giovedì 15 ottobre 2020

Sgroi - 84 - Dall'allocuzione dantesca "Tu (person.) vs Voi (reverenziale)" all'allocuzione del romanesco trecentesco Tu (generalizzato) e moderno "Tu vs Voi"

 


di Salvatore Claudio Sgroi

 

1. L'evento del Dantedì

Come ha recentemente ricordato Paolo D'Achille in un bell'intervento per il Dantedì sull'uso degli allocutivi, nel Paradiso, canto XVI, vv.10-11: «Dal ‘voi’ che prima Roma sofferie, in che la sua famiglia men persevra», interpretabile come ‘sofferse’, per ‘tollerò’, Dante rimprovera ai Romani del suo tempo l'uso generalizzato del TU rispetto al fiorentino che invece contrapponeva il TU personale al VOI 'reverenziale' o 'transazionale'.

Un giudizio negativo sull'idioma dei Romani Dante l'aveva espresso già nel De Vulgari eloquentia I, XI, 2, definito "Romanorum, non vulgare, sed potius tristiloquium", ovvero 'il più turpe' ("turpissimum") di tutti gli altri volgari, in quanto i Romani "Dicunt enim: Messure, quinto dici?".

Nel fiorentino del '300 il sistema allocutivo è quindi bimembre: "Tu (personale) VS Voi reverenziale (o transazionale)", mentre nel romanesco dello stesso periodo è unimembre: TU (generalizzato). Schematizzando:

 


 2. Romanesco moderno

Ma nel romanesco moderno e contemporaneo, se l'uso del TU generalizzato non è scomparso, come illustrato da P. D'Achille 2013 (vedi più avanti: "in molte zone del Lazio, l’uso popolare opta per il tu generalizzato"), il sistema allocutivo appare però modificato, diventando bimembre come quello fiorentino dantesco:

  


 Questa situazione può trovare una spiegazione tenendo conto che, come a suo tempo dimostrò Clemente Merlo negli anni '20 del '900 (1929, 1940), il romanesco da originario dialetto meridionale a partire dal '500 si è sensibilmente toscanizzato, fino a perdere i suoi tratti tipicamente meridionali. E T. De Mauro nella sua Storia linguistica dell'Italia Unita (1963) ha sottolineato tale mutamento linguistico: "a partire dai primi decenni del Cinquecento cominciarono ad agire molteplici fattori che ai livelli socioeconomico più alti diffusero l'uso dell'italiano, ed a livello popolare smeridionalizzarono il dialetto, trasformandolo in un dialetto prossimo al toscano" (ried. 1976, Laterza, vol. I, p. 24).

B. Migliorini (1932) ha contrapposto da parte sua (I) il "dialetto" di Roma dal sec. XIII a tutto il XV, (II) a quello "degradato a vernacolo" a partire  dal '500, "quando, alla fine del Cinquecento o alla fine del Seicento, gli ultimi parlanti dell'antico romanesco si spensero, e non vi fu più che il nuovo dialetto, cioè un toscano sovrapposto a un substrato romanesco" (ried. 1948 pp. 113-14), e quindi (III) al romanesco ottocentesco di G. Belli (1791-1863).

 2.1. Il Voi nel romanesco toscanizzato del '500: una esemplificazione

Il Merlo ha invero dimostrato la toscanizzazione del romanesco a livello fonologico e lessicale, ma il fenomeno deve aver agito anche a livello degli allocutivi. Non è un caso che ne Le stravaganze d'Amore di Cr. Castelletti del XVI sec. da lui studiato, che Migliorini 1932 ritiene "l'ultimo documento sicuro del romanesco antico" (p. 111), non mancano ess. con il voi in bocca alla vecchia Perna: Che ène? che domannate?; -- Che v'ha ditto Clorida? ecc., mentre Ostilio risponde col tu: Tu vuoi burlarmi, eh Perna? (p. 68), ecc.

 2.2. Romanesco contemporaneo: alcuni dati di auto-valutazione

Sulla base di questionari di auto-valutazione dell'inchiesta coordinata da P. D'Achille 2013 (La lingua delle città, Cesati p. 227), è possibile estrapolare, con inevitabile interpretazione e con presupposizioni, i seguenti usi e micro-sistemi (S) degli allocutivi:

(S-i) "in molte zone del Lazio l'uso popolare opta per il tu generalizzato": cfr. il sistema unimembre del romanesco antico.

(S-ii) "a Roma, a Latina e a Rieti quasi tutti gli intervistati hanno dichiarato di usare il lei", cfr. il sistema bimembre moderno: "lei vs (implicitamente) *tu" dell'uso contemporaneo pan-italiano.

(S-iii) Per alcuni vige il sistema trimembre: lei "ai più giovani" vs "voi "agli anziani" o "persone molto anziane", vs *tu (familiare, implicitamente).

(S-i) Garbatella: tre informatori "dichiarano di dare 'sempre del tu', a tutti": uso popolare; cfr. sistema unimembre del romanesco antico.

A Viterbo:

(S-iv) il voi "ai familiari più anziani; con i contadini in campagna" vs lei "agli sconosciuti, a un superiore", vs *tu (familiare, implicitamente); cfr. il sistema pirandelliano otto-primo-novecentesco.

(S-i e S-ii) tu "a tutti", cfr. sistema del romanesco più antico, che coesiste in uno stesso parlante col sistema moderno: e "lei a volte, alle persone più grandi".

(S-i e S-iii) tu "a tutti" cfr. sistema del romanesco più antico, che coesiste in uno stesso parlante col sistema marcato: "e voi 'alle persone più grandi'".

(S-ii) due informanti "citano solo il lei", e implicitamente presupponendo  anche *tu, giusto il sistema moderno.

 3. Sistema allocutivo panitaliano trimembre "(sing.) Tu vs Lei" VS "(pl.) Voi(altri)"

Nell'uso contemporaneo il sistema bimembre sing. Tu (pers.) vs Voi (transazionale), proprio per es. del napoletano e del calabrese, e delle rispettive varietà di italiano regionale, non è invece attestato nel Lazio, come su visto, e si contrappone a livello pan-italiano, nell'italiano cioè non marcato geograficamente (o diatopicamente) al sistema sempre bimembre sing. Tu (pers.) vs Lei (transazionale).

Anzi, considerando l'interazione con più di un interlocutore, il sistema attuale è trimembre: Tu (sing. person.) vs Lei (sing. transaz.) vs Voi (Altri ) (plur.), es. cari amici, voi cosa volete fare?

Schematizzando:

 


 
           Sommario

1. L'evento del Dantedì

2. Romanesco moderno

2.1. Il Voi nel romanesco toscanizzato del'500: una esemplificazione

2.2. Romanesco contemporaneo: alcuni dati di auto-valutazione

3. Sistema allocutivo panitaliano trimembre "(sing.) Tu vs Lei" VS "(pl.) Voi(altri)"









 

 

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