mercoledì 15 ottobre 2025

Il congiuntivo in esilio. Fiaba sintattica per tempi incerti

 

Il congiuntivo è il tempo della possibilità, del dubbio, del desiderio. Eppure, nella lingua parlata (e scritta) di oggi, viene spesso dimenticato, sostituito, persino deriso. Questa fiaba lo immagina come un personaggio esiliato dal Regno dell’Indicativo, costretto a vagare tra frasi sbagliate e costruzioni approssimative. Ma ogni esilio può diventare ritorno, se qualcuno ne riconosce il valore.

Nel Regno di Sintassia, ogni tempo verbale aveva un compito preciso. L’Indicativo regnava con fermezza: raccontava ciò che è certo, ciò che accade davvero. Diceva: io so, tu vai, lui ha detto. Il Condizionale sussurrava possibilità: vorrei, potresti, sarebbe bello. L’Imperativo gridava ordini: vai!, smetti!, ascolta!.

Ma il Congiuntivo… ah, il Congiuntivo era diverso. Non descriveva il mondo com’è, ma quello che potrebbe essere. Parlava di desideri, paure, dubbi, ipotesi. Diceva: che tu sia felice, che lui venga presto, che noi avessimo capito. Era il tempo dell’incertezza, dell’anima, della profondità.

Troppo elegante, troppo sfuggente. Così, un giorno, il Re dell’Indicativo lo convocò:

- Congiuntivo, sei troppo complicato. La gente non ti usa più. Ti confonde con me, ti ignora, ti sostituisce. Sei in esilio.

Il Congiuntivo non protestò. Raccolse le sue forme — sia, fossi, venisse, avessi — e partì. Vagò tra le frasi sbagliate:

  • Credo che lui è stanco (ma si dovrebbe dire sia stanco)

    Spero che tu vieni (ma si dovrebbe dire venga)

    Penso che lei ha ragione (ma si dovrebbe dire abbia ragione)

Ogni volta si fermava, sospirava, e lasciava un’ombra di dubbio.

Nel suo esilio, incontrò la Congiunzione “che”, che piangeva:

- Senza di te, io non ho senso. Mi usano per legare frasi che non si legano. Mi mettono dappertutto, anche dove non servo. - E quando servo davvero - aggiunse il Congiuntivo - mi ignorano.

Incontrò anche il Subordinato Dipendente, che barcollava:

- Senza il tuo aiuto, non riesco a esprimere possibilità, emozione, sogno. Mi riducono a cronaca. — Eppure - disse il Congiuntivo - io sono fatto proprio per te. Quando la frase principale esprime incertezza, desiderio, opinione, io dovrei entrare in scena.

Il Subordinato si illuminò:

- Quindi… se dico Spero che tu vieni, sbaglio? - Sì. Dovresti dire Spero che tu venga. Perché “spero” è un verbo che esprime desiderio. - E Penso che lui è bravo? - No, no. Penso che lui sia bravo. “Pensare” è opinione, non certezza.

Il Congiuntivo, commosso, decise di tornare. Non al palazzo del Re (dal quale era stato esiliato), ma tra la gente. Si nascose nei libri, nei versi, nei pensieri profondi. E lì, qualcuno lo riscoprì.

Una bambina disse: Vorrei che tu fossi qui. Un poeta scrisse: Che io non perda mai la meraviglia. Un insegnante spiegò: Il congiuntivo si usa quando la realtà è incerta, desiderata, temuta, ipotizzata. È il tempo dell’anima.

Il Re dell’Indicativo, vedendo tutto ciò, capì. Non si può governare senza possibilità. Così revocò l’esilio, e il Congiuntivo tornò. Non come suddito, ma come custode del dubbio e della speranza.

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Ecco alcune regole, chiarissime, sull’uso del congiuntivo.

  • Dopo verbi di opinione, dubbio, desiderio, emozione

    • Credo che tu sia stanco

      Spero che lei venga

      Temo che noi abbiamo sbagliato

    Dopo espressioni impersonali che indicano incertezza

    • È possibile che lui sia partito

      È improbabile che tu abbia ragione

    Dopo congiunzioni come “benché”, “sebbene”, “affinché”, “purché”

    • Benché sia tardi, usciamo

      Ti aiuto purché tu studi

    Nelle frasi ipotetiche irreali o desiderative

    • Se io fossi ricco…

      Magari lui venisse!

 

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La lingua “biforcuta” della stampa

La donna è stata trovata priva di vita, ma non si esclude che possa essere ancora viva

Il ladro è stato arrestato mentre tentava di fuggire con la refurtiva, che aveva già rubato

Il treno è deragliato a causa di un guasto improvviso previsto dai tecnici

Il cane ha morso il bambino per difendersi

Il cadavere è stato ritrovato vivo

L’incidente è stato causato da una distrazione improvvisa e prevedibile

Il paziente è stato operato chirurgicamente con un intervento non invasivo

La scuola ha deciso di sospendere le lezioni per motivi didattici

Quel ‘non me n’ero accorto’, però, ha bucato gli schermi ed è scivolato affianco a tante vite reali


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Un cartello, con un evidente strafalcione ortografico, affisso in una farmacia del Nord Italia.






































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