Il femminile di parroco ─ se la Chiesa di Roma ammetterà le donne al sacerdozio ─ sarà parroca. Lo sentenzia l'Accademia della Crusca. E non potrebbe essere altrimenti. La grammatica stabilisce, infatti, che il femminile dei sostantivi maschili in -o si ottiene mutando la desinenza "-o" in "-a": il sarto/la sarta; il parroco/la parroca.
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La lingua "biforcuta" della stampa
Tutti coi
diti puntati (dalla parte sbagliata)
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Senza parole!
Vediamo, in proposito, che cosa dicono i vocabolari, nella fattispecie il Gabrielli in rete: dito [dì-to]
s.m. (pl. le dìta, ant. le dìte, f.; pop. i dìti; specificando il nome di ognuno, i dìti)FONNI
Rapina alle poste in Sardegna. Ferita donna carabiniere. È caccia ai banditi
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"Sapere.it" (De Agostini): Il femminile regolare di carabiniere è carabiniera, e così si può chiamare una donna che appartenga all’Arma dei Carabinieri. Alcuni preferiscono però chiamare anche una donna carabiniere, al maschile. Si tratta di una scelta che non ha basi linguistiche, ma sociologiche, e che comunque può creare, nel discorso, qualche problema per le concordanze.
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Dal sito "Libreriamo"
L’assalto delle parole straniere alla lingua italiana
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La lingua "biforcuta" della stampa
La pandemia e
l'armistizio della politica italiana. Mentre la PA è immune a Immuni
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Correttamente: immune da.
Treccani: immune agg. [dal
lat. immunis, comp. di in-2 e munus «obbligo,
servizio, imposta, ecc.»]. – 1. Che non è soggetto a
determinati obblighi o servizî, o che gode di particolari privilegi, o non è
sottoposto a una giurisdizione, a un’autorità e sim. 2. Per
estens., esente, libero: essere i. da difetti, da certi pregiudizî (anche
in senso iron. o scherz.: sono i. da codeste velleità!); essere, rendersi
i., refrattario nei confronti di una malattia infettiva, dell’azione di
una tossina o di determinate sostanze chimiche (v. immunità).
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