mercoledì 19 maggio 2021

Piene e vuote (parole)

 


Due parole sulla... parola. In grammatica si intende per parola una sillaba (o l’insieme di più sillabe) che abbia un significato nell’ambito di una lingua. La parola può essere orale o scritta, e si suole dividerla in due classi: parole piene e parole vuote.

Appartengono alla prima classe quelle che hanno un preciso significato e sono dette, appunto, piene (di significato); fanno parte della seconda classe, invece, le parole che sono vuote (di significato).

Appartengono alla prima categoria, insomma, gli aggettivi (bello, mio, questo), i verbi (lavorare, giocare), gli avverbi (ora, sempre, domani), i numerali (primo, terzo), i nomi di persona, di cose, di animali, i nomi che indicano uno stato d’animo, un avvenimento, una sensazione ecc.

Si classificano tra le parole vuote, invece, quelle che servono a sostituire o a collegare tra loro le parole piene di una proposizione come: gli articoli, le congiunzioni, le preposizioni, i pronomi e le interiezioni. La preposizione da, per esempio, o il pronome quale da soli non hanno alcun significato, sono, quindi, parole vuote.

Attenzione, però, a non confondere le parole vuote con quelle “astratte”. Queste ultime, anche se non si toccano, come la bellezza o la bontà, hanno un significato ben preciso, sono, per tanto, parole piene.

E concludiamo l’argomento con un pensiero di Francesco De Sanctis: “La parola è potentissima quando viene dall’anima e mette in moto tutte le facoltà dell’anima ne’ suoi lettori; ma, quando il dentro è vuoto e la parola non esprime che sé stessa, riesce insipida e noiosa”.

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Intúito e intuíto

Si presti attenzione ai due termini perché cambiano di significato a seconda dell'accento. Il primo, con l'accento tonico sulla "u", è un sostantivo maschile e sta per "intuizione", "capacità di capire, comprendere". Il secondo, con la "i" tonica è, invece, il participio passato del verbo intuire e vale "compreso", "capito".

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La lingua "biforcuta" della stampa

L'ALLARME

Australia, la nuova emergenza: due stati invasi dai topi. "Raccolti distrutti, si mangiano anche i mobili di casa"

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Correttamente: Stati (con la "s" maiuscola), trattandosi di entità governative.

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Maturità, 70 hub dedicati dall'1 al 3 giugno (prenotazioni dal 27 maggio): faranno Pfizer. Da venerdì al via fascia 44-47 anni

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Correttamente: dal 1 al 3 giugno. Il perché dal 1 e non dall'1 lo spiega l'Accademia della Crusca: Le indicazioni comprendenti anche mese e giorno sono introdotte modernamente da un articolo maschile singolare: «il 20 settembre 1870»". Per estensione, si può aggiungere che, nel caso di una data come 11/10/1989, l'articolo che vi si anteporrà sarà l' (seguendo la pronuncia della data: l'undiciottobre millenovecentoottantanove); stessa regola vale per le date che iniziano con 1: anche per queste, si considera il modo in cui tali date vengono pronunciate e quindi si scriverà il 1/2/2003 (cioè il primo febbraio duemilatré). Infatti, come specifica Serianni, "Per i giorni del mese si usa l'ordinale per il giorno iniziale [...], ma il cardinale per i giorni successivi, siano o non siano accompagnati dal giorno del mese [...]."

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"Il mio piccolo negozio di cappelli oscurato dal bar che nessuno vede più"

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Nessuno vede piú il negozio (di cappelli) o il bar? Questo, il dilemma!




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