venerdì 23 luglio 2021

Sgroi - 109 - L'edizione "millesimata" de "lo Zingarelli 2022". Auto-presentazione: punti di forza e punti critici


 di Salvatore Claudio Sgroi

 

1. L'evento editoriale

Anche quest'anno la Zanichelli ha pubblicato l'edizione cosiddetta (con francesismo) "millesimata" (cioè "rinnovata ogni anno") del suo glorioso Vocabolario della lingua italiana ("opera di oltre 300 collaboratori") con "Presentazione" datata maggio 2021, a cura di Mario Cannella, Beata Lazzarini e (già dall'ed. del 2020) Andrea Zaninello (classe 1985), definito in Google come "Language Scientist", ovvero "Linguista computazionale e lessicografo".

Il dizionario è inoltre dotato di un prezioso CD-Rom, contenente tra l'altro lo storico Tommaseo-Bellini Dizionario della lingua italiana (1861-1879, 8 voll.), il Vocabolario degli Accademici della Crusca (1612), l'Enciclopeda Zanichelli ricca di 70mila voci, ecc.

 

2. L'auto-presentazione

Quanto si legge nella quarta di copertina del Vocabolario è una eccellente auto-presentazione dell'opera, che il lettore può valutare per alcuni punti di forza e inevitabili punti critici.

 

3. Ricchezza del lemmario


Punto 1. Il dizionario registra ben "145.000 voci, oltre 380.000 significati fra cui circa 1000 nuove parole e locuzioni o nuovi significati". Non c'è dubbio che la ricchezza del lemmario è un fiore all'occhiello dello Zingarelli, che non ha concorrenti al riguardo tra i dizionari mono-volume. Il lettore può sì rimanere deluso se non trova il termine che cerca, ma va detto che nessun dizionario può registrare tutte le parole (con tutti i significati), passate e nemmeno attuali, della lingua di una comunità di milioni di italofoni e italografi. Il ricorso a Internet può far superare tali delusioni, ma neanche Internet è esente da lacune.

Il dizionario invece può consentire al lettore di capire parole complesse non registrate perché lemmatizza prefissi, suffissi e "confissi" o "primi/secondi elementi", per es. "-grafo" in "italografo" non lemmatizzato; o mono- in (dizionario) mono-volume nello Zing. riferito solo alle automobili; o per italo-nativofono (assente) ci sono italo- "primo elemento", nativo agg. e -fono "secondo elemento".

 

3.1. Sottolemmi


Com'è noto, l'ordine alfabetico dei lemmi di un dizionario è giustificato solo dalla comodità di reperimento delle singole voci e non dà certamente conto dei rapporti derivazionali del lessico. Una eccezione è costituita un pò in tutti i dizionari dai vari valutativi e dagli avverbi in -mente, trattati come sottolemmi in corpo più piccolo, e spesso non definiti perché intuibili, e senza datazione. Lo Zingarelli ha però esteso tale pratica, come si avverte nelle "Avvertenze" (pp. 9-10), a non pochi derivati deverbali in -fica/zione, -izza/zione; deaggettivali in -al/ità, -ar/ità, -bil/ità, -ic/ità, -iv/ità, -os/ità; e una sfilza di desostantivali (da composti) come psicolog/ico, -ismo, -ista, -o, ecc., che lascia non poco perplessi, perché spesso i lemmi non sono neppure definiti e sono privi della data di prima attestazione. La ragione di tale scelta, imitata anche da altri dizionari (vedi Garzanti 2020), sembra solo quella di guadagnare spazio per arricchire il lemmario.

 

4. Etimologia diacronica e sincronica

Punto 2. Il dizionario fornisce "oltre 70.000 etimologie che accompagnano altrettanti lemmi". Se il dizionario registra però 145mila lemmi ci si aspetterebbero altrettante etimologie. I lessemi di una lingua dal punto di vista dell'origine prevedono infatti tre possibilità. Casi di etimologia "diacronica": (i) voci ereditarie o patrimoniali, derivanti dalla lingua madre (il latino parlato o volgare nel caso dell'italiano), es. cosa "lat. causa(m)". (ii) Prestiti o "doni" dal latino (latinismi), es. causa "[voce dotta, lat. cāusa(m)]", o da altre lingue straniere (francesismi, anglicismi, ecc.) es. enfant prodige datato av. 1866. O ancora casi di etimologia "sincronica": (iii) neoformazioni, ovvero voci create all'interno dell'italiano, per es. etichettabile "da etichetta(re) + -bile" datato 1931.

Mentre gli etimi diacronici (i) e (ii) sono indicati sistematicamente, quelli sincronici (iii) sono invece segnalati in maniera molto selettiva, per es. etichetta/mento, etichetta/trice, etichetta/tura sono privi dell'etimo (sincronico) perché si presuppone facilmente intuibile per l'italo-nativofono (ma sono lemmatizzati i suffissi -mento, -trice e -tùra).

In realtà l'unica motivazione alla base di tale esclusione è l'esigenza di risparmiare spazio, per privilegiare la ricchezza del lemmario. Si tratta di un punto debole che lo Zingarelli condivide però con tutta la lessicografia "mono-volume".

Da segnalare altresì la datazione (peraltro costantemente aggiornata, per le cure soprattutto di Ludovica Maconi), ma limitata al primo significato, apparentemente "per un criterio di economicità" (p. 11), preceduta dal simbolo di una stella. La lessicografia francese (cfr. Petit Robert) in ciò è invece molto più sistematica.

 

4.1. Formazione delle parole

Quanto alla formazione delle parole, che riguarda l'"etimologia sincronica", lo Zingarelli nelle "Avvertenze" (p. 10) accenna al problema dei "composti", es. boccascena "[comp. di bocca e scena]" ma anche immotivato è "[comp. di in- e motivato]". Con il che il dizionario mostra di aderire alla classificazione ottocentesca secondo cui la composizione includeva sia i composti che i prefissati, come immotivato. I suffissati sono invece indicati nel lemmario con la formula "da", es. cortesia "[da cortese *1266]", senza mai esplicitare (anche qui per ragioni di spazio) il suffisso: "[da cortese + -ìa]".

I parasintetici a loro volta "compost[i] derivat[i] da un nome con l'aggiunta di un prefisso e di un suffisso" (p. 1625) sono così segnalati, es. intavolare è "[comp. di in- e tavola * 1481]" ma anche (e meglio) impasticcàrsi: "[comp. parasintetico di pasticca, col pref. in- (1) ☼ 1967]".

La formula con "da" serve anche a indicare altri tipi di derivati, per es. incorporo ["da incorporare"].

Si accenna pure agli "incroci" (p. 10), es. cipiglio "dall'incrocio di ciglio e piglio (?)" (ma manca il sin. blend); e appare anche "comp.", es. motèl "[amer. comp.di mot(or) (...) e (ho)tel]".

Nel dizionario si fa ricorso ancora a termini come: "abbr". es. moto- "[abbr. di motore] primo elemento"; e "accorc.[iamento]" es. moto s.f. "accorc. di motocicletta".

Le "Sigle (o acronimi), abbreviazioni e simboli" sono tra le Appendici (pp. 2645-77), ma qualcuna è anche lemmatizzata, e indicata come "sigla", es. TAC o Tac "[sigla di T(omografia) A(ssiale) C(omputerizzata)]".

 

5. Definizioni ed esempi d.o.c.

Punto 3. Ogni lemma è naturalmente illustrato con definizioni di vario tipo. Una scelta originale dei curatori è l'aver corredato il testo di "136 definizioni d’autore: significati firmati da persone che oggi rappresentano l’eccellenza italiana nei rispettivi campi ci offrono punti di vista a volte sorprendenti" (segnalate a p. 2689), che per quest'aspetto trasformano, per il lettore curioso, il dizionario da opera di consultazione in testo di lettura continuata. Un solo es. Obiettività: "(...) Se sei obiettivo sai anche di non essere depositario della verità: puoi inquadrare la realtà che vedi, ma fuori campo resta sempre qualcosa che non sei riuscito a cogliere (...)" E. Mentana.

Le definizioni sono spesso accompagnate dagli esempi dei lessicografi che garantiscono l'autenticità della lingua, ma non mancano "oltre 12.000 citazioni letterarie di 134 autori, da Francesco d’Assisi ad Alberto Arbasino", preziose soprattutto per gli usi più antichi.

           

6. Dizionario di sinonimi e di nomenclatura

Punto 4. Lo Zingarelli è anche un dizionario dei sinonimi e contrari. Se la definizione con gli esempi serve a caratterizzare sintagmaticamente i vari lemmi, all'occorrenza vengono indicati paradigmaticamente in corrispondenza dei vari significati "oltre 9300 sinonimi, 2000 contrari e 2500 analoghi". Con il termine "analoghi" (non definito in quest'accezione linguistica), gli autori segnalano con "Cfr." termini variamente collegati,  per es. sotto cicala al significato 1. si trova "Cfr. frinire"; "Cfr. formica", ecc.

Nella stessa ottica si indicano "964 schede di sfumature di significato che analizzano altrettanti gruppi di parole e ne consigliano l’uso in base al contesto, come profumo – fragranza – aroma". Così dopo il lemma assioma si spiega la differenza tra assioma, postulato, dogma.

Ma lo Zingarelli è anche un dizionario settoriale grazie a "118 tavole di nomenclatura" per es. sotto acconciatura si indicano i termini riguardanti a) "tipi di acconciatura", b) "azioni", c) "persone" e sotto calzatura i termini relativi a a) "caratteristiche", b) "tipi di calzatura" e c) "parti"; (ma manca l'elenco delle 118 tavole).

 

7. Etichettatura dei lemmi

Punto 5. All'interno del lemmario, vengono opportunamente distinte mediante un rombo "oltre 5500 parole dell’italiano fondamentale". Il numero varia secondo i dizionari, i criteri essendo inevitabilmente diversi. Per es. sono circa 7mila i lemmi del "Vocabolario di base" ulteriormente distinti in FO(ndamentali), A(lto)U(so), A(lta)D(isponibilità, indicati nel Dizionario del De Mauro (2000).

In maniera originale lo Zingarelli segnala anche "3126 parole da salvare, come obsoleto, ingente, diatriba, leccornia, ledere, perorare, preferibili ai loro sinonimi più comuni ma meno espressivi", preceduti dal simbolo di un fiore. L'ottica tradisce invero un punto di vista passatista, di rimpianto della lingua che fu. Se certi termini non vengono più adoperati o sono poco frequenti perché scalzati da altri è indizio solo del mutamento linguistico e andrebbero probabilmente etichettati come "in disuso".

 

8. Dizionario di costruzioni

Punto 6. Lo Zingarelli dà informazioni non solo sulla semantica dei singoli lessemi, ma segnala "oltre 45.000 locuzioni e frasi idiomatiche". E accanto alle indicazioni sulla pronuncia, la grafia, la morfologia, fornisce pure dati sulle costruzioni, da qui l'"indicazione di oltre 5000 reggenze (addetto a o addetto per?).

                                       

9. Dizionario prescrittivista                                                                           

Punto 7. Com'è noto, qualunque dizionario si pone sempre come una fonte autorevole della norma linguistica, dell'uso corretto per il fatto stesso di registrare -- e quindi riconoscere -- l'esistenza di certi usi. Sicché la mancanza di termini e accezioni pur, come accennato all'inizio, inevitabile per ragioni teoriche e pratiche, rischia sempre di essere interpretata come implicita condanna (o "disconferma") di un termine o di un'accezione.

Ma un dizionario, oltre che essere implicitamente normativo, può essere esplicitamente prescrittivista quando segnala certi usi come "errati". Lo Zingarelli al riguardo usa abbreviazioni  quali: "evit. = da evitare, evitato" e "impropr. = improprio, impropriamente", o a volte l'avvertenza ATTENZIONE! per es. a proposito di "gli ('a lui') ho promesso" distinzione che "va rispettata" rispetto a "le ('a lei') ho affidato". E riporta delle "note grammaticali e sull’uso corretto delle parole", quali Accento, Elisione, Errori Comuni, Maiuscola, Femminile, Stereotipo, ecc.

Notevole lo spazio riservato agli "Errori comuni" (i cui criteri rimangono sempre impliciti) distinti in: a) uso "errato" (per es. qual'è, inerente il, redarre) vs "corretto" (qual è, inerente al, redigere), b) uso "più diffuso; non scorretto" (per es. ossequiente) vs "più corretto o più ricercato" (ossequente); "corretto" (per es. se stesso) vs "preferito" (sé stesso).

Il lettore paziente potrà grazie al CD-Rom individuare tutti i casi in cui si fa ricorso a queste indicazioni prescrittiviste.

 

10. Uso critico del dizionario

Il lettore, infine, che voglia ricorrere al dizionario non acriticamente come a un ipse dixit ma consapevolmente per confrontare la propria competenza linguistica con quella offerta dal dizionario  (a un tempo superiore e inferiore alla propria), potrà inevitabilmente arricchire il dizionario di tutti i termini e i significati che gli capiterà di incontrare in quanto nativofono. E farà bene a leggere attentamente la "Presentazione" dei curatori (p. 3), le "Avvertenze per la consultazione" (pp. 8-11), la "Guida grafica alla consultazione" (pp. 6-7), senza tralasciare le "Abbreviazioni e i simboli usati nel vocabolario" (pp. 4-5) e la "Tabella delle equivalenze grafemi e fonemi" con i vari simboli fonetici (pp. 12-13), verificando anche la coerenza con l'analisi del lemmario.

 

Sommario

1. L'evento editoriale

2. L'auto-presentazione

3. Ricchezza del lemmario


 3.1. Sottolemmi


4. Etimologia diacronica e sincronica

  4.1. Formazione delle parole

5. Definizioni ed esempi d.o.c.

6. Dizionario di sinonimi e di nomenclatura

7. Etichettatura dei lemmi

8. Dizionario di costruzioni

9. Dizionario prescrittivista

10. Uso critico del dizionario

 



 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Quando ho letto "edizione millesimata" lì per lì m'è venuto in mente il mondo del vino, le annate, la vendemmia, le botti che il mio povero nonno inzolfava, ecc. Mah, per scherzarci su, al posto di "datata", in riferimento ad una parola in disuso, alla Zingarelli chissà se un domani opteranno per "stagionata".

A parte il commento banale, credo che lo acquisterò.

Renato P.