di Salvatore Claudio Sgroi
1. Michele A.
Cortelazzo: tempestivo intervento su "direttore
d'orchestra" o "direttrice d'orchestra"?
Nel suo blog del 6 marzo Michele A. Cortelazzo,
storico della lingua e già presidente della Associazione per la storia della
lingua italiana (ASLI), ha
tempestivamente commentato la puntualizzazione di Beatrice Venezi che, in
occasione del Festival di Sanremo il 5 marzo, ha dichiarato ad Amadeus di voler
essere presentata come "direttore d'orchestra" e non
già come "direttrice d'orchestra".
1.1. Contestazione n. 1:
non imporre agli altri il proprio uso allocutivo
M.A. Cortelazzo da un lato ha
riconosciuto che Beatrice Venezi è sì "libera di voler essere chiamata
direttore d'orchestra", ma nello stesso tempo ha precisato che "non
ha, naturalmente, il diritto di imporlo agli altri parlanti, che sono liberi di
usare l'espressione che ritengono una più corretta".
1.1.1. Liberi sì, ma
la cortesia?
Ora, gli altri sono sì "liberi di
usare l'espressione che preferiscono", quando però parlano della Venezi, andava ugualmente precisato. Se invece
parlano con la Venezi (uso allocutivo), è
buona educazione -- direi -- adoperare il titolo da lei indicato come
"corretto", "appropriato", i.e. direttore d'orchestra, a non voler essere scortesi.
1.2. Contestazione n.
2: "Le professioni hanno un nome preciso e nel mio caso è 'direttore d'orchestra' "
M.A. Cortelazzo ha
anche contestato in prima battuta l'argomentazione della Venezi secondo cui
"Le professioni hanno un nome preciso e nel mio caso è 'direttore
d'orchestra'", in quanto "quella di Beatrice Venezi è -- per
Cortelazzo -- un'affermazione sbagliata".
La prova per dimostrare l'affermazione
"errata" della Venezi apportata da Cortelazzo, è in realtà solo una
-- peraltro preziosa -- ricerca delle prime attestazioni del composto largo direttrice d'orchestra, sulla scorta di
archivi elettronici, che integra anche il Grande
dizionario [storico] della lingua italiana di S. Battaglia, carente al
riguardo. Cortelazzo, da agguerrito storico della lingua, data così
l'espressione con vari ess. del 1851, 1858, 1874, 1904, 1921, 1938, 1939, 1951,
1969, 2005.
1.3. Il direttore d'orchestra 2003, 2004
Sarebbe stato invero non meno utile
datare l'espressione al maschile direttore
d'orchestra riferito invece a una donna. Ricerca più onerosa perché
il direttore d'orchestra, è molto più
frequentemente adoperato per riferirsi a un uomo, e l'analisi semantica con
discriminazione dei due referenti (maschio e femmina) richiede molta pazienza.
Con relativa pazienza ho pescato in
"Google books ricerca avanzata" una terna di esempi di direttore d'orchestra riferito a una
donna, risalenti al 2004 (ma la ricerca andrebbe certamente approfondita),
successivi quindi all'ottocentesco direttrice
d'orchestra:
(i) "Testimonianze su Carmen Càmpori in occasione della Tavola Rotonda sul
volume
'Carmen Càmpori : una donna direttore
d'orchestra', a cura di L . Navarrini Dell'Atti, Firenze, Consiglio Regionale della
Toscana - Commissione, Olschki 2004" (in Il saggiatore musicale, p. 231);
(ii) "prima donna direttore d'orchestra Ethel Leginska [1886-1970]" ;
(iii) "un sito web che promuove la donna direttore
d'orchestra" (entrambi in Storia di una
"novità": la direzione d'orchestra al femminile. Atti
della Giornata Internazionale di Studi, Firenze, 19 giugno 2003, Consiglio regionale della
Toscana, Commissione regionale pari opportunità donna-uomo, 2004, pp. 117, 290).
1.4. Criterio di
correttezza/erroneità: l'uso piú antico è quello corretto?
Alla
luce di quanto sopra, sembrerebbe allora che il criterio implicito di correttezza
adottato da M. Cortelazzo è/sia quello dell'uso più antico (direttrice d'orchestra), qui risalente
alla seconda metà dell''800. Ma la (retro)datazione non può costituire,
ribadisco, una prova per dimostrare l'erroneità di una forma.
2. Le regole di formazione del femminile in italiano
Se in un'ottica sincronica e strutturale teniamo conto del
micro-sistema di regole di femminilizzazione in italiano, l'esempio direttrice
(d'orchestra) rientra nella classe dei [I] "nomi mobili" con [I.a] suffisso pieno, ess. attore/attrice, direttore/direttrice, accanto a quelli con [I.b] suffisso zero, per
es. bimb-o/a, cavall-o/a. Ma esiste anche la classe dei [II] "nomi ambigeneri" ess. il/la dirigente, il/la presidente, il/la prof (maschio il maschile,
femmina il femminile). E la classe [III]
dei "nomi promiscui unigeneri"
sia "non-umani" ess. il serpente, la volpe, sia
"umani" ess. la guida, la spia,
la star, entrambi cioè con referenti sia maschi/uomini che femmine/donne.
2.1.
Le regole dei nomi di professione o cariche pubbliche
Nel caso di nomi di professioni o cariche pubbliche, per es. deputat-o, ministr-o, dirett-ore, presidente, i parlanti oscillano -- per
ragioni ideologiche -- tra il ricorso alla classe dei [I] "nomi mobili" con due generi grammaticali e due
referenti l'uno 'maschio' l'altro 'donna' ess. deputat-o/a, ministr-o/a, dirett-ore/rice, o alla classe dei [II] "nomi
ambigeneri" per es. il
presidente/la presidente da un lato e
dall'altro alla classe dei [III] "nomi
promiscui unigenere", ess. il
deputato, il ministro, il direttore, il presidente
con referente sia 'uomo' che 'donna'.
Detto in altre parole, i parlanti con uno stesso termine
possono applicare, a scelta, tre regole:
la [Regola-1] del "nome
mobile", con due generi per es. s.m. il deputato, il ministro, il direttore vs s.f. la deputata, la ministra,
la direttrice, ecc.
o la [Regola-2] del "nome
ambigenere" per es. il presidente vs la presidente, il ministro
vs la ministro, in cui si fa
riferimento' sia a) al 'ruolo di
parlamentare, ecc.' sia al sesso 'maschio' in un caso e 'femmina' nell'altro;
e la [Regola-3] del
"nome promiscuo unigenere", con riferimento a entrambi i sessi,
maschio e femmina, ess. il deputato, il
ministro, il direttore, il presidente riferito a 'uomo' o 'donna', in cui
si focalizza solo il 'ruolo', mentre il sesso rimane non-specificato, ovvero
"promiscuo".
L'applicazione della [Regola-3] del "nome promiscuo
unigenere" è preferita dai parlanti-donne che vogliono sottolineare il
loro ruolo professionale, azzerando il riferimento al sesso femminile.
2.2.
"Corretta" la scelta della [Regola-1] del "nome mobile" e
"scorretta" la scelta della [Regola-3] del "nome promiscuo
unigenere"?
Non è quindi
giustificato etichettare quale "corretto uso del genere grammaticale",
come sostiene invece M.A. Cortelazzo, solo la [Regola-1] del "nome mobile",
ovvero l'espressione direttrice
d'orchestra. E per converso giudicare scorretto l'uso di chi, donna, invece
-- per precise ragioni ideologiche -- preferisce la [Regola-3] del "nome
promiscuo unigenere", e dire direttore d'orchestra.
Ovvero, le donne, per ragioni opposte, e per me -- laicamente
-- legittime scelgono ideologicamente chi la [Regola-1] del "nome mobile" (es. la direttrice) o la [Regola-2] del
"nome ambigenere" (es. la presidente) per sottolineare in primo
luogo l'essere donna e poi il proprio ruolo, chi invece la [Regola-3] del "nome promiscuo unigenere" (es. il direttore) per focalizzare il proprio
ruolo sociale rispetto alla propria identità sessuale azzerata.
In entrambi i casi, non andrebbe dimenticato che la funzione
in prima istanza del "genere grammaticale" dei nomi (animati e
non-animati) è quella di contribuire alla coesione morfo-sintattica
dell'enunciato.
3. Criteri della
correttezza normativa
Per riprendere,
infine, il nodo normativo dell'uso errato, da non confondere col problema
storico della datazione o con la individuazione delle Regole strutturali, il
criterio pertinente, più volte in questo blog (e altrove) ricordato, è quello dell'uso
esclusivamente popolare, cioè dei parlanti semi(n)colti o della
incomprensibilità di un uso: condizioni che non si realizzano affatto nel caso
di "direttore d'orchestra" in bocca a Beatrice Venezi.
Sommario
1. Michele A. Cortelazzo: tempestivo
intervento su "direttore d'orchestra" o "direttrice d'orchestra"?
1.1. Contestazione n. 1: non imporre
agli altri il proprio uso allocutivo
1.1.1. Liberi sì, ma la cortesia?
1.2. Contestazione n. 2: "Le professioni hanno un nome preciso e nel mio caso è 'direttore d'orchestra' "
1.3. Il direttore d'orchestra 2003, 2004
1.4.
Criterio di correttezza/erroneità: l'uso piú antico è quello corretto?
2. Le regole di
formazione del femminile in italiano
2.1. Le regole dei nomi di professione o cariche pubbliche
2.2.
"Corretta" la scelta della [Regola-1] del "nome mobile" e
"scorretta" la scelta della [Regola-3] del "nome promiscuo
unigenere"?
3. Criteri della correttezza normativa