lunedì 27 settembre 2021

Aggettivi (qualificativi) non "graduabili"

 Tutti gli aggettivi (qualificativi) si possono "graduare"? Vale a dire è sempre possibile formare il comparativo e il superlativo? Sul piano teorico, sí; sul piano "pratico-logico" non sempre. Se non cadiamo in errore vi sono due casi specifici in cui la "graduazione" non è possibile.

 Il primo caso riguarda gli aggettivi che al loro "interno"  contengono già l'idea di una cosa realizzata al massimo grado (o livello). Si pensi, per esempio, agli aggettivi "saturo", "completo", "perfetto", "assoluto", "totale". Va da sé che non si possono graduare quando sono adoperati in senso proprio e non in quello estensivo o con "valore enfatico", quest'ultimo proprio del linguaggio parlato (o informale).

 Per quanto attiene al secondo caso ─ un po' piú complesso, ma non tanto ─  in cui la "graduazione" non è possibile è necessario esaminare,  e quindi distinguere, gli aggettivi qualificativi veri e propri (bello, piccolo, intelligente ecc.) e gli aggettivi cosí detti di relazione* (si pensi a "olimpico", "notturno", "finanziario" ecc. ). Questi ultimi non esprimono una vera e propria "qualità" ma una relazione, appunto, con il sostantivo dal quale provengono. Indicano, insomma, una condizione o caratteristica non "graduabile" in alcun modo. Un esempio: "vigilanza giornaliera". Ci può essere una vigilanza "giornalierissima" o "piú giornaliera" di un'altra?

 Con gli aggettivi tipo "giornaliero", come "notturno" per esempio, per logica, insomma,  superlativo e comparativo non sono possibili. Anche qui, però, perché gli "aggettivi di relazione" non siano "graduabili" devono essere adoperati in senso proprio e non in quello figurato o estensivo.

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Qui.


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La lingua "biforcuta" della stampa

 La vice questore Schilirò durante la manifestazione no vax di ieri sera a Roma

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Correttamente: questora (o questrice). Quindi: la vicequestora ('vice' è un prefissoide e in quanto tale si scrive "attaccato" alla parola che segue).

Nota d'uso (Sapere.it, De Agostini)

Il femminile regolare di questore è questora, e così si può chiamare una donna che ricopra il ruolo di questore. Alcuni preferiscono però chiamare anche una donna questore, al maschile. Si tratta di una scelta che non ha basi linguistiche, ma sociologiche, e che comunque può creare, nel discorso, qualche problema per le concordanze (...).

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