di Salvatore Claudio Sgroi
Ai lettori che chiedevano alla "Consulenza"
dell'Accademia della Crusca "se l’uso recente di decade per
indicare un ‘periodo di dieci anni’ sia da imputarsi all’influenza della forma
inglese decade oppure sia una possibilità presente anche nella nostra
lingua" lo storico della lingua, e accademico, Giuseppe Patota ha fornito una
sintetica risposta in data 5 maggio 2020, rist. poi nella accademica rivista, di
linguistica 'militante', tra laicismo e clericalismo, "Italiano digitale"
XIII, 2020/2 (aprile-giugno) pp. 24-25.
Patota ritiene "rara" l'accezione di dècade 'decennio' sulla scorta del GRADIT 1999-2007 e del Treccani 2008, ma omette lo Zingarelli 2019 che invece registra tale accezione senza alcuna restrizione. E soprattutto -- in maniera contraddittoria -- continua a ritenere "raro" tale uso pur osservando "Che se ne trovino esempi nell’uso attuale è fuori discussione: bastino, a dimostrarlo, i tre che produco qui sotto, ricavati da una rapidissima ricerca in rete".
Invero, una decade fa, mi era capitato di
occuparmi della diffusione di tale vocabolo (Per una grammatica laica, Utet 2010, cap.
6, pp. 79-85), contestando il presunto "basso uso" dizionaristico,
sulla base degli usi reali dei parlanti, che qui riprendiamo in parte.
Per es., la (paziente) analisi delle occorrenze di dècade in un quotidiano colto come la pagina letteraria del domenicale del «Sole 24 Ore» nell’arco di un ventennio (1983-2002) consente di evidenziare un uso decisamente maggioritario di dècade ‘dieci anni’ (79 ess. su 116 = 67,1%) rispetto a quello decisamente inferiore di dècade ‘dieci giorni’ (30 ess. su 116 = 25,8%). Ovvero, quasi tre decade ‘decennio’ su quattro fronteggiano il decade ‘dieci giorni’.
Se può far piacere a qualcuno, si possono citare tra gli esempi illustri di decade ‘decennio’, quello di Vittorio Sgarbi del 31 marzo 1985:
«Tutti furono testimoni dei nostri tempi contraddittori, nei
quali ogni decade
produceva una nuova era in
letteratura, nell’arte, nella vita sociale».
O anche (per ben altri palati) quello di Franco Fortini:
«nella
quinta e sesta decade del Cinquecento» (del 21 marzo 1993).
O ancora l’es. del sociologo F. Ferrarotti:
«la Decade dello sviluppo» (23 ottobre 1994).
O dello storico della cultura filosofica T. Gregory:
«un autore di area tedesca vissuto fra l’ultima decade
del Seicento e gli inizi del Settecento» (8 ottobre 2000).
Un es. ne «Il Venerdì di Repubblica» n. 1131 del 20 nov. 2009:
«i cinque
gradi in più nell’Artico negli ultimi cento anni stanno sciogliendo i ghiacci
permanenti, calati del nove per cento ogni decade a partire dal 1978, anno in cui si è iniziato a
monitorarli [= gli orsi bianchi] via satellite» (Giuliano Aluffi, La strana coppia. Il clima riavvicina orsi
bianchi e bruni. E nasce ‘l’orso beige’, pp. 78-80, a p. 79).
Un es. del 1938 appare nell'uso del letterato-grammatico
Ettore Allodoli 1938, Voi, Tu, Lei, in
"La Lettura", mensile del
"Corriere della Sera":
Le notizie sui quacqueri [...] erano diffuse da
riviste e magazines nelle prime decadi dell'Ottocento e lette con
curiosità [...]" (p. 344 colonna I).
Col Tommaseo-Bellini (TB) e col Battaglia (B) gli usi più specificamente letterari di dècade «‘Periodo di dieci anni’», attestati nell’Ottocento e nel Novecento sono:
(i) 1809 L.
Lanzi [1732-1810]: «nelle prime
decadi del secolo, e non più oltre» (B; e TB),
(ii) av. 1907 G.
Carducci [1835-1907]: «le ultime due
decadi del secolo XV» (B),
(iii) E. Cecchi
19401, 1946 America
amara: «fino alle prime decadi dell’Ottocento» (B).
Con il che sono sempre i Parlanti (colti) che ribaltano nell’uso scritto i dati aprioristici dei dizionari riguardo al grado di vitalità delle due accezioni.
Una rapida
ricerca in Internet (www.google.it 8 giugno 2009) ha fornito le seguenti
occorrenze della voce: «decade del secolo» 1.720, «decadi del secolo» 768.
La
stessa ricerca ripetuta il 10 ottobre 2020 ha dato i seguenti risultati: sintagmi virgolettati «decade del secolo» 84.100, «decadi del secolo» 21.600. sintagmi non virgolettati: decade
del secolo 1.460.00; decadi
del secolo 142.000.
Patota passa poi a fornire una risposta al
quesito se l'accezione dècade
'decennio' sia, come si dice più tecnicamente, un caso di "etimologia
diacronica" (anglicismo) come sospettano i lettori, o di "etimologia
sincronica", ovvero con T. De Mauro una "neosemia" o estensione
semantica di tipo endogeno.
Da un lato Patota afferma che "È
possibile che l’attuale diffusione di questa particolare decade sia
dovuta a un influsso dell’inglese".
Subito dopo però fa marcia indietro: "Ma l’uso del termine nel
senso di ‘decennio’ è italianissimo". La "prova" fornita
da Patota sarebbe costituita dal fatto che il GDLI, ovvero il su citato Battaglia (§ 1.2) "attesta l’uso di decade
nel significato di decennio in Luigi Lanzi (1732-1810), in Giosue
Carducci (1835-1907) e in Emilio Cecchi (1884-1966)". Ma qui, verrebbe da
dire, "casca l'asino"! Perché lo storico della lingua dovrebbe badare
alle date di attestazione dei tre esempi otto-noventeschi italiani e a quella
dell'inglese decade.
Come
avevamo nel 2010 documentato, sorvolando qui per brevità sulle altre accezioni
di decade e sul rapporto rispetto a decennio, l'ingl. decade ‘10 anni’
1605 (Oxford English Dictionary) è alla base
dell'it. dècade (del sec.) ‘10 anni’ databile 1809 (L. Lanzi), av. 1907 (Giosue
Carducci) e 19401, 1946 (Emilio Cecchi),
successivo quindi di ben due secoli. Il che non dovrebbe far più dubitare
dell'anglicismo semantico.
Il lettore curioso potrebbe anche interrogarsi sulla
fortuna di tale accezione in altre lingue, come le consorelle romanze, per es. francese
décade ‘10 anni’ (av. 1850), spagnolo década, portoghese década,
rumeno decadă, o al di fuori dell'ambito romanzo il ted. Dekade,
per constatare che ci si trova dinanzi a un euro-anglicismo.
3. Un augurio
Alla fine, alla luce di quanto sopra, ci si augura
che i dizionari si adeguino all'uso reale e vitale del termine eliminando,
sulla scia dello Zingarelli 2019, la restrizione "non com." del Gabrielli illustrato 2009,
dell'Hoepli-Gabrielli 2008 del Treccani 2003, o del Devoto-Oli 2019. E che poi
non censurino o ignorino o disconfermino tale uso come il Garzanti-Patota 2013,
di cui si attende una nuova edizione aggiornata.
1. L'evento accademico
1.1. Accezione "rara" di dècade 'decennio'
1.2. Vitalità dell'accezione di dècade 'decennio'
2. Etimologia sincronica o diacronica?
2.1. Voce "italianissima"
2.2. Anglicismo semantico, anzi euro-anglicismo
3. Un augurio
2 commenti:
Intervento che, da "laico", mi appare tecnicamente ineccepibile quello del Prof. Sgroi.
Vedo il nome e il volto del prof. Patota apparire su giornali, riviste, TV e social quando si tratta di questioni linguistiche, ma, forse a causa della mia educazione scientifica, molti dei discorsi fatti da Patota (e da altre "popstar" della lingua italiana) sembrano un gioco delle tre carte nel segno dell'arbitrarietà, e non spiegazioni da "scienziati della lingua".
A volte conta l'etimologia delle parole, a volte no.
A volte conta l'uso effettivo da parte della comunità dei parlanti, a volte no.
A volte conta se il termine è un calco, a volte no.
A coronare il tutto, la mancanza di una grammatica normativa di qualche tipo che darebbe almeno dei riferimenti solidi e una qualche giustificazione a questi atteggiamenti da Catone il censore delle nostre popstar. Atteggiamenti che, francamente, hanno un po' stufato.
Anche se sono su con l'età ricordo ancora chiaramente che durante il periodo di leva spendevamo la decade in un sol botto allo spaccio.
Da parte mia cercherò di continuare ad usare la parola decade con il significato di dieci giorni, e la parola decennio con il significato di dieci anni. Il resto faccia come vuole.
Personalmente, se nella lingua italiana ci sono arabismi, francesismi, germanismi, parole del burundese, del cinese, od altro ancora, poco mi turba. L'importante è che nella parola debbano rispecchiarsi scrittura e pronuncia.
Da non specialista in materia, su come questi vocaboli siano arrivati, siano stati formati, siano giusti o no, evito di esprimermi. Il dizionario propone, l'utente dispone.
Renato P.
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