Breve
viaggio attraverso l’immensa foresta del vocabolario alla ricerca di parole
omofone (stesso "suono", stessa pronuncia), ma dal significato diverso, facendo tappa al verbo “allettare”. In
questo caso la parola, anzi il verbo, oltre a cambiare di significato cambia
anche la “provenienza etimologica”. Vediamo. Il significato principe del verbo
in questione è “attirare con lusinghe, piacevolezze o promesse” ed è il
corrispettivo latino “allectare”, intensivo di “allicere” (‘indurre con
dolcezza a qualcosa’): l’idea di una crociera mi alletta molto (si clicchi qui).
C’è da dire - per onestà linguistica - che questo verbo ha perso, oggi, la
natura ‘maligna’ del suo genitore (‘prendere al laccio’, quindi ‘attrarre con
lusinghe’) e vale, come testé visto, “attrarre con l’aspettazione di cose
piacevoli (la crociera)”. L’altro significato del verbo è quello di
“costringere al letto”, ma non ha nulla che vedere con il latino “allicere” essendo
di formazione - potremmo dire - piú moderna essendo composto con la
preposizione “a” e il sostantivo “letto”, dal latino “lectus” (‘giaciglio’). E
concludiamo il viaggio con il vocabolo “colmo”, che può essere tanto sostantivo
quanto aggettivo e con due distinti significati: “parte piú alta di una
prominenza” (sostantivo) e “pieno fino all’orlo” (aggettivo). L’origine, però,
è un po’ diversa. Il sostantivo, che in senso figurato si adopera anche per
indicare il “grado piú alto che è possibile pensare, immaginare o raggiungere”
è il latino “culmen, culminis”: il colmo della vita (l’età matura). Con lo
stesso nome - e chi non lo sa? - si indica anche un particolare tipo di
indovinello che si risolve, nella maggior parte dei casi, in un bisticcio di
parole. Per quanto attiene all’aggettivo bisogna rifarsi, invece, al participio
passato sincopato del verbo colmare: colm(at)o. La sincope, è bene ricordarlo,
è la caduta di una o piú lettere nel corpo di una parola. Nel caso specifico da
“colmato” sono cadute la “a” e la “t” (ed è rimasto colmo).
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Ancora
una parola non attestata nei maggiori vocabolari dell'uso, ma prettamente
aulica: dimicazione. Sostantivo
femminile che vale lotta, battaglia, guerra. È tratto dal latino
"dimicatione(m)", dal verbo "dimicare" (lottare, combattere
e simili, ma anche rischiare, mettere a repentaglio).
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Fiorista e fioraio, gelatiere e gelataio sono sinonimi? Qui la risposta di Riccardo Cimaglia (Crusca).
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