Stimolato dai rilievi di alcuni
amici-linguisti sull'ipotesi dell'etimo diacronico di frammistione, documentata a partire almeno dall'800 a tutt'oggi,
ripropongo l'intervento dell'11 marzo con un supplemento di dati e di
argomentazioni pro etimo diacronico
(dal lat. intermixtio, onis).
1.
Vitalità di frammistione
Sulla vitalità del termine frammistione, oltre l'es. già indicato,
del 1803, presente in un testo tradotto dall'inglese:
Erasmo Darwin 1803: "Linneo, nella
Introduzione a' suoi ordini naturali,
suppone che pochissimi fossero i vegetabili dapprima creati, e che
il loro numero sia andato crescendo in ragione della frammistione e' loro sponsali" (Zoonomia ovvero leggi della vita organica, Milano, Pirotta
e Maspero, p. 234; Napoli, Trani 1808 p. 247, ecc.),
ne segnalo, sempre sulla scorta di
Google libri ricerca avanzata, altri due del 1815 e del
1830 in ambito giuridico e in
ambito storico
1815: "§ 28 [...] e niente più comune diventa il formento
in tali casi di quello che un gregge che risultasse dalla frammistione
di due, uno tuo , l'altro di Tizio" (Corpus
iuris civilis romani, Corpo del diritto civile romano. Le instituzioni del
diritto civile romano dell'imperatore Giustiniano, volgarizzate con il testo
latino a fronte, Milano, Baret, p. 91).
H.
Ellis 1830: "La frammistione
confusa dei due sessi nei tempii, il dispregio, l'avversione e la trascuranza
di quelle pubbliche solennità che formavano una parte delle abitudini
giornaliere del popolo, sono cose particolarmente riferite nei rapporti dei mandarini"
(Viaggio di lord Amherst alla China, Torino,
Stamperia alliana, p. 127).
Particolarmente interessante anche l'es.
seguente:
Giuseppe Onofrio
Marzuttini 1830: "Laonde quando tu odi nomare
Iddio, intendi una sostanza senza principio, senza fine, semplice, senz'alcuna frammistione,
invisibile, incorporea, ineffabile, inestimabile, in cui niente v'ha di
aggiunto, niente di creato" (Collezione
delle opere dei padri e di altri autori ecclesiastici della chiesa aquilejese,
tradotte illustrate e impresse.col testo a fronte dall'abate G.O. Marzuttini,
Udine, Fratelli Mattiuzzi, p. 23).
Il cui testo latino così recita:
"Deum
cum audis, substantiam intellige sine initiom, sine finem, simplicem, sine ulla
admistione, invisibilem,
incorpoream, ineffabilem, inestimabilem, in qua nihil adjunctumm, nihil creatum
sit" (p. 22).
Il sost. admistio, admixtio,
sinonimo di intermixtio, è termine
ciceroniano (Calonghi Dizionario latino italiano).
Nel '900 in ambito linguistico si
possono segnalare, prima del già citato Berruto 2005:
Gaetano Berruto 1985: l'enunciazione mistilingue, è «la frammistione di
costituenti appartenenti a due sistemi linguistici diversi in uno stesso
enunciato senza che ai segmenti inseriti sia possibile attribuire un
qualunque valore (micro)funzionale»" (“'l pulman l'è nen ch-a cammina
tanto forte'. Su commutazione di codice e
mescolanza dialetto-italiano”, in "Vox Romanica" 44 (1985), pp. 59-76, a. p.
67, giusto
la precisazione dello stesso Berruto; citato anche in Il caso Camilleri: letteratura e storia, Palermo, Sellerio 2004, p. 90; cfr. anche
pp. 92, 93).
Bruno
Moretti, Dario Petrini, Sandro Bianconi 1992: "Ciò potrebbe a sua volta
favorire la frammistione in italiano di tali termini anche quando
vengono usati con valore referenziale. Fattori pragmatico-interazionali e
socioculturali in senso lato legati al ruolo e alle connotazioni dei due codici"
(Linee di tendenza dell'italiano contemporaneo.
Atti del XXV Congresso internazionale di studi della Società di linguistica
italiana (Lugano, 19-21 settembre 1991, Roma, Bulzoni, p. 361).
E
poi:
Gianna
Marcato, a cura di, 2005:
"Quanto alle abbanniate caratterizzate dalla frammistione del codice
lingua e del codice dialetto, sono presenti produzioni del tipo un èuro na
bbella vaschìetta. un èuro. bbelli chivi. un èuro. bbelli nìespuli. [...]"
(Dialetti in città. Atti del convegno,
Sappada-Plodn (Belluno), 30 giugno-4 luglio 2004, Padova, Unipress, p. 101;
e p. 93).
Alberto
A. Sobrero, Annarita Miglietta, a cura di, 2006: "Da un punto di vista
segmentale, costituiscono singoli episodi di frammistione tutte le
sequenze continue di dialetto, a partire dal singolo elemento (es. l'articolo)
fino ad arrivare a gruppi di parole e di frasi" (Lingua e dialetto nell'Italia del Duemila, Lecce, Congedo, p. 248,
anche pp. 249-50).
Paola
Como 2007:
"[...] l'individuazione dei confini della frammistione. In linea
generale, per l'attribuzione dell'elemento omofono ad uno dei due codici, sono
stati adottati criteri di costituenza sintattica.” (La variabilità del dialetto. Uno studio su Monte di Procida,
Napoli, Liguori, p. 208).
2.
Etimo sincronico o diacronico?
In attesa che i dizionari accolgano il
termine, c'è da chiedersi quale ne sia l'etimo.
2.1
Frammist-ione neoformazione
suffissata?
L'analisi di frammistione è invero trasparente al parlante comune che può
analizzarlo come suffissato formato dal part. pass. "frammisto + suffisso -ione".
Apparentemente quindi frammist-ione sembrerebbe
una neoformazione, una voce cioè creata in italiano, un neologismo almeno
dell'800.
Sennonché i suffissati in -ione non sono neoformazioni ma, come è
stato dimostrato, prestiti da altre lingue, cfr. eros-ione dal
lat. erosiōne(m), confus-ione dal lat. confusiōne(m), trasmiss-ione dal lat. transmissiōne(m), ecc.
2.2.
Frammistione latinismo
La base Frammisto, databile av. 1765, è a sua volta latinismo, dal lat. intermixtus, part. pass. di intermiscere. Il sost. femm. frammistione è quindi riconducibile al
s.f. latino intermixtione(m). Il lat. intermixtio, -onis è documentato nel IV sec. d.C. con C. Marius Victorinus
grammatico e retore (cfr. Calonghi Dizionario
latino italiano). E la forma intermixtione
è adoperata anche nel latino moderno, "Recentior Latinitas", almeno a
partire dal 1500, stando al Thesaurus
formarum totius latinitatis a Plauto usque ad saeculum XXum a
cura di P. Tombeur (1998). E grazie a Google è documentabile in vari testi
latini a partire dal '700.
2.2.1. Latinismi
analoghi
Casi
analoghi al lat. inter-mixtione
> it. fra-mmistione, in cui
cioè l'inter lat. è tradotto con fra-,
ma reso anche con inter-, sono costituiti dalle seguenti
due coppie di lessemi:
lat. inter-pōnĕre > 1) it. fra-pporre sec.
XIV, Livio volgar.
> 2) it. inter-porre 1304-08, Dante.
lat. intermĭttĕre > 1) it. fra-mmettere 2ª
metà XIII sec., Fatti di Cesare
> 2) it. inter-mettere 1354.
2.3.
Fra-mmistione: neoformazione
prefissata?
Si potrebbe anche ipotizzare un'analisi
di frammistione come neoformazione
prefissata: "fra- + mistione",
ma il prefisso fra- si combina con
verbi e non con nomi (cfr. M. Grossmann - F. Rainer, a cura di, La formazione delle parole in italiano,
Niemeyer, 2004, pp. 131-32).
2.4.
Conclusione
Alla fine, l'ipotesi di frammistione come neoformazione, prefissata
o suffissata che sia, non sembra strutturalmente sostenibile, ed è quindi
decisamente preferibile propendere per l'etimologia diacronica, dal
lat. intermixtione(m).
* Docente di linguistica generale presso l'Università di Catania