venerdì 3 maggio 2019

Cavalcar la capra

Questo modo di dire - forse poco conosciuto - si riferisce a coloro che si comportano in modo sconsiderato mettendosi, per tanto, in una situazione a loro sfavorevole, prestandosi a un tiro... mancino.
   La capra - si sa - è considerata un animale un po' matto; cavalcarla è, quindi, il colmo dell'imprudenza, soprattutto verso la china (i dirupi sono "prediletti" da questo quadrupede).
  Lo scrittore francese  Buffon (Georges-Louis-Leclerc) cosí "dipinge" questo animale: «La capra è viva, capricciosa e vagabonda.   L'incostanza della sua natura si evidenzia dalla irregolarità delle sue azioni; cammina, si arresta, corre, salta, si avvicina, si allontana, si mostra e si nasconde, o fugge, come per capriccio e senza altro motivo determinante che quello della sua vivacità bizzarra del suo sentimento interiore; e tutti i nervi del corpo sono appena sufficienti alla rapidità di questi movimenti che le sono naturali».
 Colui, quindi, che, in senso figurato, cavalca la capra sa benissimo a cosa va incontro. Uomo avvertito...

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Ci sono alcuni vocaboli che - a nostro modo di vedere - andrebbero relegati nella "soffitta della lingua" perché consunti dall'uso improprio che - complice la stampa - se ne fa. Le cronache dei giornali sono, per l'appunto, un esempio lampante.
 Prendiamo l'aggettivo "squallido" che etimologicamente significa "rozzo", "sudicio", essendo tratto dal verbo latino "squalere" (esser ruvido, aspro); quest'aggettivo, dicevamo, è bene adoperarlo solo in senso proprio: una casa squallida, cioè "misera", "rozza", arredata con mezzi di fortuna.
 Molto spesso i giornali ne fanno un uso metaforico adoperandolo a ogni piè sospinto, con considerazioni morali: il delitto è maturato nello squallido ambiente della prostituzione; oppure: l'imputato ha avuto un ruolo di primo piano in quella squallida vicenda.
 Squallido, è bene ripeterlo, è tutto ciò «che si trova in uno stato di miseria e di abbandono, tale da infondere tristezza», l'uso metaforico eccessivo ha reso questo aggettivo... "squallido", non sarebbe bene, quindi, relegarlo in soffitta e adoperare, volendo fare un apprezzamento morale, i piú appropriati "sostituti", vale a dire avvilente e deprimente? Un ambiente deprimente; una vicenda avvilente.
 Sappiamo benissimo di predicare al vento. Però, non si sa mai...

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