mercoledì 14 ottobre 2020

Sgroi - 83 - Dal TU "personale" (vs VOI "transazionale") al TU americaneggiante indifferenziato

 


di Salvatore Claudio Sgroi

 

1. L'evento "normale" degli allocutivi (Tu vs Lei)

Nelle interazioni con gli altri l'uso dei pronomi allocutivi (Tu e Lei) in italiano è definito dalla Regola della differenza tra rapporti personali e rapporti sociali, sicché nei rapporti personali si fa ricorso al TU (appunto "personale"), mentre nei rapporti caratterizzati dal ruolo sociale si adopera il LEI cosiddetto "transazionale".

 1.1. Uso del Lei e del Tu nelle interazioni con gli altri: una esemplificazione

Così con gli estranei, coetanei o meno, di sesso uguale o diverso, caratterizzati da ruoli sociali diversi – Regola-1– io per es. adoper(av)o il Lei (ricambiato, simmetrico) con i miei studenti universitari (ventenni o giù di lì) o con i dottorandi e le dottorande, col cassiere/o cassiera (più giovane o no) del supermercato, del bar, del panificio, del negozio, o con il/la farmacista, il giornalaio, ecc. E adopero anche il Lei col portiere dell'immobile (preceduto dal nome di battesimo Antonio, come sta?). Ma ancora il Lei con il suocero (Lei preside, cosa fa?), o con la suocera (Nonnina, lei cosa vuole fare?), da entrambi ricambiato invece (asimmetricamente) col tu.

In maniera complementare ricorro – Regola-2 – al Tu con i parenti, gli amici, con i colleghi, di pari o diverso grado, ovvero di I o II fascia e ricercatori, ma anche col direttore/con la direttrice del Dipartimento o col Rettore (che aveva preso l'iniziativa per il 'tuteggiare'). Gli studenti tra di loro interagivano col tu, indipendentemente dall'età, anche nel caso di colleghi decisamente più grandi di loro, a cui invece fuori dal contesto dell'aula universitaria, si sarebbero rivolti col Lei.

 1.2. Il Tu americaneggiante indifferenziato ("pseudo-democratico")

Alla luce del sistema di duplice Regola di cui sopra, i messaggi pubblicitari che ricevo quasi quotidianamente via e-mail dove il mittente, perfetto sconosciuto, mi si rivolge dandomi del Tu e magari col nome proprio (Salvatore), provocano una reazione di enorme fastidio con l'effetto che li cancello senza per lo più neanche leggerli. Solo qualche es.:

(i) Ottieni un prestito rapidamente fino a 50.000 euro

(ii) Scopri la promo business con Iphone 11pro

(iii) Gent.le salvatore, scopri le condizioni vantaggiose che ti abbiamo riservato!

(iv) Salvatore sei stato/a selezionato/a per partecipare alla Svendita di fine Estate

(v) Gentile Cliente, tutti noi in BNL lavoriamo per offrirti una banca ogni giorno migliore. Tu sei al centro di questo percorso, con le tue opinioni e i tuoi suggerimenti. Grazie per il tempo che vorrai dedicarci (con un attacco cortese "Gentile Cliente" che cerca di giustificare il "tu" personale).

 Il lettore ricorderà che tale prassi è presente anche nei biglietti aerei delle varie compagnie.

Tale uso mi pare che possa etimologicamente spiegarsi con l'influenza, anche nell'ambito più strettamente morfo-grammaticale e non genericamente lessicale, dell'anglo-americano you, che presenta il duplice valore sia personale che transazionale.

Ritenere l'uso del Tu allocutivo indifferenziato come un uso "democratico" mi sembra in questo assai discutibile.

 2. L'allocutivo regionale Voi 'lei' (transazionale) vs Tu (personale)

È esperienza comune sentire i napoletani far ricorso, parlando sia in dialetto che nel loro italiano (regionale), al Voi "transazionale", che soggettivamente trovo delizioso.

La stessa prassi è presente nel dialetto e nell'italiano dei calabresi. E non posso dimenticare che nella mia esperienza di docente nell'università di Arcavacata, gli studenti mi si rivolgevano col "Voi", che trovavo amabile, per es. Che giorno iniziate le lezioni? (ricambiati da me col "Lei" non-diatopico).

 2.1. "Voi + verbo 2a pers. plur." VS "Lei + verbo 3a pers. sing."

Com'è noto, il valore transazionale veicolato dal "Voi + verbo 2a pers. plur." è determinato dal fatto che il singolo interlocutore viene come dire moltiplicato, per sottolinearne il ruolo superiore rispetto a chi è invece un singolo individuo.

Nel caso del "Lei + verbo 3a pers. sing." invece lo stesso valore transazionale è comprensibile se si tiene conto del sistema dei pronomi "Io-tu-lei (lui)". Qualunque parlante 'entra' nella lingua facendo riferimento a se stesso mediante il pronome IO (prima persona sing.) che si contrappone al proprio interlocutore indicato con TU (seconda persona sing.). Chi rimane al di fuori dell'interazione verbale è invece indicato con LUI/LEI (terza persona sing.). È quindi 'innaturale' rivolgersi al proprio interlocutore in 3a persona. È come se io non oso guardarlo direttamente, negli occhi, e ne parlo per riverenza in terza persona.

 2.1.1. L'allocuzione otto-primonovecentesca

Nell'italiano otto-primonovecentesco, per es. in Pirandello, il parlante nelle interazioni transazionali poteva fare ricorso (i) al sistema "VOI transaz. + 2a pers. plur." reciproco con un estraneo (alla pari), oppure (ii) al sistema "LEI transaz. + 3a pers. sing." non-reciproco con un estraneo non-alla pari, in entrambi i casi contrapposto al TU personale.

Per es. Andate, dice Marta in posizione one-up (di superiorità) alla propria cameriera; Se [lei] ci dà le chiavi di su..., dice in posizione one-down (di inferiorità) la cameriera a Marta.

Col cambiamento dei rapporti sociali il sistema ternario Tu vs Lei vs Voi è scomparso ovvero si è semplificato, restando solo il sistema binario, quello cioè attuale Tu vs Lei.

Schematizzando:

 


 3. Sistema trimembre dell'allocuzione standard: "Tu (sing. person.) vs Lei (sing. transaz.)" vs Voi (plur.)

Nell'uso contemporaneo il sistema bimembre Tu (pers.) vs Voi (transazionale) per es. dell'italiano regionale della Calabria o del toscano popolare (documentato da D'Achille 2013) contrasta  a livello pan-italiano, nell'italiano cioè non marcato geograficamente (o diatopicamente), col sistema sempre bimembre Tu (pers.) vs Lei (transazionale).

Considerando poi l'interazione con più di un interlocutore, il sistema standard è trimembre: Tu (sing. person.) vs Lei (sing. transaz.) vs Voi(altri) (plur.), es. cari amici, voi cosa volete fare?

Schematizzando:

 



 4. Variabilità geografica non del sistema ternario ma della sua applicazione

La variabilità dell'uso degli allocutivi è legata a una chiara opposizione di valori dei diversi lessemi grammaticali. Il sistema binario Tu (personale) VS Lei (transazionale), ovvero ternario con Voi, plur. riferito a più interlocutori, è solido.

Quello che è variabile è l’applicazione di tale sistema ai singoli interlocutori, con cui il parlante deve decidere se avere un rapporto personale / confidenziale oppure transazionale / sociale. Con differenze tra parlanti di certe regioni dove è più facile sentire un Tu confidenziale (per es. a Roma) rispetto a parlanti di altre regioni (per es. in Sicilia) che con gli stessi tipi di interlocutori optano invece per un Lei più distaccato. Sul tema si veda l'istruttivo art. di Luca Passani I grandi misteri dell’italiano: quando usare il Tu personale e quando il Lei transazionale. La scelta del pronome allocutivo adeguato quando ci  rivolgiamo a degli sconosciuti non è sempre scontatacon le sue tre regole di comportamento linguistico.

 Sommario

1. L'evento "normale" degli allocutivi (Tu vs Lei)

1.1. Uso del Lei e del Tu nelle interazioni con gli altri: una esemplificazione

1.2. Il Tu americaneggiante indifferenziato ("pseudo-democratico")

2. L'allocutivo regionale Voi 'lei' (transazionale) vs Tu (personale)

2.1. "Voi + verbo 2a pers. plur." VS "Lei + verbo 3a pers. sing."

2.1.1. L'allocuzione otto-primonovecentesca

3. Sistema trimembre dell'allocuzione standard: "Tu (sing. person.) vs Lei (sing. transaz.)" vs Voi (plur.)

4. Variabilità geografica non del sistema ternario ma della sua applicazione




 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

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