lunedì 6 dicembre 2021

Mi ha detto: azzittati!


 Crediamo sia giunto il momento di sfatare un’altra baggianata che ci hanno insegnato a scuola, vale a dire la scorrettezza del verbo azzittare (far tacere).

Guai se qualcuno accennava la.... a, veniva subito redarguito dall’insegnante che si affrettava a correggere: Si dice zittire, bestiola! La bestiola, invece, era lui (o lei) che non sapeva che azzittare, con la variante azzittire, è, invece, forma correttissima al pari di zittire (questo, forse, più adoperato).
È il medesimo caso, insomma, del verbo scancellare che alcuni insegnati, ancora, si ostinano a ritenere errato.
Azzittare, dunque, lo troviamo in molti autori tra cui Vittorio Alfieri; inoltre è a lemma nei vocabolari (non tutti, per la verità).

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La lingua "biforcuta" della stampa

LE NUOVE REGOLE

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Correttamente: vaccinati e no.  Si tratta, infatti, del "no olofrastico".  Da Aldo Gabrielli, Il Museo degli Errori, Oscar Mondadori, Milano 1977:

“Vuoi venire o non?”

Quanta gente, anche colta, scrive in questo modo, e non sa di sbagliare! “Che tu voglia o non, la cosa non mi riguarda”, “Che questo gli piacesse o non ci sembrava indifferente”: frasi raccolte sui giornali, fin sui libri. E sono frasi sbagliatissime, proprio da matita blu. Bisogna dire: “Vuoi venire o no?”, “Che tu lo voglia o no”, “Che gli piacesse o no”. Ed è presto spiegato il perché.

La negativa no, così fortemente tonica, riassume in sé tutto un discorso (i grammatici la definiscono parola olofrastica, come il affermativo): “Vuoi venire o no?”; quel monosillabo no racchiude infatti l’intera frase sottintesa “non vuoi venire?”; tanto è vero che noi possiamo anche dire distesamente “Vuoi venire o non vuoi venire?”. La negativa non, invece, non ha questo valore riassuntivo, ma è soltanto la premessa negativa di una frase che segue. Nessuno infatti alla domanda “Vuoi venire?” risponderebbe con un semplice “Non” che lascerebbe la frase in sospeso; ma risponderebbe per esteso “Non voglio venire” o userebbe la negazione “No” che riassume questa frase. Vittorini intitolò un suo libro Uomini e no, come dire “Uomini e non uomini”; “Uomini e non” sarebbe stato un titolo strafalcionato.


(Le immagini sono riprese dalla Rete, di dominio pubblico, quindi. Se víolano i diritti d'autore scrivetemi: saranno prontamente rimosse)


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