martedì 8 giugno 2021

Ancora un ritocco "irruento" dei revisori del vocabolario Gabrielli (in rete)

 Ci piacerebbe tanto conoscere il motivo per cui i redattori-revisori hanno “ritoccato” il vocabolario Gabrielli in rete contraddicendo, al lemma “irruente”, quanto sostiene il Maestro nel suo “Si dice o non si dice?”.

irruente
[ir-ruèn-te]
o irruento
agg. (pl. -ti)

Ed ecco ciò che scrive il Gabrielli nel suo libro:

      Si dice “una folla irruenta” o “una folla irruente”? “Parlava con tono irruento” o “con tono irruente”? Si dice folla irruentetono irruente, per la semplice ragione che un maschile singolare “irruento” e un femminile “irruenta”, coi rispettivi plurali “irruenti” e “irruente”, nella lingua italiana non esistono. Esiste solo la forma irruente, unica per il maschile e il femminile, e di conseguenza un solo plurale, irruenti. Volete una spiegazione più convincente? Eccola: irruente è un aggettivo modellato sul latino irruentem, caso accusativo del participio presente del verbo irrùere, correre contro, irrompere.

       Nota bene: nell’etimologia latina di nomi e aggettivi quasi sempre dobbiamo risalire al caso accusativo: per chi conosca un po’ di analisi logica, è il caso del complemento oggetto. Esempio: vedente deriva da videntem, participio presente accusativo di videoamante viene da amantem, participio presente accusativo di amo eccetera.

Tornando a irruente, in italiano segue la forma di qualsiasi participio presente della seconda coniugazione come ad esempio, correntevincente, che nessuno penserebbe mai di mutare in “corrento”, “vincento”.

        "Irruento", per la verità, è lemmatizzato anche in altri vocabolari, ma non per questo è da ritenere voce corretta.

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La lingua "biforcuta" della stampa

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Correttamente: dal 1 luglio (senza esponente). Crusca: Le indicazioni comprendenti anche mese e giorno sono introdotte modernamente da un articolo maschile singolare: «il 20 settembre 1870»". Per estensione, si può aggiungere che, nel caso di una data come 11/10/1989, l'articolo che vi si anteporrà sarà l' (seguendo la pronuncia della data: l'undiciottobre millenovecentoottantanove); stessa regola vale per le date che iniziano con 1: anche per queste, si considera il modo in cui tali date vengono pronunciate e quindi si scriverà il 1/2/2003 (cioè il primo febbraio duemilatré). Infatti, come specifica Serianni, "Per i giorni del mese si usa l'ordinale per il giorno iniziale [...], ma il cardinale per i giorni successivi, siano o non siano accompagnati dal giorno del mese [...]."





 

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