Si faccia attenzione a non confondere la congiunzione con l'avverbio (o modificante) perché a volte ─ a seconda del contesto ─ il modificante non è avverbio ma congiunzione. La congiunzione, una delle nove parti del discorso, serve, come dice la stessa parola, a unire (congiungere) le proposizioni o le parti simili di una medesima proposizione: il cielo è azzurro e infinito; io sostengo che ciò che stai dicendo non è la verità. Nel primo esempio la congiunzione "e" unisce, congiunge due predicati nominali; nel secondo, la congiunzione "che" unisce due proposizioni. Vediamo ora alcuni casi in cui l'avverbio ─ se non si presta attenzione all'analisi logica ─ si può confondere con la congiunzione: quando ti telefonerò dovrai correre subito da me. In questa frase quando non è un avverbio di tempo ma una congiunzione in quanto unisce, congiunge la proposizione secondaria (subordinata temporale) alla principale, dovrai correre subito da me. Quando sarà, invece, avverbio in frasi tipo "speriamo di risentirci ancora: ma quando?". L'analisi logica (e il contesto) ci fa capire che in questo caso quando è, per l'appunto, un avverbio di tempo e non una congiunzione perché non "congiunge" alcunché.
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La parola proposta da questo portale: bastardella. Sostantivo femminile con il quale si designa un recipiente di rame o di altro materiale dal fondo sferico. Da bastardo (?).
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