parte. Cattaneo, II-2-200: L’autore del nuovo libro [di ragioneria]... pensò opportunamente di collocare a principio del corso codesto fondamentale riassunto, dal quale si diramano tutti i ripieghi della pratica. E quindi lo ha condensato in tre o quattro fogli di stampa, ai quali tengono poi dietro gli esercizi. De Sanctis, Lett. it., II-77: Quella sua rapidità, quel suo condensare non è un artificio, ...ma è naturale chiarezza di visione. Nievo, 177: Sventura vuole che non vi faccia contenti quella sapienza secolare che si è condensata nella fede. E. Cecchi, 6-268: A un chiosco comperai una quantità d’opuscoletti che condensano la dottrina della Città Santa. Li ho sotto agli occhi mentre scrivo. [...]
Condensato (part. pass, di condensare), agg. (ant. e letter. condènso).
4. Figur. Compendiato, riassunto, espresso concisamente, ridotto all’essenziale (un libro, un articolo, un pensiero, ecc.). - Anche sostant.: compendio, riassunto. Tommaseo, II-x6x: Se con lunghi sproloquii non confuta gli sbagli altrui, non è però che l’erudizione gli manchi, e che le argomentazioni sue, condensate, perdan valore. De Sanctis, III-12: Tutto trovi qui condensato e scolpito con rara energia di pensiero e di parola. B. Croce, II- 8-74: Tanto varrebbe intraprendere l’inventario dell’universo, essendo tutto l’universo contratto e condensato un vizioso progresso all’infinito. Pavese, 8-17: Noi afferriamo e martelliamo in un significato un singolo stato d’animo, che è principio e fine a se stesso. E non ci è dato quindi infiorare il ritmo del nostro condensato racconto con sfoghi naturistici, che sarebbero smanceria.
Usando poi la funzione di ricerca di google books, ho trovato altri esempi dell'uso figurato di "condensare" in autori come:
Giovanni Gentile: "Mio caro Croce , Eccovi la recensione del Baillie , che ho cercato di condensare quanto era possibile . È sempre lunga , ma il libro era tale da non poterne dare un'idea sufficiente in poche pagine" (Lettere a Benedetto Croce, dal 1901 al 1906).
Giosue Carducci: "Gli raccomandi di curare un po' più la lingua e di condensare il pensiero e l'immagine nelle meno parole possibili e nelle più determinate e determinanti" (Ceneri e faville, serie seconda, Bologna, Zanichelli, 1893, p. 416).
Insomma, lei preferisce fidarsi di Gabrielli o seguire l'uso che del verbo "incriminato" hanno fatto De Sanctis, Carducci, Croce e Gentile? Io preferisco questi ultimi, se è lecito!
Posta un commento