di
Salvatore Claudio Sgroi *
1.
L'evento
Da 7 settimane il magazine "7" del "Corriere della Sera" ha
inaugurato una agile quanto tradizionale (anziché no) rubrica intitolata
"Lezioni di lingua", con felicissime
vignette di Allegra, affidata a un bravo storico della lingua, Giuseppe
Antonelli, classe 1970, toscano. Non solo grammatico ma anche romanziere e
negli ultimi tempi homo televisivus,
autore di, come si dice, fortunati testi divulgativi sull'italiano.
2.
L'outing
Nel n. 14 dello scorso giovedì 4 aprile
Antonelli si è auto-analizzato, un vero e proprio outing, riguardo alla seguente frase adoperata in una sua risposta:
"Altrimenti, la sensazione<,> è che ci aspettino al varco",
rilevando
che "si è intrufolata una virgola di troppo", quella cioè tra il
soggetto e il predicato, che, come ricordano le grammatiche (la sua compresa
della Treccani, on line), "non va mai messa".
3.
Il lapsus e le scuse
L'A. si è quindi giustificato sostenendo
che "si tratta di un refuso", ovvero (dico io) di un
"lapsus", che non dovrebbe sfuggire, giusto perché non si dica che
l'A. "predica bene e razzola male". E quindi non ha potuto
trattenersi dal dire ai lettori: "Me ne scuso".
4.
La "teoria delle eccezioni"
La "teoria del refuso" regge
però poco perché lo stesso Antonelli, da bravo storico della lingua qual'è, non ha potuto fare a meno di
ricordare (sulla scorta della Enciclopedia
dell'italiano, on line) due esempi di tale presunto refuso in scrittori
moderni: uno di Alessandro Manzoni (i) ("Voi<,>
mi fate del bene, a venir qui") e uno di Italo Calvino (ii) ("il contrario<,> esiste").
L'A. li ha giustificati -- secondo
"la teoria delle eccezioni" -- sostenendo che si tratta di
"virgole d'autore", definendo per modestia la sua invece virgola
"sfuggita al varco".
5. Vitalità della "virgola delle eccezioni"
In realtà, gli usi su citati,
sono facilmente moltiplicabili con altri di illustri italografi.
Per
es. in un saggio di linguistica di L.
Renzi 2012, Come cambia la lingua.
L'italiano in movimento:
(iii) "l'italiano<,>non sembra
essere cambiato affatto" (il Mulino, p. 22);
nel
discorso di insediamento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,
del 3.II.15:
(iv)
“Questa unità<,> rischia di essere difficile, fragile, lontana”;
nella Storia della punteggiatura in Europa, a
c. di B. Mortara Garavelli:
(v) "L’uso<,>
sempre più ricorrente e articolato che gli scrittori ne fecero suscitò
notevole interesse [...]" (Laterza 2009, p. 283).
La stessa
virgola è ancora più frequente dopo i "soggetti pesanti", cioè
variamente espansi. Un solo es.:
(vi) "Come emerge molto bene dagli esempi
sopra citati, la semplicità sintattica di periodi tenuti insieme da
connessioni asindetiche prevalentemente costituite da proposizioni
coordinate<,> agevola
la coincidenza della fine del verso con la fine della frase, sicché [...]"
(p. 369).
6.
"Virgola tematica" e non già "virgola sintattica"
In realtà, gli usi su citati, sottendono
un'altra Regola ("verità nascosta", si potrebbe dire), quella secondo
cui il soggetto isolato mediante la virgola, viene tematizzato, enfatizzato,
rispetto al predicato. Si tratta infatti della cosiddetta "virgola
tematica", ben diversa dalla tradizionale "virgola sintattica".
A ben vedere, i due ess. di Manzoni e
Calvino con la virgola trasmettono un particolare significato:
(i) "Voi, [= quanto a voi,] mi fate
del bene";
(ii) "Il contrario, [= quanto al
contrario,] esiste".
Correggendoli con l'eliminazione della
virgola, ovvero banalizzandoli, i due enunciati avrebbero tutt'altro
significato.
Antonelli sa peraltro che la virgola
tematica è ben presente anche in altre lingue (francese, inglese, spagnolo,
tedesco, cfr. la citata Storia della punteggiatura in Europa).
7.
L'inconscio e la Regola negata
A questo punto, possiamo ipotizzare che
il parlante (colto) ha interiorizzato nella sua grammatica mentale, inconscia
due Regole.
La "Regola-1" della virgola
tematica, riconosciuta dalla grammatica scolastica, dal "super-ego",
solo come "eccezione", con scarsa coerenza teorica.
E la "Regola-2" della virgola
sintattica, che separa per es. la principale dalla secondaria circostanziale
(nell'es. di Manzoni la seconda virgola della frase è appunto sintattica:
"Voi mi fate del bene<,> a venir
qui").
In Antonelli, italo-nativofono (colto),
ha così agito inconsciamente proprio la Regola-1 della virgola tematica,
negata, censurata, con conseguente dissociazione, dal super-ego grammaticale a
vantaggio della virgola sintattica.
* Docente di linguistica generale presso
l'Università di Catania