di Salvatore Claudio Sgroi
1. L'evento del Dantedì
Come ha recentemente ricordato Paolo D'Achille in un bell'intervento per il Dantedì sull'uso degli allocutivi, nel Paradiso, canto XVI, vv.10-11: «Dal ‘voi’ che prima Roma sofferie, in che la sua famiglia men persevra», interpretabile come ‘sofferse’, per ‘tollerò’, Dante rimprovera ai Romani del suo tempo l'uso generalizzato del TU rispetto al fiorentino che invece contrapponeva il TU personale al VOI 'reverenziale' o 'transazionale'.
Un giudizio negativo sull'idioma dei Romani Dante l'aveva espresso
già nel De Vulgari eloquentia
I, XI, 2, definito "Romanorum, non vulgare, sed potius
tristiloquium", ovvero 'il più turpe' ("turpissimum") di tutti
gli altri volgari, in quanto i Romani "Dicunt enim: Messure, quinto dici?".
Nel fiorentino del '300 il sistema allocutivo è quindi bimembre: "Tu (personale) VS Voi reverenziale (o transazionale)", mentre nel romanesco dello stesso periodo è
unimembre: TU (generalizzato).
Schematizzando:
Ma
nel romanesco moderno e contemporaneo, se l'uso del TU generalizzato non è scomparso, come illustrato da P. D'Achille 2013
(vedi più avanti: "in molte zone del Lazio, l’uso popolare opta per il tu generalizzato"), il sistema
allocutivo appare però modificato, diventando bimembre come quello fiorentino
dantesco:
B. Migliorini (1932) ha contrapposto da parte sua (I) il
"dialetto" di Roma dal sec. XIII a tutto il XV, (II) a quello "degradato a
vernacolo" a partire dal '500, "quando, alla fine del
Cinquecento o alla fine del Seicento, gli ultimi parlanti dell'antico romanesco
si spensero, e non vi fu più che il nuovo dialetto, cioè un toscano sovrapposto
a un substrato romanesco" (ried. 1948 pp. 113-14), e quindi (III) al romanesco ottocentesco
di G. Belli (1791-1863).
Il Merlo ha invero dimostrato la toscanizzazione del romanesco a
livello fonologico e lessicale, ma il fenomeno deve aver agito anche a livello
degli allocutivi. Non è un caso che ne Le
stravaganze d'Amore di Cr. Castelletti del XVI sec. da lui studiato, che
Migliorini 1932 ritiene "l'ultimo documento sicuro del romanesco
antico" (p. 111), non mancano ess. con il voi in bocca alla vecchia Perna: Che ène? che domannate?; -- Che v'ha ditto Clorida? ecc., mentre
Ostilio risponde col tu: Tu vuoi burlarmi, eh Perna? (p. 68),
ecc.
Sulla base di questionari di auto-valutazione dell'inchiesta coordinata
da P. D'Achille 2013 (La lingua delle
città, Cesati p. 227), è possibile estrapolare, con inevitabile
interpretazione e con presupposizioni, i seguenti usi e micro-sistemi (S) degli
allocutivi:
(S-i) "in molte zone del Lazio l'uso popolare opta per il tu
generalizzato": cfr. il sistema unimembre del romanesco antico.
(S-ii) "a Roma, a
Latina e a Rieti quasi tutti gli intervistati hanno dichiarato di usare il lei",
cfr. il sistema bimembre moderno: "lei
vs (implicitamente) *tu" dell'uso contemporaneo
pan-italiano.
(S-iii) Per alcuni vige il sistema trimembre: lei "ai più
giovani" vs "voi "agli anziani" o
"persone molto anziane", vs *tu (familiare, implicitamente).
(S-i) Garbatella: tre
informatori "dichiarano di dare 'sempre del tu', a tutti": uso
popolare; cfr. sistema unimembre del romanesco antico.
A
Viterbo:
(S-iv) il voi "ai familiari più anziani;
con i contadini in campagna" vs lei "agli sconosciuti, a un
superiore", vs *tu (familiare, implicitamente); cfr.
il sistema pirandelliano otto-primo-novecentesco.
(S-i e S-ii) tu "a tutti", cfr. sistema
del romanesco più antico, che coesiste in uno stesso parlante col sistema
moderno: e "lei a volte, alle persone più grandi".
(S-i e S-iii) tu "a tutti" cfr. sistema
del romanesco più antico, che coesiste in uno stesso parlante col sistema
marcato: "e voi 'alle persone più
grandi'".
(S-ii) due informanti "citano solo il lei", e
implicitamente presupponendo anche *tu,
giusto il sistema moderno.
Nell'uso contemporaneo il sistema bimembre sing. Tu (pers.) vs Voi (transazionale), proprio per es. del napoletano e del
calabrese, e delle rispettive varietà di italiano regionale, non è invece
attestato nel Lazio, come su visto, e si contrappone a livello pan-italiano,
nell'italiano cioè non marcato geograficamente (o diatopicamente) al sistema
sempre bimembre sing. Tu (pers.) vs Lei (transazionale).
Anzi, considerando l'interazione con più di un interlocutore, il
sistema attuale è trimembre: Tu
(sing. person.) vs Lei (sing.
transaz.) vs Voi (Altri ) (plur.), es. cari amici, voi cosa
volete fare?
Schematizzando:
1.
L'evento del Dantedì
2. Romanesco moderno
2.1. Il Voi nel
romanesco toscanizzato del'500: una esemplificazione
2.2. Romanesco contemporaneo: alcuni dati di auto-valutazione
3. Sistema allocutivo panitaliano trimembre "(sing.) Tu vs Lei" VS "(pl.) Voi(altri)"
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