sabato 3 luglio 2021

Perché l'automobile è "femmina"?

 Con molta probabilità non tutti sanno che l’automobile, quando nacque, era propriamente un aggettivo: vettura automobile, vale a dire vettura che si muove da sé. In seguito il termine si è tramutato in sostantivo, o meglio in aggettivo sostantivato di genere femminile perché si sottintende, appunto, carrozza o vettura.

È occorso del tempo, però, perché si affermasse il genere femminile. Non mancano esempi, infatti, in cui il termine è adoperato al maschile: «S’arresta un automobile fremendo e sobbalzando» (Gozzano).
Ciò è dovuto al fatto che, all’inizio, si sottintendeva anche carro o veicolo. Oggi è solo femminile, ricordiamolo, e abbreviato, comunemente, in auto con tanto di articolo femminile: un’auto.

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Cu o qu?

Quando scriviamo capita di essere assaliti dal dubbio sulla grafia delle parole che contengono una "c" o una "q" [nell'ortoepia (corretta pronuncia) il dubbio non c'è, ovviamente, perché ambe (sic!) le consonanti, seguite dalla "u", hanno il medesimo suono]: allorquando o allorcuando? All'inizio di parola sempre "q" (qu) se dopo la "u" c'è una vocale: quando, questo, quadro, quindi,  quattro ecc.; tranne cinque vocaboli che richiedono la "c" (cu): cui, cuocere, cuoco, cuoio, cuore. Negli altri casi si osserverà la seguente "regola": "c" (cu) se dopo la "u" c'è una consonante: cucina, curva, cugino ecc.; "q" (qu) se dopo la "u" c'è un'altra vocale: equilibrio, aquila, sequenza. Quindi: quando stavo parlando, in cucina, con i miei cugini fui interrotto dagli squilli del telefono. Naturalmente non mancano le eccezioni.

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La lingua "biforcuta" della stampa

EST EUROPA

Ucraina, le soldatesse sfilano coi tacchi: polemiche e proteste in parlamento. "Umiliate le donne"

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 Nonostante molti linguisti abbiano "sentenziato" che il femminile di soldato è soldata leggiamo ancora soldatesse! "Sapere.it" (De Agostini):
Il femminile regolare di soldato è soldata, e così si può chiamare una donna che eserciti il mestiere di soldato. È in uso anche soldatessa, che però può avere un tono scherzoso o valore spregiativo, come tradizionalmente hanno avuto in italiano molti nomi femminili in -essa. Alcuni preferiscono poi chiamare anche una donna soldato, al maschile. Si tratta di una scelta che non ha basi linguistiche, ma sociologiche, e che comunque può creare, nel discorso, qualche problema per le concordanze.


1 commento:

falcone42 ha detto...

Pare accertato che “automobile” sia arrivato in Italia dal francese ‘automobile’ (cambia solo la pronuncia), a sua volta ibrido greco-latino: αὐτός + mobĭlis; quindi: “che si muove da sé”. Il Larousse ne colloca la nascita nel 1866, cita la locuzione voiture automobile e ne attesta l’uso, verso il 1890, come nome femminile. Aggiunge però che, nel periodo a cavallo tra XIX e XX secolo, c’era qualche incertezza sul genere e alcuni lo usavano al maschile. Sempre in Francia, nel 1898, compare l’abbreviazione auto, che dopo qualche anno arriverà da noi.
Il fondatore del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti, non poteva che considerare l’automobile, essere ruggente e muscoloso, di genere maschile. Nel Manifesto del futurismo (1909) scrive: «un automobile da corsa … un automobile ruggente … è più bello della Vittoria di Samotracia». Ne L'aeroplano del Papa (1914): «gli automobili di piazza sono belli e orgogliosi … gli automobili dei generali». Il confronto con la femminilissima Vittoria di Samotracia è solo una sfida: l’antico non può competere con la modernità.
Guido Gozzano, al verso 11 della poesia "Totò Merùmeni" (nella raccolta I colloqui, 1911) scrive: «s'arresta un automobile fremendo e sobbalzando».
Alfredo Panzini, Dizionario moderno (1905), alla voce "Automobile": «Il genere maschile tende a prevalere».
Per sancire il genere femminile, dovrà arrivare il Vate. Gabriele D’Annunzio, che di femmine se ne intendeva, avendo ricevuto in dono una Fiat da Giovanni Agnelli, gli scrive (18 febbraio 1920): «Mio caro Senatore, in questo momento ritorno dal mio campo di Desenzano, con la Sua macchina che mi sembra risolvere la questione del sesso già dibattuta. L'Automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità d'una seduttrice; ha, inoltre, una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza. Ma, per contro, delle donne ha la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza».

P.P. Falcone