Questo modo di dire dovrebbe esser noto agli amici lettori
veneti derivando, la voce pettegolo, dal dialetto veneto, appunto,
"petegolo" (propriamente "piccolo peto", vale a dire
"rumore intemperante e sgradevole"). Il pettegolo, infatti, con le
sue "chiacchiere e commenti maliziosi su altre persone" non emette
sempre un chiacchierío, quindi un "rumore sgradevole"? E perché come
una taccola? È presto detto. La taccola, un uccello dei passeriformi simile
alla cornacchia, vive in comunità e si unisce spesso a gruppi di corvi e stormi
emettendo un verso continuo e articolato che unito al verso degli altri uccelli
dà la sensazione di un interrotto chiacchiericcio. Di qui il "paragone
metaforico" con la persona pettegola. Alcuni Autori - occorre dirlo per
"onestà linguistica" - fanno derivare la voce pettegolo o, meglio, la
connettono a "putus", ragazzo, attraverso una forma diminutiva di
"puticolus" ('fanciullo' e i fanciulli - si sa - non stanno mai zitti,
ndr); altri a "petere", andare verso, ricercare e il
"petente", vale a dire il "richiedente" - anche questo si
sa - non sta mai zitto: con le sue "richieste" diventa assillante. Il
modo di dire si adopera anche nella variante "pettegolo come una
portinaia", vale a dire chiacchierone come la tradizione dipinge le
portinaie, che solitamente si intromettono nei fatti degli altri e sanno tutto
ciò che riguarda gli inquilini del palazzo.
***
La parola proposta da questo portale - non attestata
nella maggior parte dei vocabolari dell'uso - è: oblatratore. Sostantivo maschile deverbale il cui significato è
"maldicente", "denigratore", "calunniatore" e
simili. È tratto dal verbo latino "oblatrare", letteralmente
"latrare contro"; con uso
figurato vale "scagliarsi contro qualcuno", quindi calunniarlo e
simili.
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