C’è chi si veste per brillare, chi parla per abbagliare, chi scrive per luccicare. E poi c’è chi, a un certo punto, sente il bisogno di sbrilloccare. Di togliere il troppo, il vistoso, il superfluo. Di tornare a una sobrietà che non è povertà, ma eleganza.
Il verbo sbrilloccare nasce per derivazione giocosa e analogica da brillare e sbrilluccicare, con l’aggiunta del prefisso s- che indica privazione o allontanamento. Il suffisso -occare, pur non essendo riconosciuto nella morfologia italiana, richiama foneticamente l’azione di staccare, togliere, liberare. Non è un elemento produttivo, ma funziona qui come innesto fonosimbolico, capace di evocare uno schiocco, un gesto netto, una liberazione improvvisa. Il risultato è un neologismo che suona come un colpo di vento: rapido, ironico, liberatorio.
Sbrilloccare significa liberarsi da un eccesso di luccichii, ostentazioni o fronzoli. Può riferirsi a persone, abiti, discorsi, ambienti o stili comunicativi. L’azione può essere volontaria, come una scelta stilistica, oppure suggerita da un contesto che richiede sobrietà. Il verbo si presta a usi ironici, colloquiali, ma anche a contesti editoriali e stilistici. Può essere impiegato per descrivere un processo di semplificazione visiva, retorica o comportamentale.
La sua flessibilità sintattica lo rende adatto a diverse costruzioni: transitivo (“Devo sbrilloccare questo testo, è troppo pieno di metafore”), intransitivo (“Dopo la festa, ho bisogno di sbrilloccare un po’”), riflessivo (“Si è sbrilloccata prima del colloquio: gonna grigia, niente fronzoli”). Il tono può variare dal giocoso al critico, dal personale al professionale.
Alcuni esempi d’uso:
Il sito era troppo carico di effetti: lo abbiamo sbrilloccato.
Quel politico si è sbrilloccato per sembrare più vicino alla gente.
Mi sbrillocco ogni volta che torno in campagna: via tacchi, via trucco.
Il tuo curriculum è brillante, ma va sbrilloccato: troppi aggettivi.
Ecco un’eventuale lessicalizzazione qualora la neoformazione “prenda piede”:
sbrilloccare /sbril:lo'kːare/ v. tr. e intr. [der. di brillare con pref. s- e suff. fonosimbolico -occare]. – Liberarsi da ornamenti, effetti o elementi eccessivamente vistosi o brillanti, in senso proprio o figurato. ◆ Sbrilloccare un discorso, renderlo più sobrio e diretto. ◆ Sbrilloccarsi prima di un incontro, scegliere un abbigliamento più discreto. ◆ Sbrilloccare un ambiente, ridurre decorazioni o luci troppo intense. ◆ Sbrilloccare un testo, semplificarlo stilisticamente. ◆ Sbrilloccarsi dopo una serata mondana, tornare a uno stile più naturale.
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La lingua “biforcuta” della stampa
Le autorità ha disposto il blocco del traffico
Il ministro: “Ci sono delle problematiche che va affrontato subito”
Il governo ha preso delle decisioni che ci ha messo in difficoltà
Le forze dell’ordine è intervenuta per sedare gli scontri
Le misure adottata dal governo sono insufficienti
Le misure che il governo ha preso non è sufficiente
Il numero di vittime sono salite a dieci
Le autorità ha deciso di evacuare l’area
Il numero di contagi sono aumentati rispetto a ieri
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Ogni commento è superfluo.
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Il femminicidio
Milano, uccisa dal compagno con 24 coltellate. Le sue urla, il terrore dei vicini: “La ammazza”. La pm: “Era possessivo”
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Meglio: i suoi urli (di una sola persona).

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