mercoledì 10 aprile 2019

Sgroi - 18 - La rimozione dell'inconscio, ovvero la censura della "virgola tematica"

di Salvatore Claudio Sgroi *

 1. L'evento
Da 7 settimane il magazine "7" del "Corriere della Sera" ha inaugurato una agile quanto tradizionale (anziché no) rubrica intitolata "Lezioni di lingua", con felicissime vignette di Allegra, affidata a un bravo storico della lingua, Giuseppe Antonelli, classe 1970, toscano. Non solo grammatico ma anche romanziere e negli ultimi tempi homo televisivus, autore di, come si dice, fortunati testi divulgativi sull'italiano.

 2. L'outing
Nel n. 14 dello scorso giovedì 4 aprile Antonelli si è auto-analizzato, un vero e proprio outing, riguardo alla seguente frase adoperata in una sua risposta:

 "Altrimenti, la sensazione<,> è che ci aspettino al varco",

 rilevando che "si è intrufolata una virgola di troppo", quella cioè tra il soggetto e il predicato, che, come ricordano le grammatiche (la sua compresa della Treccani, on line), "non va mai messa".

 3. Il lapsus e le scuse
L'A. si è quindi giustificato sostenendo che "si tratta di un refuso", ovvero (dico io) di un "lapsus", che non dovrebbe sfuggire, giusto perché non si dica che l'A. "predica bene e razzola male". E quindi non ha potuto trattenersi dal dire ai lettori: "Me ne scuso".
 
4. La "teoria delle eccezioni"
La "teoria del refuso" regge però poco perché lo stesso Antonelli, da bravo storico della lingua qual'è, non ha potuto fare a meno di ricordare (sulla scorta della Enciclopedia dell'italiano, on line) due esempi di tale presunto refuso in scrittori moderni: uno di Alessandro Manzoni (i) ("Voi<,> mi fate del bene, a venir qui") e uno di Italo Calvino (ii) ("il contrario<,> esiste").

L'A. li ha giustificati -- secondo "la teoria delle eccezioni" -- sostenendo che si tratta di "virgole d'autore", definendo per modestia la sua invece virgola "sfuggita al varco".

 5. Vitalità della "virgola delle eccezioni"
In realtà, gli usi su citati, sono facilmente moltiplicabili con altri di illustri italografi.

Per es. in un saggio di linguistica di L. Renzi 2012, Come cambia la lingua. L'italiano in movimento:

 (iii) "l'italiano<,>non sembra essere cambiato affatto" (il Mulino, p. 22);

 nel discorso di insediamento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del 3.II.15:

 (iv) “Questa unità<,> rischia di essere difficile, fragile, lontana”;

 nella Storia della punteggiatura in Europa, a c. di B. Mortara Garavelli:

 (v) "L’uso<,> sempre più ricorrente e articolato che gli scrittori ne fecero suscitò notevole interesse [...]" (Laterza 2009, p. 283).

 La stessa virgola è ancora più frequente dopo i "soggetti pesanti", cioè variamente espansi. Un solo es.:

 (vi) "Come emerge molto bene dagli esempi sopra citati, la semplicità sintattica di periodi tenuti insieme da connessioni asindetiche prevalentemente costituite da proposizioni coordinate<,> agevola la coincidenza della fine del verso con la fine della frase, sicché [...]" (p. 369).
 
6. "Virgola tematica" e non già "virgola sintattica"
In realtà, gli usi su citati, sottendono un'altra Regola ("verità nascosta", si potrebbe dire), quella secondo cui il soggetto isolato mediante la virgola, viene tematizzato, enfatizzato, rispetto al predicato. Si tratta infatti della cosiddetta "virgola tematica", ben diversa dalla tradizionale "virgola sintattica".

A ben vedere, i due ess. di Manzoni e Calvino con la virgola trasmettono un particolare significato:

 (i) "Voi, [= quanto a voi,] mi fate del bene";

(ii) "Il contrario, [= quanto al contrario,] esiste".

 Correggendoli con l'eliminazione della virgola, ovvero banalizzandoli, i due enunciati avrebbero tutt'altro significato.

Antonelli sa peraltro che la virgola tematica è ben presente anche in altre lingue (francese, inglese, spagnolo, tedesco, cfr. la citata Storia della punteggiatura in Europa).

 7. L'inconscio e la Regola negata
A questo punto, possiamo ipotizzare che il parlante (colto) ha interiorizzato nella sua grammatica mentale, inconscia due Regole.

La "Regola-1" della virgola tematica, riconosciuta dalla grammatica scolastica, dal "super-ego", solo come "eccezione", con scarsa coerenza teorica.

E la "Regola-2" della virgola sintattica, che separa per es. la principale dalla secondaria circostanziale (nell'es. di Manzoni la seconda virgola della frase è appunto sintattica: "Voi mi fate del bene<,> a venir qui").

In Antonelli, italo-nativofono (colto), ha così agito inconsciamente proprio la Regola-1 della virgola tematica, negata, censurata, con conseguente dissociazione, dal super-ego grammaticale a vantaggio della virgola sintattica.

 
* Docente di linguistica generale presso l'Università di Catania

 
 

 

 
 
 



 

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