Riceviamo e pubblichiamo
EROE - Tutti i dizionari consultati evidenziano tre significati, oltre a quelli in cui il termine suona ironico o beffardo:
· Il semidio della mitologia,
· Il protagonista di un’opera letteraria, teatrale o cinematografica,
· La persona che lotta con eccezionale coraggio e generosità, affrontando gravi pericoli, fino al cosciente sacrificio di sé, per una ragione o un ideale ritenuti validi e giusti.
Ancora l’altro ieri (non avevano ancora pareggiato con la Svizzera) ho sentito parlare dei “ventiquattro eroi della Nazionale di calcio”; gente la cui ragione, o ideale, è fare soldi. Del resto sono stati definiti eroi i medagliati di Tokio 2020 (o 2021 che dir si voglia) e, forse più appropriatamente, quelli delle Paraolimpiadi. Finanche chi primeggia nella corsa campestre locale. In nessuno di questi casi riesco a vedere il “cosciente sacrificio di sé”, salvo l’aver sacrificato del tempo in allenamenti.
Se questi sono gli eroi dei nostri tempi, a maggior ragione lo sono i lavoratori che svolgono mansioni comportanti rischi di infortunio (es.: edilizia). Oppure tutti coloro che – in periodo di pandemia – salgono su un autobus, un tram o una metropolitana per andare a scuola, al lavoro o, perché no, a comprare il necessario per l’alimentazione della famiglia, correndo il rischio di ammalarsi più o meno gravemente. E che dire di chi si fa vaccinare impavidamente? Quindi, non avendo più molti santi, poeti e navigatori da vantare, siamo diventati tutti eroi!
EVACUARE ed EVACUAZIONE – Tutti i dizionari consultati sono d’accordo su due significati fondamentali, per altro imparentati strettamente:
· Abbandonare un luogo (gli abitanti hanno evacuato la zona terremotata; evacuare la zona prima che si verifichi l’eruzione)
· Liberare, svuotare (evacuare l’intestino); espellere (evacuare le feci).
Alcuni dizionari aggiungono anche un terzo significato (per estensione), ma solo per il verbo, con le persone come complemento oggetto: far sgomberare un luogo per motivi di emergenza (la popolazione è stata fatta evacuare dalla città; le forze dell’ordine hanno evacuato gli studenti dall’edificio scolastico; evacuare la popolazione dopo il terremoto).
La Crusca tratta solo il termine “evacuazione”, confrontandolo col desueto “evacuamento”. Gli attribuisce due significati: sgombero (di un luogo, di un edificio) e svuotamento (dell’intestino).
Ora, nei media, si trova di rado il significato proprio di sgomberare, con il complemento oggetto rappresentante un luogo: prevale di gran lunga il terzo significato, spesso omettendo il riferimento al luogo da lasciare libero. Mi viene – purtroppo, visto che si tratta sempre di tragedie – da ridere quando compare solo il sostantivo: “gli abitanti sono stati costretti all’evacuazione”. Purgante a chili?
Chiedo a chi è più competente di me: si tratta di naturale evoluzione del linguaggio, o di svuotamento del significato delle parole? Mi viene da dire: gli eroi sono stati evacuati del loro significato.
Pier Paolo Falcone
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Sotto il o
sotto al?
La preposizione impropria "sotto" si unisce direttamente al sostantivo (tramite l'articolo) e con le preposizioni "a" o "di" se è seguita da un pronome: a causa del traffico è rimasto bloccato per ore sotto il cavalcavia; la famiglia Pincopanco abita sotto di noi. Secondo la Grammatica italiana del vocabolario Treccani si possono adoperare indifferentemente l'articolo o le preposizioni; nel Vocabolario, però, non v'è alcun esempio con le preposizioni. Qui e qui.
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La lingua "biforcuta" della stampa
LA COMMEMORAZIONE
Terrorismo, a Cuba
ricordata la morte del genovese Fabio Di Celmo
Ucciso nel 1997 da una bomba esplosa in un hotel di L'Avana
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Correttamente: dell'Avana. L'articolo si declina quando la città non è a inizio frase o in una data.
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