Abbiamo visto, altre volte, che la nostra lingua è
ricca di parole che con il trascorrere del tempo hanno acquisito un significato
diverso da quello originario, da quello desunto dall’etimologia. Oggi
vediamo la storia del borghese.
Ci affidiamo a Lodovico Griffa. I borghesi non sono cortesi? Strana domanda, direte. La cosiddetta borghesia, di solito, si vanta di essere beneducata e di mantenere rapporti con il prossimo in termini civili e cortesi. Allora perché abbiamo fatto questa domanda? Perché essa sarebbe stata assai giustificata agli inizi della nostra lingua, otto o nove secoli fa. Vediamo insieme le istituzioni e la mentalità degli uomini di quei tempi.
Cortese deriva dal latino medievale "curtensem" sua volta legato al sostantivo "curtem". Così si chiamava il castello medievale, attorno al quale sorgeva il borgo, ove abitavano i dipendenti più umili e gli artigiani, gente che non metteva piede nella corte se non per portare i prodotti del suo lavoro o per prestare i suoi mal ricompensati servigi al feudatario.
Ci affidiamo a Lodovico Griffa. I borghesi non sono cortesi? Strana domanda, direte. La cosiddetta borghesia, di solito, si vanta di essere beneducata e di mantenere rapporti con il prossimo in termini civili e cortesi. Allora perché abbiamo fatto questa domanda? Perché essa sarebbe stata assai giustificata agli inizi della nostra lingua, otto o nove secoli fa. Vediamo insieme le istituzioni e la mentalità degli uomini di quei tempi.
Cortese deriva dal latino medievale "curtensem" sua volta legato al sostantivo "curtem". Così si chiamava il castello medievale, attorno al quale sorgeva il borgo, ove abitavano i dipendenti più umili e gli artigiani, gente che non metteva piede nella corte se non per portare i prodotti del suo lavoro o per prestare i suoi mal ricompensati servigi al feudatario.
Cortese era dunque chi viveva a corte, e borghese chi viveva nel
borgo. Poiché nel castello gli usi, i comportamenti, gli ideali di vita erano,
secondo la mentalità di allora, civili e gentili, l’aggettivo cortese
divenne sinonimo di nobile e raffinato, in contrasto con villano,
abitante della villa o campagna, e di borghese, abitante del borgo.
Cortese non poteva essere, in quei tempi, chi non era ammesso a frequentare la
corte. Però, a poco a poco, i borghesi perfezionarono i loro sistemi di lavoro,
aumentarono i loro redditi e le loro ricchezze, ingentilirono i loro costumi,
mentre i borghi divennero, a poco a poco, liberi comuni, sottraendosi alla
giurisdizione del feudatario e spesso contrapponendosi a lui.
Con le ricchezze vennero anche la cultura e il potere e nuove e più raffinate
abitudini di vita. Lentamente la classe borghese che, non nobile per nascita,
trae potere e lustro dalla sua prosperità economica, è riuscita a emergere e a
contrapporsi, come classe dirigente e colta, a quella feudale, staccandosi
dalla plebe, da cui proveniva, e facendo classe a sé. Così il borghese è
diventato anch’egli cortese.
A proposito di cultura è utile ricordare che c’è la coltura e la cultura
(anche se alcuni vocabolari ritengono i due termini una variante reciproca). Il
primo termine (coltura) si usa riferito alla coltivazione di alcuni prodotti
della terra; il secondo nel significato di istruzione, civiltà.
Abbiamo, quindi, la viticoltura e la cultura libresca.
La parola che portiamo all'attenzione dei cortesi
lettori - non registrata nella quasi totalità dei vocabolari dell'uso - è il
verbo, di origine dotta, ignoscere. È
pari pari il latino "ignoscere" e sta per perdonare, condonare,
indulgere, scusare e simili.
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