Se ricerchiamo l'origine del termine vediamo che esso non è altro che il solito... latino "medicu(m)", derivato del verbo "mederi", riflettere, meditare per curare, sanare e per estensione, quindi, "curare" (dopo aver riflettuto, meditato).
... con il termine
"ingenuo" - il cui significato, crediamo, è noto a tutti - in origine
si intendeva il neonato "preso dal padre sulle sue ginocchia"? Come
si è arrivati all'accezione di "persona poco accorta", "persona
priva di malizia"? Vediamo assieme i vari passaggi semantici risalendo,
come sempre, alla lingua dei nostri padri latini.
Ingenuo, dunque, è il latino "ingenuu(m)", derivato di "genu" (ginocchio) e aveva il significato su detto, valendo, per tanto, "riconosciuto autentico" (dal padre). Con il trascorrere del tempo il vocabolo fu inteso come formato da "in" e "genus" (casato, stirpe) conservando press'a poco l'accezione originaria: nato da stirpe interna (non da schiavi o barbari) e, quindi, "libero", "nobile".
Passato in lingua volgare (italiano), il vocabolo, attraverso il significato di "schietto", "genuino", "libero nel parlare", ha acquisito l'accezione di "eccessivamente spontaneo", "poco accorto", "senza malizia".
Ma le sorprese non finiscono. Prima che il termine approdasse in Italia (si fa per dire) anche nella lingua di Cicerone "ingenuus" era adoperato, talvolta, come sinonimo di "limitato", "sprovveduto", "debole", "delicato".
Ingenuo, dunque, è il latino "ingenuu(m)", derivato di "genu" (ginocchio) e aveva il significato su detto, valendo, per tanto, "riconosciuto autentico" (dal padre). Con il trascorrere del tempo il vocabolo fu inteso come formato da "in" e "genus" (casato, stirpe) conservando press'a poco l'accezione originaria: nato da stirpe interna (non da schiavi o barbari) e, quindi, "libero", "nobile".
Passato in lingua volgare (italiano), il vocabolo, attraverso il significato di "schietto", "genuino", "libero nel parlare", ha acquisito l'accezione di "eccessivamente spontaneo", "poco accorto", "senza malizia".
Ma le sorprese non finiscono. Prima che il termine approdasse in Italia (si fa per dire) anche nella lingua di Cicerone "ingenuus" era adoperato, talvolta, come sinonimo di "limitato", "sprovveduto", "debole", "delicato".
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