Due parole sulla... parola. In grammatica si intende per parola una sillaba (o l’insieme di più sillabe) che abbia un significato nell’ambito di una lingua. La parola può essere orale o scritta, e si suole dividerla in due classi: parole piene e parole vuote.
Appartengono alla prima classe quelle che hanno un preciso
significato e sono dette, appunto, piene (di significato); fanno parte della
seconda classe, invece, le parole che sono vuote (di significato).
Appartengono alla prima categoria, insomma, gli aggettivi
(bello, mio, questo), i verbi (lavorare, giocare), gli avverbi (ora, sempre,
domani), i numerali (primo, terzo), i nomi di persona, di cose, di animali, i
nomi che indicano uno stato d’animo, un avvenimento, una sensazione ecc.
Si classificano tra le parole vuote, invece, quelle che servono a sostituire o a collegare tra loro le parole piene di una proposizione come: gli articoli, le congiunzioni, le preposizioni, i pronomi e le interiezioni. La preposizione da, per esempio, o il pronome quale da soli non hanno alcun significato, sono, quindi, parole vuote.
Attenzione, però, a non confondere le parole vuote con quelle “astratte”. Queste ultime, anche se non si toccano, come la bellezza o la bontà, hanno un significato ben preciso, sono, per tanto, parole piene.
E concludiamo l’argomento con un pensiero di Francesco De Sanctis: “La parola è potentissima quando viene dall’anima e mette in moto tutte le facoltà dell’anima ne’ suoi lettori; ma, quando il dentro è vuoto e la parola non esprime che sé stessa, riesce insipida e noiosa”.
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Intúito e intuíto
Si presti attenzione ai due termini perché cambiano di significato a seconda dell'accento. Il primo, con l'accento tonico sulla "u", è un sostantivo maschile e sta per "intuizione", "capacità di capire, comprendere". Il secondo, con la "i" tonica è, invece, il participio passato del verbo intuire e vale "compreso", "capito".
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La lingua "biforcuta" della stampa
L'ALLARME
Australia, la nuova emergenza: due stati invasi dai topi. "Raccolti distrutti, si mangiano anche i mobili di casa"
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Correttamente: Stati (con la "s" maiuscola), trattandosi di entità governative.
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Maturità, 70 hub dedicati dall'1 al 3 giugno (prenotazioni dal 27 maggio): faranno Pfizer. Da venerdì al via fascia 44-47 anni
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Correttamente: dal 1 al 3 giugno. Il perché dal 1 e non dall'1 lo spiega l'Accademia della Crusca: Le indicazioni comprendenti anche mese e giorno sono introdotte modernamente da un articolo maschile singolare: «il 20 settembre 1870»". Per estensione, si può aggiungere che, nel caso di una data come 11/10/1989, l'articolo che vi si anteporrà sarà l' (seguendo la pronuncia della data: l'undiciottobre millenovecentoottantanove); stessa regola vale per le date che iniziano con 1: anche per queste, si considera il modo in cui tali date vengono pronunciate e quindi si scriverà il 1/2/2003 (cioè il primo febbraio duemilatré). Infatti, come specifica Serianni, "Per i giorni del mese si usa l'ordinale per il giorno iniziale [...], ma il cardinale per i giorni successivi, siano o non siano accompagnati dal giorno del mese [...]."
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"Il mio piccolo negozio di cappelli oscurato dal bar che nessuno vede più"
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Nessuno vede piú il negozio (di cappelli) o il bar? Questo, il dilemma!
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