giovedì 18 marzo 2021

Italiano? No, arabo


  Spesso parliamo "arabo" e non ce ne rendiamo conto. Il nostro idioma è ricco di arabismi entrati a pieno titolo nel nostro patrimonio linguistico. L’arabismo, in linguistica, è ogni parola o espressione araba o di origine araba entrata nell’uso comune del nostro idioma, solitamente con modificazioni della grafia e della pronuncia sì da adeguarsi perfettamente ai sistemi  grafici e fonetici della nostra lingua.

    Non crediamo sia il caso di dilungarci sui motivi storici che hanno favorito l’ingresso degli arabismi nella lingua; tutti, più o meno, li conosciamo: le Crociate, la dominazione araba in Sicilia, i rapporti commerciali. Ciò che interessa in questa sede è stabilire il fatto che i contatti con la cultura araba, quindi con la lingua, vanno dal IX al XV secolo, con punte elevatissime nei secoli XI e XIII, per scomparire definitivamente in età moderna. Vediamo un breve elenco di termini arabi che adoperiamo inconsciamente, sperando di non tediarvi.

    Gli arabi, dunque, ci hanno dato vocaboli marinareschi come ammiraglio, darsena, arsenale, aguzzino (il guardiano degli uomini addetti ai remi nelle imbarcazioni); molti nomi di piante: spinaci, carciofo, albicocco, melanzana, arancio, limone; termini commerciali: tariffa, magazzino, dogana, gabella, fondaco; parole astronomiche e geografiche: scirocco, almanacco, nadir, libeccio, zenit; nomi di stoffe: cotone, giubba; termini di misure: quintale, risma, rotolo; vocaboli vari quali alcole, zecca, zafferano, facchino, divano, ragazzo, marzapane e un termine caro agli sportivi: bagarino.

    Ancora: talco, ambra, alambicco, elisir, antimonio. Dimenticavamo di dire che scriviamo anche in... arabo: i numeri (le cifre) non vi dicono nulla?

 Abbiamo piluccato qua e là fra i più comuni arabismi senza preoccuparci di indicare la data del loro ingresso nella lingua italiana perché le attestazioni, molto spesso, sono incerte.


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La parola (quasi sconosciuta) proposta da questo portale, presa dal Treccani: cicindello. Sostantivo maschile con il quale si indica una piccola lucerna.

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La lingua "biforcuta" della stampa

La diatrtiba nella comunità del Biellese: padre Cencini ribatte alle accuse di Bianchi. In campo per la mediazione i cardinali Versaldi e Zuppi

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Correttamente: ribatte le accuse (non alle). Dizionario Sabatini Coletti: ribattere

[ri-bàt-te-re] v. (coniug. come battere)

·         v.tr. [sogg-v-arg]

1 Battere qlco. un'altra volta o ripetute volte: r. un chiodo

2 Riscrivere a macchina un testo: r. una pagina

3 Respingere qlco., rimandarlo indietro: r. la palla

4 fig. Contraddire un'affermazione: r. le accuse; con l'arg. sottinteso, replicare: è sempre pronto a r.






1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie, dottor Raso, per averci ricordato che molte parole dell'italiano sono arabismi. Ce ne sarebbero molte di più ma l'importante è l'intenzione. Sono affascinato dalla lingua araba. Mi avvicinai a questa lingua semitica più di quarant'anni fa quando lavoravo in Medio Oriente, e con l'aiuto del prezioso libro della Veccia Vaglieri ne capii molte particolarità.
Ancora oggi conservo nei miei ricordi le voci, i suoni, le forme di saluto che sentivo e che usavo quando vivevo in quei luoghi. In particolar modo ebbi più volte di sentire alcuni di questi arabismi nella lingua originale.


Renato P.