mercoledì 8 maggio 2019

Un incarico (o un posto) si "(ri)copre" o si "occupa" (si "tiene")?

Il verbo "coprire", leggiamo dal Tommaseo-Bellini, significa «porre alcuna cosa sopra a checché sia, che l'occulti o che la difenda». Tutti (?) i vocabolari - e la stampa li segue - gli danno un'accezione che etimologicamente non ha: reggere, tenere, percorrere, occupare e simili.
   Quando sulla stampa leggiamo frasi del tipo «il corridore ha coperto i restanti chilometri in dieci minuti; i fondi ha disposizione non sono sufficienti per coprire le spese; il Tizio ha (ri)coperto l'incarico per tre anni» non possiamo trattenerci dal ridere perché davanti ai nostri occhi compaiono le immagini del corridore che si ferma e copre i restanti chilometri con un tappeto. Nelle frasi su menzionate il verbo coprire è "spudoratamente" errato.
  I verbi che fanno alla bisogna sono, nell'ordine: percorrere, sostenere, tenere. Sí, saremo censurati da qualche linguista, ma... facciamo spallucce e andiamo avanti. E agli amanti del bel parlare e del bello scrivere consigliamo di attenersi al vocabolario del Palazzi che scrive: «erroneo dire coprir le spese, per ricavare da una cosa le spese occorse per essa; coprire un posto, un ufficio, per occuparlo, sostenerlo; coprirsi, per mettersi in capo il cappello il N. adombrare, ammantare, avvolgere, bendare, celare, circondare, chiudere, difendere, fingere, imbacuccare, mascherare, mimetizzare, nascondere, occultare, ricoprire, riparare, rivestire, soffocare, tappare, velare, verniciare i contr. scoprire».

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