venerdì 28 dicembre 2018

Una porzione di pasta sciocca


– Il signore ordina? – Una porzione di pasta sciocca. Spiacente – risponde l’imbarazzatissimo cameriere, che non aveva capito la richiesta – questo è un locale alla buona, a conduzione familiare; non abbiamo piatti ricercati.
– Ma questo non è un piatto ricercato – ribatté con un moto di stizza l’avventore – è un normalissimo piatto di pasta senza sale e senza sugo.
Sì, proprio così. Sciocco, particolarmente adoperato in Toscana e da alcuni vocabolari registrato come toscanismo, appunto, si può classificare tra le parole così dette idiote; quelle parole, cioè, che spurgate della loro volgarità entrano a pieno titolo, e quindi in forma corretta, nel patrimonio idiomatico nazionale.
L’origine, come il solito, è... latina: ex succum, alla lettera senza sugo (quindi senza sale, insipido). In senso figurato, quindi, uno sciocco è una persona priva di accortezza, di buon senso, di acume, d’intelligenza; insomma una persona senza sale in zucca.
Sciocco ci richiama alla mente un barbarismo orrendo (registrato, naturalmente, anche da alcuni vocabolari): il verbo scioccare (o, ancora peggio, chokkare) che con l’aggettivo sciocco non ha nulla che vedere.
È, infatti, l’adattamento del verbo francese choquer nel significato di colpire, ferire, urtare, turbare, impressionare, derivato, a sua volta, dall’olandese schokken.
Costa molta fatica dire o scrivere, per esempio: quella persona è rimasta turbata dalle sue parole? Perché dobbiamo adoperare scioccare quando – come abbiamo visto – la nostra lingua offre una vastissima scelta di verbi che fanno alla bisogna? Forse l’uso dei barbarismi rende la nostra prosa più scorrevole? Non crediamo proprio.
Anzi... Il  barbarismo – sostiene il grande maestro Tommaseo – «è usare senza necessità voci straniere, mutare la forma grammaticale e analogica delle voci, pronunciare o scrivere spropositato».
Di là da ogni dissertazione, comunque, è meglio leggere scioccare che restare... scioccati davanti a shochàre, come malauguratamente ci è capitato di vedere in un titolo di un giornale che fa opinione.


***
Due parole, due, sul verbo sfondare, che può essere transitivo e intransitivo. È transitivo nel significato proprio, cioè rompere, fare breccia: i bersaglieri sfondarono  le mura di Porta Pia.  È intransitivo, e prende l'ausiliare avere,  nell'accezione figurata di riuscire in un'impresa: Giuseppe, finalmente, ha sfondato nel suo lavoro. Prenderà l'ausiliare essere quando sta per sprofondare: il marciapiede gli  è sfondato sotto i piedi.


21 commenti:

Poldo ha detto...

I tempi verbali, sig. Raso: "risponde" ( presente), "non aveva capito" (trapassato prossimo), "ribatté" (passato remoto).
Si è accorto del pasticcio?
Poldo

Fausto Raso ha detto...

Io, accecato dalla mia crassa ignoranza, non vedo pasticci. Attendo, cortesemente, suoi lumi.
Cordialmente
FR

Poldo ha detto...

Molto volentieri.
Premessa: si fa riferimento alla parte iniziale della sua "noterella".
1 - Il cameriere compie l'azione di rispondere nel tempo presente ("risponde") e l'avventore compie l'azione di ribattere (alla risposta del cameriere) nel tempo passato ( remoto: "ribatté").
2 - Il cameriere "non aveva capito": decisamente meglio e sicuramente corretto "non ha capito", visto che l'azione di non capire continua e ciò è dimostrato da quanto (il cameriere) afferma subito dopo.
Altro: "imbarazzatissimo" - proprio lei, che di recente ha scritto una "noterella" sull'abuso dei superlativi assoluti (-issimo)?
Altro: "scioccato" e "turbato" hanno significati molto, molto diversi.
Poldo

Fausto Raso ha detto...

Gentile Poldo,
la ringrazio, ma non sono del tutto convinto. Quel "risponde" è un normalissimo "presente storico" (passato remoto) che ben concorda con il trapassato prossimo (aveva capito) e il passato remoto (ribatté). Mi piacerebbe sentire anche il parere di qualche suo collega linguista (se per caso "circolasse" da queste parti).
FR

Poldo ha detto...

La veda come vuole, ma io sono pienamente convinto che il presente storico, se scelto, debba essere adottato nell'intero testo.
Poldo

Fausto Raso ha detto...

Gentile Poldo,
io potrei contestarle quel "debba" in luogo di "deve". "Pienamente convinto" indica una certezza, richiede, quindi, l'indicativo.
FR

Poldo ha detto...

Lasci stare...
Poldo

Fausto Raso ha detto...

No, linguista Poldo, non lascio stare perché sono pienamente convinto che questo può interessarla.

Poldo ha detto...

Anziché stabilire cosa può interessarmi, sig. Raso, le suggerisco di riflettere seriamente sull'uso, errato e illogico, dei verbi in questione.
Eventualmente chieda l'opinione dei "cruscanti" a tale riguardo.
Quanto al congiuntivo "debba" la mia personale certezza è che SIA corretto quanto l'indicativo.
Auguri di buon anno.
Poldo

Fausto Raso ha detto...

Gentile linguista Poldo,
la mia personale certezza - sull'uso corretto del verbo - resta quella riscontrata nel fòro dell'Accademia della Crusca (come ha potuto vedere).
Auguri di un proficuo 2019 anche a lei, e che sia foriero di "maggiori certezze linguistiche".
Cordialmente
FR

Fausto Raso ha detto...

Il linguista Poldo ha scritto: «"scioccato" e "turbato" hanno significati molto, molto diversi».
Non credo sia dello stesso parere il Maestro Aldo Gabrielli dove nel suo "Si dice o non si dice?" possiamo leggere:

“Nel vederlo rimase scioccata”; “La tragica notizia lo scioccò”, “È stata per tutti un’esperienza scioccante”. Il verbo scioccare, ormai di largo uso, non deriva da sciocco ma dal francese choquer, urtare, colpire, a sua volta derivato dall’olandese schokken, che sta all’origine anche dell’inglese to shock. I Francesi dal significato proprio (choquer un passant, urtare un passante) hanno derivato quello figurato: choquer l’oreille, urtare l’orecchio, choquer l’amour-propre, ferire l’amor proprio. Noi abbiamo accolto soltanto il senso figurato del verbo, e lo usiamo per colpire, impressionare. Ma non lasciamoci influenzare dall’abuso che se ne fa. L’Italiano allinea molte possibilità alternative a scioccare. Oltre ai già nominati colpire e impressionare, abbiamo urtare, ferire, scuotere usati in senso figurato, oppure in senso proprio, turbare, sconcertare, sconvolgere, sgomentare, per citarne solo alcuni. In ogni caso, volendo proprio scioccare, evitiamo le ridicole grafie pseudo francesi o pseudo inglesi choccare o shockare. Troppo scioccanti.

Poldo ha detto...

Non ho parole, sig. Raso: lei ha scopiazzato dallo scritto di A. Gabrielli (che personalmente non considero un maestro).
Mi arrendo, per sfinimento; certamente non perché grazie a lei io abbia acquisito "maggiori certezze linguistiche".
Poldo

Fausto Raso ha detto...

Carissimo linguista Poldo,
non ho scopiazzato - come malignamente sostiene - ho preso degli spunti come fanno - e lei dovrebbe saperlo meglio di me - TUTTI I LINGUISTI e i lessicografi. Questi ultimi, anzi, scopiazzano: basta consultare piú vocabolari su una medesiama parola. Dimenticavo: lei ha appreso le nozioni di linguistica italiana succhiando il latte materno? Quello che ha imparato sulla lingua italiana non lo ha appreso dai libri? E quello che scrive (se scrive di lingua) non è il frutto di quello che ha imparato. La sua "accusa" - come sempre - è del tutto fuori luogo.
Quanto alle "maggiori certezze linguistiche" le acquisirà con il tempo, se riuscirà a mettere da parte la sua supponenza.
FR

Fausto Raso ha detto...

Caro Poldo, linguista,
inavvertitamente ho scritto "medesiama" in luogo di 'medesima', spero non mi accusi di scarsa conoscenza della lingua italiana. Potrei sempre prendere lezioni da lei, comunque.
FR

Poldo ha detto...

Per le lezioni l'aspetto.
Poldo

Fausto Raso ha detto...

Verrò il prima possibile, linguista Poldo e spero che non abbia eccessive pretese economiche...
FR

Poldo ha detto...

Dopo "imparato" (veda la sua terzultima risposta) occorreva il punto interrogativo.
Inoltre: le così dette citazioni vanno riportate tra virgolette e con il nome dell'autore, altrimenti diventano scopiazzature. Lei questo dovrebbe saperlo.
Chiudo (per sfinimento!)
Poldo

Fausto Raso ha detto...

Carissimo Poldo,
chiudo anch'io. Ho l'impressione che lei abbia bisogno di un paio di occhiali: 1) dopo "imparato" il punto interrogativo c'è (esattamente dopo libri);
2) quanto alle citazioni so perfettamente che occorrono le virgolette, ma nel caso che lei mi contesta non servono perché ho scritto esattamente:« Non credo sia dello stesso parere il Maestro Aldo Gabrielli dove nel suo "Si dice o non si dice?" possiamo leggere», leggiamo, per tanto, ciò che ha scritto Aldo Gabrielli, NON IO.
FR

Fausto Raso ha detto...

Caro Poldo, chiedo umilmente scusa: ha ragione non ho messo il punto interrogativo dopo "imparato" (mi sono confuso con un'altra risposta). Mi perdoni.
FR

Poldo ha detto...

1 - "E QUELLO CHE SCRIVE NON È IL FRUTTO DI QUELLO CHE HA IMPARATO.": qui occorreva il punto INTERROGATIVO.
2 - NELLA "NOTERELLA", OGGETTO DELLA NOSTRA DISCUSSIONE LEI HA RIPORTATO PARI PARI UNA PARTE DELLO SCRITTO DI GABRIELLI ( DATA 28 DICEMBRE, NON OGGI).
Poldo

Fausto Raso ha detto...

Caro linguista,
Questo è quello che ho scritto io:
È, infatti, l’adattamento del verbo francese choquer nel significato di colpire, ferire, urtare, turbare, impressionare, derivato, a sua volta, dall’olandese schokken.
E questo è il testo di Aldo Gabrielli:
Il verbo scioccare, ormai di largo uso, non deriva da sciocco ma dal francese choquer, urtare, colpire, a sua volta derivato dall’olandese schokken, che sta all’origine anche dell’inglese to shock. I Francesi dal significato proprio (choquer un passant, urtare un passante) hanno derivato quello figurato: choquer l’oreille, urtare l’orecchio, choquer l’amour-propre, ferire l’amor proprio. Noi abbiamo accolto soltanto il senso figurato del verbo, e lo usiamo per colpire, impressionare..
I due testi sono identici?
Ai cortesi lettori... "l'ardua sentenza".